Le conseguenze dei cambiamenti climatici, dal punto di vista ambientale, sono note: la moltiplicazione della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi. Le ondate di caldo e di siccità. L’innalzamento del livello dei mari e la conseguente erosione delle coste, con il rischio di scomparsa di alcune piccole nazioni insulari, nonché di migrazioni di massa. O ancora la fusione delle calotte polari, con tutto ciò che questo comporterà in termini di riequilibrio delle correnti oceaniche. E anche dal punto di vista economico, centinaia di studi hanno sottolineato gli enormi costi che occorrerà affrontare per fronteggiare gli impatti del riscaldamento globale.
“All’inizio ero contenta, ma non avevo capito”
Esistono però anche altre conseguenze, meno attese, ma direttamente collegate alla crisi climatica. Una di queste arriva dal Pakistan: un’inchiesta del quotidiano francese Le Monde racconta come un numero crescente di famiglia abbia perso le proprie terre a causa di uragani di intensità eccezionale. Private di ogni forma di sussistenza, obbligano le loro figlie, spesso molto giovani, a sposarsi, per poter ottenere una dote ed essere in grado di nutrire i componenti di ciascun nucleo.
La testata transalpina racconta la storia di una bambina che aveva appena compiuto 13 anni, i cui genitori le hanno annunciato il matrimonio all’inizio del 2023. “All’inizio – racconta – pensavo ai regali che avrei ricevuto. immaginavo un rossetto, dei vestiti, collanine e braccialetti. non avevo capito che sposarmi avrebbe significato passare la mia vita con un uomo più grande di me. Ma a causa delle inondazioni, i miei genitori hanno perso le loro terre e non avevano scelta”. Al momento dell’intervista, realizzata in video, la ragazzina cullava tra le proprie braccia il suo neonato, di pochi mesi.
L’impatto delle gigantesche alluvioni del 2022 in Pakistan
Il suo non è un caso isolato. Nel suo villaggio di Khan Mohammad Mallah, nella provincia di Sind, il fondatore dell’organizzazione non governativa Sujag Sansar, Mashooque Birhmani, che lotta contro i matrimoni forzati dei bambini, ne ha recensiti 45 soltanto dall’inizio del 2024. Un terzo dei quali si è celebrato nei mesi di maggio e giugno: subito prima dell’inizio della stagione dei monsoni.
Questi ultimi, per decenni sono stati vitali per gli agricoltori del Pakistan, garantendo l’irrigazione fondamentale per le colture. Ma proprio a causa dei cambiamenti climatici la loro intensità è divenuta tale da renderli spesso devastanti. Le inondazioni che hanno colpito il paese asiatico tra i mesi di giugno ed agosto del 2022 hanno provocato 1.700 morti, colpito a vario titolo 33 milioni di persone, ucciso 700mila capi di bestiame, distrutto 250mila abitazioni, tremila chilometri di strade, 130 ponti e 1,8 milioni di ettari di terre agricole.
La legge in Pakistan vieta i matrimoni forzati, ma spesso non è applicata
Secondo uno studio condotto da due ricercatori dell’università Islamia di Bahawalpur, dopo altre inondazioni, quelle del 2010 (1.760 morti e 10 milioni di persone senza più una casa) il tasso di matrimoni forzati di ragazze tra i 15 e i 19 anni passò dal 10,7 al 16 per cento. Una dinamica figlia della totale disperazione di chi non sa più come sopravvivere.
Ad oggi il Pakistan è ancora il sesto paese al mondo nella triste classifica delle nazioni con il maggior numero di minorenni sposate. Tuttavia, la legge vieterebbe tale pratica: l’età legale per il matrimoni varia dai 16 ai 18 anni, a seconda delle regioni. E il problema è che la normativa raramente viene applicata.
La lotta contro la crisi climatica è anche una battaglia contro le catastrofi sociali
E le crisi, a partire appunto da quelle provocate dai disastri naturali, spingono le famiglie a fare passi di cui spesso, poi, si pentono. Nel 2023, l’Unicef l’ha confermato a chiare lettere: “È provato che gli eventi meteorologici estremi sono correlati ad un aumento del rischio di matrimoni forzati. Dopo l’inondazione del 2022 ci attendiamo un aumento del 18 per cento”. Il che significa cancellare cinque anni di progressi effettuati in Pakistan.
Una soluzione al problema, ovviamente, non può che passare da un processo di emancipazione culturale. Ma è altrettanto evidente che i cambiamenti climatici colpiscono in maniera esponenzialmente più grave le popolazioni più vulnerabili della Terra. Lottare contro il riscaldamento globale è perciò una battaglia per garantire un futuro sereno alle prossime generazioni, ma anche per evitare catastrofi sociali nel presente.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop29 a Baku, ha ribadito il proprio approccio in materia di lotta ai cambiamenti climatici.