Parigi mette al bando i trottinettes, i monopattini elettrici in sharing che, da due o tre anni a questa parte, hanno letteralmente conquistato le città di tutta Europa. A stabilirlo è stato l’esito del referendum indetto dall’amministrazione cittadina di Anne Hidalgo, e che si è trasformato in un vero plebiscito: l’89,03 per cento dei parigini infatti hanno votato contro i monopattini elettrici in sharing.
💬 "Le 1er septembre prochain, il n'y aura plus de trottinettes en libre-service à Paris"
Anne Hidalgo s'exprime après le vote des Parisiens contre le maintien des trottinettes en libre-service dans la capitale pic.twitter.com/J9ViiIvAwt
La sindaca di Parigi Anne Hidalgo, che pure figurava nella schiera dei contrari, si era rimessa al volere della cittadinanza e ora il municipio di Parigi non rinnoverà i contratti dei tre operatori privati al momento esistenti in città (Lime, Tier e Dott), che a oggi schierano ciascuno 5mila monopattini elettrici nella capitale: fino al 31 agosto, data di scadenza dei contratti in essere, sarà ancora possibile utilizzare i trottinettes, che però a partire dal 1 settembre spariranno definitivamente. Naturalmente, il divieto riguarda solamente i monopattini elettrici in sharing: chi ha un monopattino elettrico proprio, potrà continuare a utilizzarlo.
L’affluenza bassissima e le differenze tra arrondissement
L’altro dato clamoroso che emerge dal referendum tenutosi domenica 2 aprile è però l’affluenza al voto: solamente il 7,46 per cento dei parigini aventi diritti è andato a votare, segno di un generale disinteresse verso la questione dei monopattini elettrici in sharing. Altro dato molto interessante da osservare è quello disaggregato per quartieri: pur sempre con percentuali molto alte, il no ha ottenuto punte sopra il 90 per cento nelle zone più periferiche, con un massimo di 91,6 per cento nel sedicesimo arrondissment, e punte leggermente più basse della media nelle zone più centrali. In ogni caso, il referendum non prevedeva il raggiungimento di un quorum ed è stato dunque ritenuto valido. Anne Hidalgo, dalla sede dell’Hotel de Ville, ha comunque parlato di “un livello di partecipazione particolarmente interessante. È una buona giornata per la democrazia, più di 100mila persone si sono recate a votare”.
Secondo Stephane Sejourne, presidente di Renew Europe, il gruppo che al Parlamento europeo riunisce i liberali (per l’Italia ne fanno parte Azione e Italia Viva), il voto sui monopattini è però “l’ammissione del fallimento di un sindaco di Parigi che non è riuscito a regolamentarne l’uso quando lo Stato le ha dato gli strumenti. È anche il risultato di una strategia urbanistica che si oppone al trasporto intermodale”.
Il referendum era stato indetto alla luce dei dati che segnalavano una crescita degli incidenti in città che hanno visto coinvolti i monopattini elettrici in sharing, oltre che per i problemi di decoro urbano legati al “parcheggio selvaggio” dei mezzi in sharing, spesso lasciati sui marciapiedi, nelle aiuole o direttamente in strada: secondo i dati della Questura di Parigi, nelle strade della capitale francese nel 2022 sono stati registrati 408 incidenti con i monopattini, siano essi privati o gratuiti, con 3 morti e 459 feriti: nove su dieci dei coinvolti non indossavano il casco. In tutta la Francia le vittime lo scorso anno sono state 22. Numeri in crescita, è vero (nel 2019, primo anno del boom di monopattini, le vittime erano state 10) ma comunque sempre decisamente inferiori a quelli legati a incidenti in scooter o in automobile, che invece sono in calo ma che nel 2022 a Parigi sono stati 12.897 con 100 vittime e 14.359 feriti.
Cosa ne pensano Roma e Milano?
Quella di Parigi è una decisione drastica, ma in ogni caso il problema è sentito anche in Italia, soprattutto nelle grandi città. Zeppo monopattini abbandonati ovunque, o che sfrecciano su marciapiedi schivando pedoni, è da tempo il centro storico di Roma: proprio nelle strade del centro incontriamo Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, che pur da ambientalista convinto esprime le proprie perplessità: “Mi sembra una cosa molto forte, però se questo è l’avvio di una riflessione per ordinare meglio la situazione, allora ben venga. Ma non vorrei che questo si traducesse in una guerra a tutto ciò che non è combustibile fossile…”. Secondo Bonelli “evidentemente Parigi non è stata in grado di regolamentare bene lo sharing, cosa che dovrebbe fare anche Roma, perché qui è un disastro. I monopattini sono un problema, anche per il modo in cui vengono collocati e utilizzati”.
Oggi sul sito di Roma Capitale è stato pubblicato il bando per la selezione dei tre operatori che svolgeranno il servizio di monopattini a noleggio sul territorio capitolino: https://www.comune.roma.it/web/it/bando-concorso.page?contentId=BEC953729
In effetti il Comune di Roma è già intervenuto sulla mobility sharing con un bando di gara dal quale, entro fine mese, usciranno le tre compagnie vincitrici (rispetto alle 9 attualmente presenti): i monopattini elettrici verranno regolamentati, ma non spariranno.
“Abbiamo grande rispetto per la volontà degli elettori parigini e dell’amministrazione – premette l’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, ma si tratta di contesti urbani e di mobilità differenti: Parigi ha una superficie di 105 kmq servita da 14 linee metropolitane, Roma quasi 1200 kmq servite da 3 linee…”. Con un contesto del genere, “consideriamo la mobility sharing strategica nell’ottica di una intemodalità che a Roma serve, soprattutto per l’ultimo miglio: da casa alla stazione, dalla stazione all’università, a scuola, a lavoro… in un un sistema come quello di Roma i monopattini sono fondamentali e strategici”.
Certo, continua Patanè, “abbiamo chiesto alle aziende che vinceranno la gara una diffusione più capillare sui vari municipi: oggi sono quasi interamente nel centro storico, causando anche un caos non indifferente” Diffonderli anche nelle periferie “avrebbe invece la funzione trasportistica che vogliamo dargli. Altrimenti continuerebbero ad avere solamente una funzione ludica a vantaggio dei turisti, che non serve alla città”.
Secondo la nuova direttiva, a Roma i monopattini elettrici passeranno da 14.500 a 9mila, di cui solo tremila nel centro e gli altri dislocati nelle periferie. In più sarà obbligatorio parcheggiare negli stalli appositi, ogni mezzo avrà una targa e potranno noleggiare solo i maggiorenni.
Milano a oggi conta una flotta di 5mila 200 monopattini elettrici, e regole già simili a quelle che sta per introdurre Roma: velocità massima dei mezzi è pari a 20 km/h che diventano 6 km/h nelle aree pedonali e parcheggi definiti esclusivamente nelle aree destinate al parcheggio di bici e moto nella cerchia dei Navigli, oltre che a lato strada negli altri quartieri, dove non espressamente vietato.
Il Comune e l’assessorato alla Mobilità del capoluogo lombardo si ritengono al momento assolutamente soddisfatti dell’attuale gestione del parco di microveicoli a disposizione, e non hanno in programma modifiche alla situazione attuale: la Giunta Sala attende semmai le possibili novità in arrivo nelle prossime settimane, o mesi, a livello nazionale: il governo infatti starebbe pensando a una modifica al Codice della strada per rendere obbligatorio l’uso del casco e la copertura assicurativa per tutti gli utilizzatori di mezzi di micromobilità elettrica, e solo in quel caso Milano, come ovvio, prenderà le misure necessarie per adeguarsi.
Bene che le società di sharing si attrezzino per controllare l'uso dei propri monopattini. 🛴
Semmai è l’assessore alla Sicurezza Romano La Russa della Regione Lombardia a ricordare i dati Areu, l’agenzia regionale emergenza e urgenza, che parlano di 1.746 incidenti dal giugno 2020 a oggi a causa dei monopattini, e suggerisce che il referendum di Parigi “sia uno spunto di riflessione. L’uso sconsiderato dei monopattini, frutto delle scriteriate politiche sostenibili di Sala, oltre ad aumentare i profitti delle società di noleggio, ha chiaramente provocato una crescita degli incidenti”. Incidenti che, rispetto ad esempio a quelli con le biciclette, riguardano spesso pericolosi traumi cranici, per il fatto che un impatto improvviso con il monopattino provoca spesso una caduta in avanti, mentre quello in bici in genere fa cadere lateralmente: proprio per questo l’obbligatorietà del casco sembra essere una misura urgente e necessaria.
La versione di LifeGate
Secondo Roberto Sposini, chief mobility editor di Lifegate, “la Ville Lumiere da anni, tra incidenti e polemiche remava contro: i 9 su 10 che hanno votato per la messa al bando, lo hanno fatto principalmente per la mancanza di regole, o per il mancato rispetto di esse. Ottime ragioni, ed è innegabile che le stesse problematiche ci sono anche in altre città”. D’altro canto però, aggiunge Sposini, “la micromobilità ha degli indubbi vantaggi: è agevole, intelligente, economica, comoda, insomma sostenibile se ben gestita. Siamo certi che la via sia eliminare un servizio utile a tutti, siamo certi che non esista una disciplina che possa limitarne le innegabili criticità? A nessuno piacciono monopattini che sfrecciano ovunque senza regole, ma forse facendole, delle regole, e spiegandole ai cittadini la questione avrebbe potuto risolversi al meglio”.
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