Panama si appresta a essere il primo paese dell’America centrale ad autorizzare e regolare l’uso della cannabis terapeutica. Si attende solo la firma del Presidente.
Il parlamento di Panama ha approvato all’unanimità una legge che autorizza e regola l’uso della cannabis terapeutica. È il primo paese dell’America centrale a procedere in questa direzione e adesso spetta al presidente Laurentino Cortizo porre la sua firma sul testo, che diventerà poi definitivamente operativo.
Cannabis per migliaia di malati
Era dal 2019 che a Panama si parlava di legalizzazione della cannabis per uso medico. Il progetto di legge presentato in quell’occasione ha incontrato diversi ostacoli e subito molte modifiche, poi ci si è messa la pandemia Covid-19 a rallentare l’iter legislativo. Ora però è arrivata la svolta, con il congresso che ha trovato pieno accordo sulle disposizioni e ha votato all’unanimità per dare a migliaia di malati la possibilità di non rivolgersi più al mercato nero e alla ricerca di poter lavorare alla luce del sole.
Secondo il nuovo progetto di legge, verrà istituito un apposito registro che elencherà le persone bisognose di una terapia a base di marijuana. In aree designate del paese si procederà poi con la coltivazione della sostanza, che potrà anche essere importata ed esportata seguendo rigide norme commerciali. La legalizzazione vuole quindi essere anche un volano economico, tanto che il deputato Omar Castilloha sottolineato che tra i suoi obiettivi c’è anche quello di attrarre investimenti esteri.
El Pleno de la Asamblea Nacional, aprobó en tercer debate, el Proyecto de Ley No.153 que regula el uso medicinal y terapéutico del cannabis y sus derivados y dicta otras disposiciones. pic.twitter.com/wtGaMGWNeA
La cannabis terapeutica potrà essere venduta solo negli appositi circuiti controllati dallo stato tramite apposite licenze, ogni compravendita privata sarà punita così come non sarà consentito alcun tipo di pubblicità sul tema. “È un grande traguardo, non è una legge perfetta, né quella ideale, ma è sicuramente il primo passo di qualcosa di giusto e necessario”, ha esultato uno dei principali attivisti sul tema di Panama, Carlos Ossa, malato di sclerosi multipla e utilizzatore di marijuana per scopo medico finora tramite i circuiti illegali.
Cannabis, la prima volta dell’America centrale
La decisione del Congresso di Panama, che dovrà ora essere ratificata dal Presidente Laurentino Cortizo e che dunque necessiterà di ancora un po’ di tempo prima di divenire operativa, è una piccola rivoluzionenella regione, che segue i progressi in corso già da molti anni nel nord e nel sud del continente.
Nella maggior parte degli stati degli Stati Uniti la cannabis terapeutica è legale e per una decina questo vale anche per l’uso ricreativo. Lo stesso vale per l’America latina, dove l’utilizzo medico è quasi unanime e in Uruguay è consentito anche il fine ludico. Il Messicoha legalizzato la cannabis per scopo terapeutico nel lontano 2017 ma solo all’inizio di quest’anno si è dotato dell’infrastruttura regolamentare necessaria per dare concretezza a quella decisione, inoltre una sentenza di alcune settimane fa della Corte Supremaha cancellato il divieto dell’uso ricreativo.
Nell’America centrale le cose vanno invece diversamente, a causa di un contesto molto conservatore dove il peso della religione è forte e le battaglie politiche di stampo radicale faticano ad attecchire. La decisione di Panama può allora inaugurare una nuova stagione libertaria.
Il team di ricerca Forensic Architecture ha mappato con telerilevamento e modellazione 3D gli attacchi israeliani su Gaza, evidenziando un pattern preciso contro i civili.
L’Aia accusa ufficialmente Netanyahu e Gallant di crimini di guerra a Gaza. Per la prima volta nella storia della Corte si chiede l’arresto di leader occidentali.
Il paese del Caucaso punta su eolico, solare e idroelettrico. Ma il legame con il petrolio è ancora forte. Quali progetti ci sono nel cassetto e che ruolo gioca l’Europa.
Israele a Gaza sta attuando politiche che privano deliberatamente la popolazione delle risorse per vivere. Per il Comitato speciale dell’Onu è genocidio.
La società di contractor accusata di aver torturato i detenuti del carcere di Abu Ghraib è stata condannata a pagare un risarcimento danni di 42 milioni