Da metà giugno sono morte 937 persone per le inondazioni provocate dalle piogge in tutto il Pakistan.
La nazione asiatica affronta il “peggior disastro umanitario degli ultimi dieci anni” secondo il ministero locale del cambiamento climatico.
L’aeronautica militare pakistana ha intensificato le operazioni di soccorso nelle regioni del Belucistan, del Sindh e del Punjabi meridionale.
Quasi mille morti: è questo il tragico bilancio della stagione dei monsoni in corso nel Pakistan. Secondo i dati più recenti, almeno 937 persone sono decedute nella nazione asiatica a causa delle forti piogge e delle inondazioni avvenute quest’estate. Il governo ha chiesto assistenza internazionale, mentre sul territorio si è abbattuto l’ottavo ciclo di piogge monsoniche. 33 milioni di persone, circa il 15% della popolazione totale, sono stati colpiti dalle recenti inondazioni: ora molte di queste sono senza una casa. Il dipartimento meteorologico pakistano ha affermato che il paese ha visto il luglio più piovoso dal 1961.
— Alkhidmat Foundation Pakistan (@AlkhidmatOrg) August 21, 2022
Monsoni sempre più distruttivi
Ad essere state maggiormente colpite sono le regioni del Belucistan e del Sindh che si trovano nel sud del Pakistan. Solitamente queste aree non subiscono una stagione dei monsoni con piogge eccessive e hanno un clima umido e semi-arido. Eppure, dall’inizio dell’estate 2022, i venti monsonici hanno portato piogge e alluvioni che finora hanno causato enormi devastazioni. Secondo le Nazioni Unite le inondazioni hanno distrutto più di 95mila case e danneggiato altre centinaia di migliaia di edifici.
Il Pakistan ha un ministero dedicato esclusivamente ai cambiamenti climatici e gli ufficiali statali affermano che le inondazioni eccezionali di quest’anno sono dovute anche al riscaldamento globale. Sottolineando la necessità di misure di soccorso urgenti, la ministra Sherry Rehman ha dichiarato: “L’attuale catastrofe climatica richiede un’immediata mobilitazione internazionale e nazionale, non solo sotto forma di cibo, riparo e servizi di sopravvivenza di base, ma dobbiamo inoltre amplificare i nostri sforzi di salvataggio.
Il Paese sta attraversando il suo ottavo ciclo di monsoni, mentre normalmente ha solo tre o quattro cicli di pioggia. Le percentuali di super-inondazioni sono scioccanti”. Oltre a persistenti difficoltà economiche, il Pakistan è reduce da un periodo di caldo eccessivo nel quale sono state raggiunte temperature vicine ai 50 gradi. Terminata l’afa estrema, la popolazione è stata colpita dalle alluvioni distruttive.
Il Pakistan è in pericolo
La provincia meridionale del Sindh, duramente colpita dalle inondazioni, ha chiesto un milione di tende, mentre la vicina provincia del Belucistan ne ha richieste 100mila. Da quando è iniziata la stagione dei monsoni, sono stati danneggiati più di 3mila chilometri di strade e 130 ponti, aggravando la già difficile situazione dei soccorsi. I danni potrebbero non essere finiti: sono previste piogge e inondazioni intense nei prossimi giorni; le scuole in Belucistan e Sindh sono state chiuse in previsione di una nuova ondata di piogge monsoniche in arrivo verso la fine della settimana.
Per questo l’intervento della comunità internazionale è necessario: la Cina ha dichiarato mercoledì che fornirà aiuti umanitari di emergenza al Pakistan, secondo un tweet dell’ambasciata cinese di Islamabad, capitale dello Stato. L’Onu ha affermato che finora ha fornito mille tonnellate di razioni alimentari e integratori alimentari. Ha inoltre inviato medicine, pastiglie per la purificazione dell’acqua, tende, zanzariere, coperte, kit igienici e altre forniture di sostegno alla popolazione. Tramite gli interventi di soccorso, il già martoriato Pakistan prova a difendersi dal prossimo disastro climatico.
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