Una stretta opera di sorveglianza anti-bracconaggio ha dato i suoi frutti: il parco nazionale di Kaziranga ha quasi azzerato le uccisioni di rinoceronti.
- Il parco nazionale di Kaziranga ospita più della metà della popolazione globale di rinoceronti indiani.
- A partire dal 2016, il numero di animali uccisi illegalmente è crollato.
- Il merito è di una strettissima opera di sorveglianza anti-bracconaggio.
Il parco nazionale di Kaziranga, che si trova nello stato indiano di Assam, è un patrimonio dell’umanità. Nei suoi 430 chilometri quadrati di praterie, paludi e foreste, ospita circa 2.600 rinoceronti indiani (Rhinoceros unicornis), più della metà della loro popolazione complessiva nel mondo. Ma anche tigri del Bengala, elefanti indiani, bufali indiani, barasinga (anche noti come cervi di Duvaucel) e varie specie di uccelli che vi fanno tappa durante la loro rotta migratoria. Il parco nazionale di Kaziranga, negli ultimi anni, è diventato anche un modello di come si possa sradicare il bracconaggio: a partire dal 2016, il numero di rinoceronti uccisi illegalmente è crollato dell’86 per cento.
Nel 2022 nemmeno un rinoceronte è stato cacciato illegalmente
A diffondere questi dati è stato Himanta Biswa Sarma che dal 2021 è primo ministro dello stato di Assam (il ruolo è equivalente a quello del governatore di uno stato americano). Per la precisione, nei due decenni compresi tra il 2000 e il 2021 i bracconieri hanno ucciso 190 rinoceronti indiani. Il periodo più drammatico è stato quello tra il 2013 e il 2014, con 27 animali uccisi all’anno. Dopo il 2016, però, si è assistito a una brusca inversione di tendenza, arrivando nel 2022 a festeggiare il primo anno in cui nemmeno un animale è stato ingiustamente sacrificato. Per la precisione, non capitava dal 1977.
La strategia anti-bracconaggio del parco nazionale di Kaziranga
Il merito è di una strategia di tolleranza zero nei confronti dei bracconieri. Il parco nazionale di Kaziranga dispone infatti di una forza di protezione speciale, con un campo di sorveglianza ogni 5,82 chilometri quadrati. In tutto, conta quindi 233 campi anti-bracconaggio, ciascuno dei quali presidiato da un team che va dalle tre alle cinque persone.
Il rinoceronte indiano è classificato come “vulnerabile” dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). In tutto il mondo ne rimangono poco più di 4mila, un numero che ha visto una notevole crescita rispetto agli anni Ottanta, quando non arrivava a 1.500. Il totale, considerando anche le altre quattro specie, raggiunge circa i 28mila rinoceronti. La principale minaccia resta il bracconaggio: ai trafficanti fa gola soprattutto il corno, a cui la medicina tradizionale cinese attribuisce proprietà benefiche.
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