Pannolini ecologici, lavabili e biodegradabili. I vantaggi per salute e ambiente
I pannolini lavabili Miosolo di Bambino Mio, brand inglese leader mondiale nel settore
Ogni giorno milioni di pannolini usa e getta finiscono in discarica, dove impiegheranno fino a 500 anni per decomporsi. Un impatto notevole che potrebbe essere evitato usando pannolini lavabili e biodegradabili (che fa bene anche alla salute e al portafoglio)
I pannolini lavabili Miosolo di Bambino Mio, brand inglese leader mondiale nel settore
Chiunque abbia o abbia avuto a che fare con bambini piccoli sa bene quale enorme mole di rifiuti venga prodotta dai pannolini usa e getta. Un dato di fatto che viene per lo più vissuto come qualcosa di inevitabile. In realtà il mondo dei pannolini lavabili o biodegradabili offre alternative molto interessanti anche dal un punto di vista salutare ed economico.
Le ultime generazioni hanno dimenticato, relegando a oggetti d’epoca, i tradizionali ciripà e i vari pannolini di stoffa usati almeno fino ai primi anni Ottanta. Una tendenza, questa, che sta lentamente cambiando grazie a un mercato che si evolve per rendere attuabile e pratica anche la scelta di usare pannolini ecologici.
Pannolini usa e getta: i dati e l’impatto sull’ambiente
Contraltare all’indubbia praticità degli usa e getta c’è da considerare l’impatto ambientale nonché le eventuali conseguenze sulla salute. Un discorso piuttosto complesso e ancora oggetto di studi.
Le stime parlano di otto milioni di pannolini usa e getta nel mondoche finiscono ogni giorno nell’indifferenziata, e di un consumo medio per bambino di circa 5mila pannolini nei primi due anni e mezzo di vita. Ognuno di questi impiegherà fino a 500 anni per decomporsi in discarica. Dati impressionanti riportati da Bambino Mio, marchio inglese nato nel 1991 e ad oggi il più grande produttore mondiale nel settore dei pannolini lavabili che offre scelte green anche nell’uso di prodotti ecologici per l’igiene del bambino e la pulizia degli stessi pannolini. Non è da trascurare infatti anche l’importanza, una volta optato per i pannolini ecologici, di lavarli in modo corretto per evitare di danneggiarli o di sprecare più energia elettrica del dovuto, vanificando così tutti gli intenti.
Pannolini lavabili: quanto si risparmia
Esistono diversi modelli, che si distinguono per tipologia, tessuto, sistema a taglie o misura unica e tipo di chiusura. Ci sono quelli composti da un unico pezzo (mutandina che include già il panno assorbente) e quelli che si compongono di due o più parti. Esistono anche pannolini ibridi, in cui il tampone è usa e getta e la mutandina lavabile: un compromesso sensato se si considera che la parte più difficile da smaltire degli usa e getta è proprio l’esterno plastico e impermeabile.
Per quanto riguarda i risparmi, per i circa 5mila pannolini che una famiglia deve acquistare per un bambino la spesa si aggira intorno a un minimo di 900-1000euro (considerando una media approssimativa di 20 centesimi a pannolino), contro una spesa intorno ai 200-400 euro (dipende dai marchi) per acquistare un kit di pannolini lavabili. Molti brand offrono, infatti, modelli lavabili a taglia unica regolabili per esempio con pratici bottoncini, utilizzabili dalla nascita fino al momento dello spannolinamento.
Pannolini ecologici: il trend in Italia
Anche se nel nostro Paese la cultura dei pannolini ecologici è ancora tutta da costruire ci sono interessanti realtà imprenditoriali che hanno deciso di scommettere sul futuro di questo settore, investendo su qualità e ricerca. Tra queste i pannolini Pss!, completamente made in Italy e nati proprio con l’intento di “minimizzare l’impatto che l’uomo ha sull’ambiente, fin dai suoi primi giorni di vita”. “Abbiamo scelto questo settore perché siamo certi che qualità e sostenibilità siano le due chiavi per fare impresa oggi e domani”, spiega uno dei suoi giovani imprenditori, Andrea Cortese.
“La richiesta della nostra linea Pss! è in aumento, ma questo non porta a dire che la richiesta di pannolini lavabili in Italia sia in aumento, soprattutto vedendo come negli ultimi mesi alcune iniziative imprenditoriali hanno smesso la propria attività in Italia. In Europa Paesi trainanti sono Germania, Austria, Spagna e in particolare la Finlandia, dove il 95 per cento delle mamme utilizza i pannolini lavabili. In Italia è il contrario”, ha precisato Cortese.
A registrare dati positivi è anche un altro marchio italiano, Agunga, fondato da Carla Babudri, che racconta:“Realizziamo tutto in Italia: dal filato fino al confezionamento. Tra qualche mese sarà visibile anche la filiera del prodotto in quanto ci teniamo alla trasparenza. I pannolini Agunga nascono insieme a mio figlio Samuel, che ora ha quattro anni. Ho voluto creare un pannolino lavabile, leggero ecomodo che potesse essere simile agli usa e getta in termini di praticità”.
Tutti i vantaggi per la salute dei bambini
Pannolini di cotone o realizzati con materiali naturali hanno vantaggi anche sulla salute dei bambini rispetto ai classici usa e getta fatti di polimeri sintetici. Questi garantiscono, infatti, una migliore traspirazione delle zone genitali, evitando anche l’esposizione a sostanze chimiche presenti nella parte assorbente come silicati, acrilati o derivati del petrolio, potenzialmente tossiche e causa di dermatiti e arrossamenti. Altri benefici dei pannolini in tessuto sono un migliore mantenimento della posizione ottimale per il corretto sviluppo dell’articolazione delle anche e una migliore percezione delle funzioni fisiologiche. Senza il comfort della tanto esaltata sensazione di asciutto il bambino è infatti stimolato ad abbandonare prima il pannolino, con tutti i benefici del caso.
Gli usa e getta biodegradabili
Esistono pannolini usa e getta biodegradabili, generalmente penalizzati da un prezzo superiore agli standard, ma sicuramente più green. Un esempio è la linea Nappynat, completamente made in Italy. “Ciò che contraddistingue i nostri prodotti (confezioni incluse) è la scelta di materie prime di origine vegetale, senza additivi chimici, paraffine e altre sostanze irritanti, per evitare il fenomeno del surriscaldamento e delle irritazioni cutanee”, spiega il responsabile di produzione Fabio Benedetti.
La questione dello smaltimento differenziato non è ancora completamente definita però, come precisa Marco Benedetti, responsabile del settore internazionale dell’associazione Chimica Verde: “Se i pannolini passano i test di compostabilità previsti dalle norme europee, dovrebbero essere gettati nell’organico. Ci sono però ancora alcuni limiti normativi, primo dei quali il fatto che i biopolimeri non sono ad oggi riconosciuti come una materia riciclabile come gli altri prodotti termoplastici, pur appartenendo chimicamente alla stessa famiglia e anche se di origine naturale. Per questo l’impegno è di ottenere il riconoscimento del triangolino del riciclo come per esempio hanno già alcuni paesi come Taiwan”.
Il consiglio a tutti i genitori è di “studiare” un po’, informarsi e, se possibile, fare un giro nelle pannolinoteche che mettono a disposizione campioni da provare e forniscono supporto (per saperne di più è utile il sito dell’associazione Non solo ciripà). Inoltre, questo argomento andrebbe affrontato più frequentemente nei luoghi idonei, come, ad esempio, durante i corsi pre-parto o le prime visite pediatriche. Un modo concreto per diffondere la cultura della sostenibilità anche in questo ambito.
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