Il clima che cambia sta delineando una nuova geografia del cibo con l’agricoltura chiamata a rispondere alle sfide ambientali e di sicurezza alimentare.
Papaya e tè verde contro il diabete
Due bustine di papaya fermentata e tre tazze di tè al giorno prima dei pasti aiutano a ridurre il tasso di colesterolo.
Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università delle Mauritius ha evidenziato che i papaya e tè verde agiscono in modo benefico rispettivamente sui livelli di proteina C reattiva e acido urico e sui livelli di zuccheri nel sangue. In una prima fase della ricerca, è stato chiesto a 77 volontari con diagnosi di
pre-diabete di bere tre tazze di tè verde al giorno, prima dei pasti, per quattordici settimane. Ad altrettanti soggetti è stata invece fatta assumere acqua calda, per lo stesso periodo. Dalle analisi cliniche effettuate al termine del test è emerso che il tè potenzia le difese antiossidanti dell’organismo senza dare luogo a effetti collaterali. “Abbiamo scoperto che il tè verde ha rafforzato le difese antiossidanti di coloro che avevano raggiunto la fase pre-diabetica. E, soprattutto, senza impatti negativi”, ha detto il
professor Theeshan Bahorun del Centro di Eccellenza per la Biomedica e Biomateriali di ricerca dell’università di Mauritius.
La seconda fase dello studio ha preso in esame gli effetti della papaya fermentata sul diabete in due gruppi di persone, uno da 50 e uno da 78. Il primo gruppo è stato invitato a consumare due bustine di papaya fermentata ogni giorno per un periodo di quattordici settimane; i membri del secondo gruppo hanno assunto quotidianamente due bicchieri d’acqua calda per altrettante settimane.
Al termine del periodo, tutti i partecipanti sono stati sottoposti a esami clinici per valutare i livelli di colesterolo, glicemia, urea, creatinina e acido urico. Anche in questo caso i risultati positivi sono stati registrati nel gruppo che aveva assunto la papaya fermentata. “Il tè verde impedisce l’aumento dei
livelli di zucchero nel sangue, mentre la papaya fermentata aiuta a ridurre positivamente il livello della proteina C reattiva e l’acido urico”, ha detto Bahorun, precisando che i risultati sono molto significativi perché mostrano una riduzione dei fattori di rischio per il diabete e le malattie cardiovascolari
senza intervento medico.
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