L’apertura del Papa in un documentario: “Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni gay”.
Secondo papa Francesco “le persone omosessuali hanno il diritto di essere una famiglia”. La storica apertura del Pontefice alle unioni gay arriva all’interno di un documentario dal titolo inequivocabile, “Francesco”, diretto dal regista russo Evgeny Afineevsky, candidato anche all’Oscar, che intreccia la storia di oggi con interviste esclusive allo stesso Pontefice e altri importanti uomini di Chiesa. In un passaggio del film, presentato oggi alla Festa del cinema di Roma, il Papa afferma che le persone gay “sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.
Il film è stato ultimato lo scorso giugno e affronta, grazie allo sguardo del Papa, vari temi come quello della pandemia, del razzismo, degli abusi sessuali, ricorrendo a immagini di grande impatto.
Nel film si parla della guerra in Siria e Ucraina ma anche della persecuzione dei rohingya in Myanmar, ma il tema delle unioni tra omosessuali è quello che ha avuto maggiore impatto sul pubblico che per la prima volta ha assistito al film, anche se il messaggio di Papa Francesco è rivolto solo in parte all’Italia, che dal 2016 possiede già una legge sulle unioni civili.
Monica Cirinnà, che di quella legge era stata la prima firmataria, ha definito quelle del Pontefice “parole importanti, che sono certa scalderanno il cuore di molte e molte persone omosessuali credenti. Anche per i laici, confermano però che la fratellanza, la solidarietà, la pari dignità sociale e il senso di giustizia sono universali e possono attraversare, se c’è buona volontà, i confini tra le culture e le religioni, come dimostra anche l’ultima enciclica Fratelli tutti: tutte e tutti, anche le persone lgbtqi+”. Ma anche Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della famiglia, offre il suo punto di vista sulle parole espresse da papa Francesco, definendole anch’egli “importanti e definitive”. Per Adinolfi sono parole che “ribadiscono la distinzione tra l’istituto del matrimonio, che per il Papa e l’ordinamento giuridico italiano non può che essere tra un uomo e una donna, rispetto a quello dell’unione civile pensato per i gay”.
Ad oggi, il matrimonio omosessuale è consentito nel mondo in appena 28 paesi, mentre l’Italia fa parte di un nucleo più ristretto in cui l’unione tra coppie gay è consentita per legge con discipline diverse da quelle del matrimonio, come appunto le unioni civili.
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