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Paralimpiadi, perché le atlete ruandesi del sitting volley hanno vinto comunque
Alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 la nazionale del Ruanda ha ispirato la società ad una visione diversa delle persone con disabilità. Ora si punta a Parigi 2024.
Si può vincere senza conquistare nemmeno un set fino alla finale per il settimo e ottavo posto? Sì, se fai parte della nazionale femminile ruandese di sitting volley, la pallavolo da seduti. Il Ruanda, infatti, è stato l’unico team dell’intera Africa subsahariana a qualificarsi per le Paralimpiadi di Tokyo 2020; più che per i risultati conseguiti sul campo, il vero successo delle atlete è stato portare nel proprio paese e nell’intero continente il loro messaggio: attraverso lo sport ogni condizione può migliorare, soprattutto in una nazione che conta ben 450mila cittadini con disabilità, pari a circa il 5 per cento della popolazione.
Quanto è difficile la vita con disabilità in Ruanda
Molte persone diversamente abili “stanno solo a casa e aspettano di morire. Non vanno a scuola, stanno semplicemente sedute a casa e non escono dalle loro stanze e si lamentano che non possono fare nulla nella loro vita”, racconta la capitana Liliane Mukobwankawe.
Secondo Mukobwankawe, le squadre di club del paese hanno avuto il grande merito di aver innalzato il profilo di questo sport, ispirando la società ad una visione diversa delle persone con disabilità. Il Ruanda si è faticosamente rimesso in moto dopo il genocidio che lo ha sconvolto negli anni Novanta e che ha causato un milione di morti: il difficile processo di pacificazione interna ha aiutato la ripartenza economica, ma non ha cancellato gli squilibri sociali e la povertà che attanaglia vaste fasce della popolazione.
L’esempio della nazionale maschile iraniana alle Paralimpiadi
L’allenatore Jean Marie Nsengiyumva ha spiegato che, grazie anche al sitting volley alle Paralimpiadi, “la mentalità sta cambiando, c’è molto più supporto culturale per le persone con disabilità perché vedono cosa sono capaci di fare”. Dopo aver perso per tre set a zero contro Stati Uniti, Russia e Cina, da ultime nel Girone B le atlete ruandesi hanno sfidato il Giappone nella finale per il settimo e ottavo posto, vincendo con un netto 3-0. Sono arrivate penultime, ma puntano addirittura al successo ai Giochi olimpici di Parigi 2024, forti di uno dei più grandi sistemi di club al mondo.
Si cerca di seguire l’esempio dell’Iran, che per decenni ha dominato la scena della pallavolo da seduti maschile grazie a un movimento interno in continua espansione. Il Ruanda conta già 18 squadre maschili e 12 team femminili che forniscono giocatori alla nazionale. Il sitting volley è uno sport unico perché i partecipanti competono stando seduti sul pavimento, quindi integra facilmente atleti con e senza disabilità: in altri paesi come la Francia e l’Inghilterra, anche gli atleti senza disabilità fanno parte del sistema dei club, ma poche nazioni possono contare su un numero così elevato di squadre di club come il Ruanda.
“Inizieremo ora a prepararci per Parigi 2024, non aspetteremo”, ha promesso l’allenatore. Fra tre anni la squadra non vorrà solo esprimere un forte messaggio, ma anche imporre il proprio gioco.
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