Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Il Pakistan caccia dal proprio territorio milioni di rifugiati afgani
Islamabad ha stabilito che entro il 31 dicembre tutti i rifugiati afgani, alcuni in Pakistan da decenni, dovranno tornare nel loro paese d’origine.
Il Pakistan ha disposto il rimpatrio forzato per più di un milione e mezzo di rifugiati afgani presenti sul proprio territorio (oltre due, secondo quanto riportato da Al Jazeera). Se il governo di Islamabad non cambierà idea, infatti, entro il prossimo 31 dicembre tale immensa massa di persone sarà costretta a dar vita ad un contro-esodo epocale, abbandonando una nazione che li accoglie, in alcuni casi, da decenni.
Cento studenti afgani arrestati ed espulsi
Le autorità pakistane hanno giustificato la loro decisione con la “necessità di contrastare i terroristi” che si nasconderebbero tra gli afgani. Pochi giorni fa, infatti, la repubblica islamica ha ammesso per la prima volta la presenza all’interno dei propri confini di gruppi integralisti affiliati allo Stato Islamico. A confermarlo è stato il portavoce dell’esercito, che nel corso di una conferenza stampa a Islamabad ha reso noto che 309 persone sono state fermate e interrogate (tra di loro, anche un combattente considerato il capo dell’Isis in Pakistan e Afghanistan).
Alla fine di agosto, inoltre, la polizia ha annunciato l’arresto di 106 studenti afgani appartenenti alla scuola coranica di Quetta, città nel sud-ovest del paese. Secondo quanto ammesso all’agenzia Afp da un agente, si tratta di ragazzini di età compresa tra quattordici e diciotto anni: per loro è scattato un provvedimento di espulsione.
Alcuni rifugiati vivono in Pakistan dal 1981
A seguirli, dunque, come confermato anche da un’inchiesta della Bbc, potrebbero essere centinaia di migliaia di persone, molte delle quali vivono in Pakistan dal lontano 1981, ovvero dai tempi dell’invasione sovietica dell’Afghanistan. Per loro è infatti impossibile chiedere la doppia cittadinanza, e l’unico documento ammesso è un permesso di soggiorno. Che scadrà, appunto, alla fine dell’anno.
“Perché costringono me e i miei figli a tornare a Kabul, dove l’unica cosa che ci aspetta è un bagno di sangue?”, si chiede Aslam, 49 anni, in Pakistan da quando era adolescente, intervistato dal Los Angeles Times. La realtà, tuttavia, è per lui e per i suoi connazionali la vita potrebbe risultare in ogni caso complicata.
La polizia accusata di abusi nei confronti degli afgani
Negli ultimi tempi, infatti, il Pakistan sembra aver adottato un giro di vite nei confronti della popolazione afgana. L’associazione umanitaria Human Rights Watch, ha accusato infatti la polizia di Islamabad di adottare “una politica punitiva”, parlando in particolare di arresti arbitrari, perquisizioni, estorsioni e perfino demolizioni di case.
E se allora gli afgani si facessero coraggio e tornassero nella loro terra d’origine? Oltre ad una situazione particolarmente instabile, rischierebbero di essere presi di mira: il governo di Kabul potrebbe sospettare che tra di loro si nascondano agenti dei servizi segreti pakistani. Per questo le Nazioni Unite hanno promesso di attrezzarsi per tentare di garantire protezione a chi parteciperà all’esodo.
Nell’immagine di apertura, un rifugiato afgano stringe tra le mani una fotografia mentre aspetta di varcare il confine per lasciare il Pakistan a Peshawar ©Metin Aktas/Anadolu Agency/Getty Images
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