Senegal, Gambia e Cina sono al centro di uno scandalo internazionale emerso grazie al lungo lavoro della Environmental investigation agency (Eia), relativo al commercio illegale di legno di palissandro. Una storia che coinvolge gruppi armati, autorità governative e compratori esteri. E che sta accelerando gli effetti tragici dei cambiamenti climatici in Africa occidentale.
Il palissandro è l’albero più contrabbandato del mondo, per un giro d’affari complessivo annuale di un miliardo di dollari. Si tratta di una pianta che il Gambia ha definito in via di estinzione dal 2012 e per questo tutelata da diverse leggi nazionali, oltre che da convenzioni internazionali come la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites), che ne vieta l’esportazione. Eppure, come emerge da un nuovo rapporto dell’Eia intitolato Cashing-in on chaos, il paese continua a vendere all’estero questa specie vegetale.
Il triangolo del contrabbando
1,6 milioni di alberi di palissandro sono passati dalle mani dei trafficanti gambiani negli ultimi otto anni, per un giro d’affari di 500 milioni di dollari (440 milioni di euro circa) che non compaiono però nei bilanci del paese. Il Gambia in effetti basa gran parte della sua economia sul commercio di legname, basti pensare che nel 2017 esso costituiva circa il 50 per cento delle sue esportazioni. Eppure, come rivelato nel rapporto dell’Eia, c’è una discrepanza tra le importazioni di legname dal Gambia dichiarate da stati come la Cina, e le esportazioni del materiale rendicontate dal paese africano. Una differenza che riguarderebbe proprio la parte del palissandro, nascosta dalle autorità gambiane nei propri bilanci.
“Chi lavora nell’industria locale del legname sa che essere coinvolti nella commercializzazione illegale del palissandro nella confederazione del Senegambia significa partecipare a uno dei più grandi business regionali, che va avanti da ormai un decennio”, spiega Kidan Araya, Africa program campaigner dell’Eia. “Il palissandro è diventato anche un mezzo per finanziare la guerra armata nell’Africa occidentale e la nostra indagine stabilisce chiaramente questo legame diretto”.
Il contrabbando del palissandro parte in effetti dal Senegal, dove il Movimento delle forze democratiche della Casamance abbatte gli alberi e li vende illegalmente al vicino Gambia, per poter finanziare con i proventi la sua lotta indipendentista. Il Gambia a sua volta rivende il palissandro all’estero a prezzi maggiorati, soprattutto in Cina.
“Qui questo tipo di legname è particolarmente ricercato per il suo colore rosso sangue e per il fatto che i commercianti di legname lo considerano un oggetto speciale, usato per creare mobili decorati di alto valore”, continua Araya. “Le nostre indagini hanno peraltro dimostrato che molti acquirenti asiatici sono ben consapevoli e complici dell’illegalità del commercio di palissandro. Nel nostro rapporto investigativo più recente, un importatore cinese con sede nella città di Shenzhen ha dichiarato ai nostri investigatori sotto copertura di essere a conoscenza del fatto che il legname acquistato dal Gambia venisse in realtà da altrove”.
EIA's new report on illegal #rosewood trafficking in #Africa, Cashing-In on Chaos, found that armed rebel groups are using the illegal rosewood trade to fund their activities. Let’s break down the report’s key findings👇🏾[THREAD] pic.twitter.com/qTqWsCznwh
— Environmental Investigation Agency U.S. (@EIAEnvironment) June 5, 2020
La corruzione nel governo gambiano
A rendere possibile questi intrecci commerciali ci sono le minacce dei trafficanti sulle autorità che in passato hanno provato a bloccare il contrabbando, ma anche la presenza di politici corrotti. “I trafficanti di palissandro lavorano all’interno di un sistema illecito e complesso che consente di fatto il contrabbando e la cosa va avanti da anni, dopo essere esplosa sotto la brutale dittatura di Jammeh”, sottolinea Araya. “In particolare, alcuni commercianti hanno affermato di aver fatto affidamento sul ministro Lamin Dibba, capo del ministero dell’Ambiente, dei cambiamenti climatici e delle risorse naturali (Gambia), che ha facilitato il commercio di palissandro.
Dalle investigazioni è peraltro emerso che nel commercio illegale sono coinvolte compagnie parastatali, come la Jagne Narr. Un elemento che racconta bene il contesto di corruzione ben radicata in cui avviene la tratta del palissandro e perché i tentativi del nuovo presidente Adama Barrow di porne un freno siano caduti nel vuoto. Del contrabbando di questo legname nell’area se n’era occupato qualche mese fa anche un documentario della Bbc, che tra le altre cose aveva individuato dodici depositi per la preparazione e l’esportazione del palissandro verso gli altri continenti. Il governo del Gambia aveva definito come false, infondate e senza senso le accuse.
Palissandro e crisi climatica
C’è un ultimo, delicato aspetto connesso al contrabbando di questo legname. L’abbattimento degli alberi di palissandro in Senegal, primo anello del triangolo commerciale sino-africano, si sta legando a doppio filo al tema dei cambiamenti climatici. La pratica sta in effetti mettendo in ginocchio le già povere foreste locali, velocizzando i processi di desertificazione e degrado del suolo già ben avviati. Tutto questo si riflette sulle popolazioni locali e sulle loro pratiche agricole, sempre più difficoltose. Proprio questi processi stanno spingendo migliaia di persone a lasciare il paese.
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