Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, le donne palestinesi preparano pasti e distribuiscono aiuti alle persone in difficoltà nella città di Beirut.
La Palestina è entrata a far parte della Corte penale internazionale
La Palestina è entrata a far parte della Corte penale internazionale (Cpi) che ha sede all’Aja, nei Paesi Bassi. Il tribunale ora può contare su 123 paesi aderenti. Mercoledì 1 aprile si è tenuta una cerimonia durante la quale il ministro degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Ryad al Malki ha ricevuto una copia dello
La Palestina è entrata a far parte della Corte penale internazionale (Cpi) che ha sede all’Aja, nei Paesi Bassi. Il tribunale ora può contare su 123 paesi aderenti. Mercoledì 1 aprile si è tenuta una cerimonia durante la quale il ministro degli Esteri dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Ryad al Malki ha ricevuto una copia dello statuto di Roma della Corte che contiene i princìpi fondamentali.
Ora la Cpi ha completa giurisdizione su qualsiasi crimine commesso sul territorio dell’Anp (Cisgiordania e Striscia di Gaza) o nei confronti di uno dei suoi cittadini, ad esempio potrebbe cominciare, su segnalazione, a indagare su crimini commessi da Israele legati all’occupazione dei territori palestinesi. Il tribunale ha anche ricevuto il permesso di aprire un’indagine preliminare sugli eventi successivi al 13 giugno 2014, poco prima che l’esercito israeliano cominciasse l’operazione Margine protettivo.
Russa Today ha segnalato la possibilità che diverse organizzazioni non governative palestinesi possano inoltrare richieste di indagine e inviare alla Corte dossier e prove sui crimini commessi, cosa che non dovrebbe avvenire per mano delle autorità palestinesi. Una loro iniziativa, infatti, farebbe scattare automaticamente la nomina di un gruppo di giudici autorizzati a procedere.
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