Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
Pancia e fitness. Se fai attività fisica, diminuisce l’appetito
Attività fisica al mattino per ridurre l’appetito. I risultati di una ricerca condotta da James LeCheminant e Michael Larson, ricercatori della facoltà di Scienze Motorie alla Brigham Young University e contenuti all’interno della rivista Medicine and Science in Sports and Exercise affermano che se fai attività fisica, può diminuire l’appetito. In genere, si pensa il contrario. I ricercatori hanno selezionato
Attività fisica al mattino per ridurre l’appetito. I risultati di una ricerca condotta da James LeCheminant e Michael Larson, ricercatori della facoltà di Scienze Motorie alla Brigham Young University e contenuti all’interno della rivista Medicine and Science in Sports and Exercise affermano che se fai attività fisica, può diminuire l’appetito. In genere, si pensa il contrario.
I ricercatori hanno selezionato un gruppo di donne, di cui alcune obese, e tramite degli elettrodi hanno misurato il livello di attenzione nei confronti del cibo sia nei giorni senza attività fisica, sia nei giorni in cui si erano sottoposte a 45 minuti di esercizio al risveglio.
Ebbene, in questo ultimo caso non solo l’attenzione verso il cibo delle donne sottoposte all’esperimento era calato drasticamente, ma si era anche innalzata l’attività metabolica, permettendo loro di continuare a bruciare calorie senza ingerirne quantità superiori.
Non è ancora chiaro quanto possa durare l’effetto inibitore della fame e acceleratore del metabolismo
La comune credenza secondo cui a seguito di una sessione di allenamento fisico particolarmente vigoroso si manifesti un appetito tale per cui non ci si veda più dalla fame potrebbe dunque essere fuorviante. Lo studio eseguito presso la Brigham Young University dimostra come questa convinzione non rispecchi la realtà. I ricercatori hanno misurato l’attività neurale (cioè l’attività delle singole cellule nervose presenti nel cervello) di trentacinque donne, diciotto delle quali normopeso e diciassette clinicamente obese, in due giorni distinti.
Durante il primo giorno di analisi, ogni partecipante ha camminato a passo sostenuto sul tapis roulant per quarantacinque minuti, attività fisica a cui è seguita una misurazione delle onde cerebrali (ovvero delle onde elettriche generate dall’attività del cervello) tramite elettroencefalogramma: dopo aver posizionato una serie di elettrodi sulla testa delle partecipanti, è risultato infatti possibile misurare l‘attività dei neuroni mentre scorrevano davanti agli occhi delle donne una serie di immagini relative a cibi ed alimenti.
Lo stesso esperimento è stato condotto una settimana dopo, nello stesso giorno della settimana e allo stesso orario della prima sessione, ma con un’unica differenza: non è stata eseguita alcuna attività fisica nel corso della mattinata.
I risultati della ricerca hanno dimostrato non solo come l’attenzione riservata alle immagini di cibo fosse decisamente minore dopo la sessione di allenamento fisico, ma anche come nel corso della giornata cominciata con 45 minuti di tapis roulant, le partecipanti abbiano implementato i livelli di attività fisica eseguita, indipendentemente dall’indice di massa corporea.
“Questo studio fornisce la prova di come l’esercizio fisico non abbia ripercussioni solamente sulla produzione di energia, ma anche sulla risposta agli stimoli alimentari – ha spiegato il professore James LeCheminant dalla Brigham Young University – Abbiamo voluto verificare inoltre se l’obesità influenzi in qualche modo il desiderio di mangiare, e così non è stato. Insomma risulta chiaro come l’esercizio fisico giochi un ruolo fondamentale nelle risposte neurali che si verificano alla vista del cibo”.
Anche se le risposte dell’organismo di ognuno potrebbero variare, questo studio dimostra che che l’esercizio fisico non è detto che aumenterà il tuo appetito, dato che un tosto allenamento al mattino può ridurre il desiderio di cibo.
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