Mentre il Premio Cairo tende sempre di più verso la neutralità climatica, l’opera vincitrice esprime tutte le preoccupazioni di una generazione.
Frontiers, il dramma dei migranti negli scatti di Paolo Pellegrin al Forte di Bard
Al Forte di Bard, Paolo Pellegrin racconta il dramma dei migranti nella mostra Frontiers. Nessuna retorica, solo scatti in bianco e nero. Un’esposizione essenziale.
Fino al 26 novembre 2017 al Museo delle fortificazioni e delle frontiere all’interno dello splendido Forte di Bard in Valle d’Aosta, sarà esposta la mostra Paolo Pellegrin. Frontiers, un reportage esclusivo che documenta il dramma dei viaggi della speranza delle migliaia di migranti che fuggono in cerca di un futuro migliore. Gli scatti di Paolo Pellegrin sono la cruda testimonianza dell’orrore in atto ormai ogni giorno: le traversate del mar Mediterraneo, l’esperienza degli sbarchi, la permanenza nei centri di accoglienza.
Pellegrin racconta cosa accadde a Lesbo
Più volte, negli ultimi anni, sono state le immagini, gli scatti fotografici a creare consapevolezza nei cittadini. Più ancora delle immagini in diretta, dei racconti, delle interviste. Fermare l’orrore in una fotografia sembra essere il mezzo più efficace per mostrare la realtà.
Così, il lavoro di Paolo Pellegrin riesce a raccontare fedelmente, senza retorica e sensazionalismo ciò che accade ormai ogni giorno. Nessun fenomeno, nessun evento eccezionale. La tragica quotidianità di chi cerca una nuova vita, per diversi motivi.
La maggior parte delle fotografie in mostra al Forte di Bard, sono il reportage della situazione sull’isola greca di Lesbo nel 2015 dove, secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), sono sbarcati più di 500mila degli 850mila rifugiati giunti in Grecia nel corso del 2015. Qui Pellegrin è soprattutto essere umano prima che giornalista e fotografo e non fa altro che presentare un fatto, lasciando agli altri umani, a chi non vede o non vuole vedere, le proprie riflessioni. Scatti intensi in bianco e nero, tecnica che forse uniforma ancor di più il destino che accomunerà i protagonisti immortalati: storie di fuga da guerre, miserie e povertà e spesso di indifferenza e rifiuto.
Una mostra realizzata in collaborazione con l’agenzia Magnum photos di Parigi che, grazie alla produzione site specific per l’architettura delle sale espositive del nuovo Museo delle fortificazioni e delle frontiere, evidenzia ancor meglio la riflessione sulle frontiere – visibili o invisibili, geografiche, politiche e sociali – che dividono le persone in Europa dinanzi alla sfida dell’accoglienza.
Chi è Paolo Pellegrin
Paolo Pellegrin è tra i più importanti fotoreporter al mondo. Membro di Magnum photos dal 2001, lavora con le più affermate testate internazionali e ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti, tra cui dieci World press photo e la Medaglia d’oro Robert Capa.
Ha trascorso i suoi ultimi 25 anni in viaggio portando a termine numerosi reportage, molti dei quali in Medio Oriente per documentarne la complessità. Tra questi, quello compiuto dall’aprile del 2015 per sedici mesi con Scott Anderson, giornalista americano che collabora con il New York Times magazine, con cui si è recato in un lungo viaggio dal Kurdistan alla Libia. Un itinerario nella storia contemporanea testimoniato attraverso le parole di sei persone qualunque, per comprendere la crisi attuale e le origini dell’imponente flusso migratorio che stiamo vivendo e che parte dalle primavere arabe che in una certa misura hanno coinvolto la maggioranza dei 22 paesi che compongono il mondo arabo.
Le opere di Paolo Pellegrin sono esposte anche a Torino, alla Camera della fotografia, fino al 21 maggio all’interno della mostra L’Italia di Magnum. Da Henri Cartier-Bresson a Paolo Pellegrin, un omaggio a Magnum Photos, la più storica e autorevole agenzia fotografica del mondo in occasione del 70esimo anniversario dalla sua fondazione.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In occasione della mostra al Mudec di Milano, vi raccontiamo vita e opere di Niki de Saint Phalle, la “donna artista famosa” per le sue Nanas.
Otto grandi mostre in giro per l’Italia, ma non solo, per un autunno all’insegna dell’arte in ogni sua forma: pittura, scultura e performance.
L’umanità tutta, scandagliata grazie alla fotografia, etica è in mostra a Lodi dal 28 settembre per un mese intero. Per avere a fuoco la realtà.
Un mare in tempesta fomentato da tuoni e fulmini si abbatte sulla riserva naturale orientata Bosco Pantano di Policoro, in Basilicata. Questa è la scenografia rappresentata nella foto vincitrice del primo premio Mother Earth day della 15esima edizione del prestigioso concorso Obiettivo Terra. Brigida Viggiano, la fotografa che si è occupata di immortalare questo scatto, ha
Shepard Fairey in arte Obey, realizza un murales a Milano inaugura la sua prima mostra personale in Italia.
Intervista ai curatori Sithara Pathirana e Claudius Schulze che hanno organizzato la Klima Biennale di Vienna, mettendo insieme arte e attivismo.
Tracey Lund era in vacanza alle isole Shetland, a nord della Scozia, e ne ha approfittato per una sessione fotografica. “La fotocamera dslr presa a noleggio, nella custodia impermeabile, è stata collegata al sistema polecam e calata in acqua. Migliaia di sule erano nel cielo sopra di noi e poi hanno iniziato a tuffarsi in
Quando l’arte trova “casa” nel paesaggio, possono nascere luoghi di racconto che vanno al di là delle opere stesse. Il risultato è spesso sorprendente.