Non solo alberi. Ma cibo e benessere per i cittadini. È questa l’idea che c’è dietro a quella che viene chiamata “foresta urbana”, termine tornato in auge in questi ultimi mesi. E il Parco Nord di Milano pare aver preso alla lettera questa definizione. Infatti, già alla fine della chiusura dovuta alla pandemia, sono partiti diversi progetti all’interno dei confini del parco cittadino che si trova in una delle aree più fortemente urbanizzate e abitate della città metropolitana. Una sorta di ripresa verde, nel senso letterale del termine, dove i protagonisti sono gli alberi.
Da fine maggio infatti il Parco Nord Milano ospita circa 1.500 nuove piante, tra arbusti e alberi autoctoni, provenienti dalle attività di compensazione e di responsabilità sociale di aziende del territorio. L’iniziativa, che va i ad inserirsi nel più ampio progetto ForestaMi, ha l’obiettivo di piantare tre milioni di alberi entro il 2030 ed è stata lanciata lo scorso autunno dal Politecnico di Milano e dall’architetto Stefano Boeri. In particolare, la piantumazione ha ampliato i boschi esistenti nell’area corrispondente al settore Bresso Sud del parco, con specie arboree tipiche della pianura padana tra le quali la farnia, il carpino, il frassino, il tiglio e il ciliegio. In una nota rilasciata lo scorso maggio, il presidente del parco Marzio Marzorati, sottolineava come “prima le persone e prima l’ambiente, se si vogliono effettivamente contrastare l’insorgere di nuove epidemie e il cambiamento climatico, che è ancora la priorità globale che dobbiamo fronteggiare”.
Il Parco dove passeggiava Manzoni
Ma il rinnovamento del polmone verde cittadino, prevede di ampliare la sua proprietà naturale incorporando un nuovo ettaro di verde sul Seveso, in prossimità della chiesetta manzoniana di S.Vincenzo, nel comune di Cormano. Nel 2021 sorgerà così una nuova area verde che diventerà il bosco Manzoniano. Una passeggiata tra bagolari secolari, che probabilmente potrebbero aver ospitato anche il poeta. Il bosco, anticamente curato dai Signori Mangiarotti, successivamente è stato ceduto al Parco Nord Milano per aprirlo al pubblico.
Si tratta di un progetto di riqualificazione, che mette di nuovo a disposizione dei cittadini, un’area verde dall’immenso valore naturalistico. Dopo anni di abbandono diventerà finalmente fruibile, trasformato in un collegamento verde tra il quartiere manzoniano e il resto del parco. “Un’area di una bellezza straordinaria – conclude Marzorati – in grado di portare indietro nel tempo i visitatori grazie a una vera e propria cattedrale di bagolari centenari, maestosa, antica e unica nel suo genere in tutto il territorio della città metropolitana”.
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Sarà una “food forest”, o meglio una foresta edibile, quella che sorgerà invece tra ottobre e novembre. Un progetto che conferma la volontà dell’amministrazione del parco di migliorare la fruizione dell’area e ampliare la collaborazione tra pubblico e privato per una gestione efficiente del verde pubblico. Nascerà così un nuovo polmone che potrà dare frutti e cibo a chi vorrà crescere un albero. L’area della food forest sarà di 10mila metri quadri e ospiterà circa 2mila piante tra alberi da frutto, arbusti, e coltivazioni annuali di ortaggi. Ma ciò che è più importante è che sarà accessibile a tutti per consentire alle persone di scoprire e conoscere la coltivazione delle specie locali che più si adattano al suolo ed al clima milanese.
All’adozione delle piante possono partecipare tutti i cittadini attraverso il portale Wownature, progetto di riforestazione di Etifor, spin-off dell’università di Padova, impegnata in progetti di valorizzazione del patrimonio forestale. L’azienda è da tempo impegnata anche nella riforestazione delle aree montane colpite da Vaia, oltre che ad un grande progetto di forestazione urbana che cambierà il volto, e la qualità dell’aria della città di Padova.
L’iniziativa è stata lanciata grazie anche al supporto dei “Green Saturdays” organizzati dalla catena di ristoranti milanese That’s Vapore: ciascun sabato a partire dall’11 luglio, il 50 per cento del ricavoto dei piatti vegetariani consumati all’interno dei locali o ordinati tramite delivery, sarà dedicato alla messa a dimora di nuovi alberi. “Il progetto mira a creare un luogo dove le persone possano apprendere l’uso in cucina dei prodotti che derivano dalla nostra flora come foglie, bacche, semi, frutti, gemme e così via”, ha detto Lucio Brotto, co-fondatore di Etifor in una nota. “Con l’intento, quando le piante saranno cresciute abbastanza, di rendere i loro prodotti di libera fruizione per tutti con percorsi esperienziali e didattici guidati. Una volta adulte, inoltre, le specie piantate sono in gradi trattenere tra i 7 e i 33 kg di CO2 ogni anno per ciascuna pianta”.
Le prime specie che compariranno, nella porzione di parco di Bruzzano, saranno l’acero, il biancospino, il carpino, il ciliegio, il frassino, il melo selvatico, il nocciolo e molte altre. La cosa interessante è che verranno strutturati tre percorsi stagionali, primaverile, estivo e autunnale, per guidare il visitatore nella scoperta di storia, usi e ricette riguardanti le piante presenti grazie ad un apposito qr code riportato sulla segnaletica.
Un modo per riprendere spazio vitale, verde, pulito all’interno della cintura urbana, e godere di tutto ciò che un parco cittadino può offrire.
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