La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
Il fallimento del Parlamento europeo sul trasporto di animali vivi
Il Parlamento europeo ha deciso di non vietare il trasporto di animali vivi su tratte lunghe, malgrado le raccomandazioni della Commissione Anit.
Il Parlamento europeo ha scelto di non vietare il trasporto di animali vivi su tratte a lunga percorrenza. Pur trattandosi di una pratica anacronistica, ingiusta e dolorosa che coinvolge ogni anno oltre un miliardo di animali in viaggio all’interno dell’Unione europea e verso Paesi terzi. La decisione degli eurodeputati non ha tenuto conto delle richieste dei cittadini, né delle svariate denunce e inchieste portate avanti in questi anni.
Il fallimento del voto sul trasporto di animali vivi
Il testo delle raccomandazioni fornite dalla Commissione d’inchiesta per la protezione degli animali durante il trasporto (Anit) era approdato già indebolito in aula, privato delle principali richieste di intervento sistemico sui gravi problemi legati al trasporto degli animali. Il testo votato in Plenaria dagli europarlamentari, però, tradisce ulteriormente il benessere degli animali, una delle priorità alla base della strategia europea Farm to fork – come sottolineato dal Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides –, a favore di un mantenimento dello status quo dell’industria alimentare che non fa bene ad animali e persone.
Il gioco al ribasso dei 557 deputati europei che hanno votato il testo in questione ha stabilito un tempo massimo di viaggio di otto ore anche per gli animali destinati alla macellazione, un limite che tuttavia resta applicabile solo al trasporto su strada, lasciando alla mercé di viaggi infernali che possono durare giorni o addirittura mesi gli animali trasportati via mare. L’efficacia di questo provvedimento è d’altra parte compromessa dal fatto che, all’interno di queste 8 ore di viaggio, non viene conteggiato anche il tempo di carico e scarico degli animali, ma solo il tempo di effettivo movimento del mezzo su cui gli animali sono trasportati, prolungando di fatto l’agonia di questi ultimi.
Respinte le richieste di non trasportare alcuni animali
Accanto a questa decisione, c’è anche quella di respingere gli emendamenti che avrebbero permesso di vietare il trasporto di animali gravidi al 40 per cento della fase di gestazione, nonché la richiesta di vietare il trasporto di animali molto giovani di appena un mese di vita. Il limite di quattro settimane per permettere il trasporto rimane così solo per i vitelli, eccetto nei casi in cui la distanza da coprire è inferiore ai 50 chilometri. Tali respingimenti sono gravi perché danno modo di continuare a trasportare animali in condizioni di salute estremamente precarie che avrebbero bisogno di cure idonee, ma che non vengono garantite ed esclude completamente gli agnellini che ogni anno sono soggetti a infiniti viaggi dall’Europa dell’Est e dalla Spagna verso l’Italia.
Attualmente, la prospettiva di sostituire il trasporto di animali vivi con metodi meno crudeli è piuttosto ridotta. La Commissione Anit ha scelto infatti una linea ancora cauta, espressa dalla decisione di sostituire al trasporto di animali vivi quello di carne e carcasse solo “quando possibile”.
Un epilogo, quello della recente votazione, che si contrappone pertanto a quanto richiesto da milioni di cittadini europei attraverso la campagna No animal left behind: stop al trasporto di animali vivi dall’Europa verso l’estero, divieto di trasporto di lunga durata all’interno dei confini europei e introduzione di criteri specifici per ciascuna specie; un tema su cui la Commissione d’inchiesta ha ammesso la mancanza di regole complete a livello europeo.
Necessaria una banca dati ufficiale
La Commissione europea è chiamata ora rivedere il Regolamento europeo sui trasporti “sulla base delle ultime prove scientifiche, creando una banca dati europea per i controlli ufficiali e la verifica delle navi cargo per trasporto animali negli Stati membri”, oltre a garantire l’attuazione delle norme esistenti.
Nell’autunno del 2023 è dunque attesa una nuova proposta legislativa che, si spera, tenga finalmente conto delle pessime condizioni che gli animali sono costretti a subire e intervenga per riformare un sistema che lucra sulla loro sofferenza.
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