Un progetto ambizioso vicino alla stazione, per favorire l’intermodalità. Ecco le caratteristiche dei nuovi parcheggi di Amsterdam realizzati sottoterra, nel mare.
Parcheggi per biciclette obbligatori negli edifici: cosa contiene la proposta della Commissione europea
La Commissione europea propone l’obbligatorietà dei parcheggi per biciclette in contesti residenziali e non. Un’iniziativa importante per la riduzione delle emissioni di CO2 e la mobilità attiva.
Nella progettazione di un edificio i parcheggi per biciclette saranno obbligatori: questa è la proposta arrivata dalla Commissione europea e sostenuta dal Consiglio degli stati membri. Dalla fine del 2021, infatti, l’Unione europea è alle prese con l’aggiornamento della direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (Epbd) che delinea gli obiettivi e le misure che gli stati membri devono attuare per migliorare il rendimento energetico dei loro edifici. Un passo in avanti è stato compiuto a fine ottobre 2022, con il documento del consiglio in cui per punti si descrive quello che è l’approccio europeo, dando una sorta di “orientamento generale”.
In sostanza si prevedono “almeno due posti per biciclette per ogni unità abitativa” nei nuovi edifici residenziali dove siano presenti almeno tre posti auto. Negli edifici non residenziali è previsto un posto bici per ogni posto auto quando ci sono oltre 20 posti auto, mentre negli edifici nuovi o da ristrutturare quando si va oltre i cinque posti auto. Una novità volta a promuovere l’uso della bicicletta, ostacolato dalla mancanza di spazi facilmente accessibili e sicuri. Commissione, Consiglio e Parlamento europeo avvieranno negoziati per confrontarsi e finalizzare la revisione nel 2023. Gli obbiettivi sono molteplici. I parcheggi in loco infatti possono incoraggiare la riduzione di emissioni di CO2 dovute ai trasporti, possono stimolare un minor consumo di energia domestica oltre a promuovere modalità di trasporto più sostenibili.
Il ruolo della mobilità attiva, l’impegno di Ecf
La Federazione europea dei ciclisti (Ecf), una delle principali organizzazioni per la promozione della ciclabilità in Europa, svolge un ruolo importante con sforzi di lobbying sul Parlamento europeo, per garantire una revisione della direttiva chiara ed efficace. In particolare punta a rendere le possibilità di deroga più difficili da applicare e fornisce suggerimenti per i requisiti effettivi utili alla realizzazione dei parcheggi.
In generale considera questa decisione un passo nella giusta direzione ma sottolinea la necessità di disporre di spazio dedicato alle bici anche negli edifici esistenti, visto che l’85-95 per cento di quelli oggi presenti sarà ancora in piedi nel 2050. Non convince del tutto quindi il passaggio in cui si dice che per gli edifici esistenti si dovranno solo garantire “spazi adeguati” quando la fornitura di due parcheggi non sia fattibile durante il processo di ristrutturazione.
Per la federazione ciclistica, sebbene sembri ammissibile consentire una sorta di clausola di rinuncia, il processo e le possibili ragioni di giustificazione (come la mancanza di spazio fisico) devono essere definiti in modo molto più dettagliato per evitare abusi. Inoltre ricorda che sei stati membri (Belgio, Paesi Bassi, Francia, Germania, Irlanda e Lussemburgo) hanno già dichiarato pubblicamente di volere un testo più progressista al termine dei negoziati.
Parcheggi per biciclette, la direttiva
La direttiva riguarda anche gli edifici non residenziali come uffici, centri commerciali e cinema. Per gli edifici già esistenti con oltre 20 posti auto, viene previsto un posto bici per ogni posto auto, mentre per gli edifici nuovi o da ristrutturare viene previsto un posto bici per auto quando si superano i cinque posti auto. Tuttavia è stata inclusa anche una clausola di “opt-out”, ovvero una delega che consente agli stati membri di adeguare i requisiti non residenziali “dove le biciclette sono generalmente meno utilizzate come mezzo di trasporto” e di “assicurare il numero di parcheggi per biciclette appropriato” in edifici residenziali ristrutturati dove “non sono realizzabili due posti bici per ogni abitazione”.
Mancano inoltre le disposizioni sullo spazio da dedicare a biciclette di dimensioni maggiori, come le long tail e le cargo bike, nonché i punti di ricarica per le biciclette elettriche. Non resta che attendere il testo finale del Parlamento europeo con la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia che già si pone come un punto di svolta a livello europeo.
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