La gestazione per altri, in qualsiasi forma, è ora reato anche se si va all’estero

Sì definitivo del Parlamento per far diventare la gestazione per altri reato universale, anche nell’ipotesi che sia in forma solidale.

  • Approvata in via definitiva la proposta di legge che fa diventare la gestazione per altri reato universale.
  • La Gpa è già vietata in Italia, l’obiettivo del governo era che lo diventasse anche farlo all’estero.
  • L’anno scorso alla Camera era stata bocciata anche la maternità surrogata solidale, senza fini di lucro.

A distanza di oltre un anno, anche il Senato ha votato a favore della proposta di legge che estende il reato di surrogazione di maternità, già previsto n Italia con pene che vanno dalla reclusione (da tre mesi a due anni) a multe tra 600mila e un milione di euro, anche ai casi in cui la gestazione per altri avviene all’estero per conto di cittadini italiani, anche in Paesi dove la pratica è legale. Tutta la maggioranza ha votato a favore, con 84 sì, mentre i voti contrari sono stati 58.


L’Italia ribadisce il proprio no alla gestazione per altri (gpa), la pratica più volgarmente nota come maternità surrogata, o ancora più volgarmente utero in affitto. Una pratica che in realtà è già vietata nel nostro Paese dal 2004, ma che con la proposta di legge a prima firma della deputata Carolina Varchi di Fratelli d’Italia la maggioranza punta a far diventare reato universale, ovvero perseguibile anche se commesso all’estero. Ieri, 26 luglio, la Camera ha dato il suo primo parere favorevole all’inasprimento della norma: un risultato che tutto sommato era scontato, perché nella maggioranza su questo tempo c’era grande compattezza. Meno scontato era invece che l’opposizione si spaccasse sulla gravidanza solidale per altri, ossia la possibilità di portare a termine una gravidanza per altri senza fini di lucro.

La gestazione per altri è già vietata in Italia

Già oggi, la legge sulla procreazione assistita prevede che “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600mila a un milione di euro”. Ma nei mesi scorsi il governo aveva già stoppato le trascrizioni al comune dei certificati di nascita di figli di famiglie omogenitoriali: il caso più eclatante è stato quello della Procura di Padova, che a fine giugno ha impugnato gli atti di nascita di 33 figli di coppie omogenitoriali registrati dal sindaco dal 2017 a oggi.

Di fatto, era così iniziata una campagna volta proprio a ostacolare il ricorso alla maternità surrogata all’estero, dove è permessa in diversi Paesi: tra questi, i più gettonati sono Grecia, Albania, Georgia, Repubblica Ceca, prima della guerra Ucraina e Russia, e poi Messico, Guatemala, India, Nepal, ma anche paesi “ricchi” come Belgio, Danimarca, Canada, Stati Uniti: A seconda del paese e della struttura cui ci si rivolge, il costo complessivo di una maternità surrogata varia da 50mila a 200mila euro o più.

Carolina Varchi, nel giorno del primo sì della Camera alla propria proposta, ha ribadito che a suo parere si tratta infatti di una pratica “aberrante, che mina le basi delle relazioni sociali”. E circa la questione delle mancate trascrizioni ha assicurato: “Non c’è nessuna discriminazione e nessun diritto violato: ogni bambino ha un genitore biologico, che può trascrivere il proprio figlio all’anagrafe. Decenni e decenni di femminismo per avallare una pratica per cui una donna viene trasformata in una sorta di forno…”.

Il no alla gestazione solidale per altri

Ma l’altro caso, come detto, ha riguardato la cosiddetta gravidanza solidale per altri. La prevedeva un emendamento presentato da Riccardo Magi, di PiùEuropa, ispirato a una vecchia proposta dell’Associazioni Luca Coscioni, la stessa che lotta per la legalizzazione dell’eutanasia e, più in generale, per l’autodeterminazione della persona: poteva essere una soluzione per superare il giusto dilemma etico legato alla commercializzazione della gravidanza e allo sfruttamento delle donne in condizioni di indigenza, e in qualche modo costrette ad “affittare” il proprio utero. “Noi siamo convinti che l’alternativa a questo obbrobrio giuridico sia la regolamentazione della gestazione solidale per altri, che è quello che già avviene in molte democrazie avanzate  – aveva detto Magi in aula -. La società italiana è andata avanti, e serve governare e regolare queste situazioni: è questo il modo per combattere la clandestinità e la proibizione, che portano allo sfruttamento”.

Se ovviamente la proposta di Magi non ha trovato fortuna nella maggioranza di centrodestra, ha fatto scalpore anche quanto accaduto all’opposizione: solamente il gruppo di Alleanza Verdi Sinistra si è espressa a favore, ma con la notevole eccezione della capogruppo, Luana Zanella: “Si tratta di una grande mistificazione – ha detto Zanella – perché attorno alla presunta generosità di una donna che presta se stessa per una gravidanza, c’è profitto da parte di tutti i soggetti coinvolti, in particolare le agenzie che anche a livello europeo agiscono come un vero e proprio settore produttivo, in cui la donna viene sfruttata per la sua capacità produttiva”.

Una posizione personale del tutto rispettabile, ma che per una giornata ha creato un vero cortocircuito politico: una delle esponenti più a sinistra del Parlamento applaudita vigorosamente dalla destra e attaccata, per esempio, da Alessandro Zan, il ‘padre’ della mai nata legge contro l’omotransfobia, che ha definito “reazionario” il discorso della collega.

Questo articolo è stato pubblicato la prima volta il 27 luglio 2023

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