È un voto storico quello del parlamento portoghese, che con 136 voti a favore, 78 contrari e 4 astenuti ha approvato il disegno di legge sulla morte medicalmente assistita. Perché possa entrare in vigore manca soltanto la firma del presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, il quale, pur essendo cattolico e moderatamente conservatore, ha dichiarato che per prendere una decisione non si farà influenzare dalle proprie opinioni personali. Il presidente avrà venti giorni per esaminare il disegno di legge e decidere se approvarlo in via definitiva oppure chiedere ulteriori modifiche da parte dei legislatori o l’intervento della Corte costituzionale, dal momento che la Costituzione del Portogallo sancisce che “la vita umana è inviolabile”.
Il testo del disegno di legge approvato dal parlamento portoghese
Se la nuova legge, frutto dell’unione di cinque testi esaminati nel febbraio del 2020, entrerà in vigore, consentirà alle persone maggiorenni che si trovano in situazioni di “estrema sofferenza” o sono affette da “malattie incurabili o fatali” – “la cui volontà sia attuale, ribadita, reale, libera, seria e chiara” – di ricorrere all’eutanasia “con l’aiuto di professionisti della salute”, in accordo con il “parere scientifico” dei medici. Al personale sanitario sarà comunque consentita l’obiezione di coscienza.
“Con questo voto, l’assemblea della Repubblica ha conferito dignità e rispetto alla nostra democrazia”, ha commentato José Manuel Pureza, legislatore del partito Blocco di sinistra, fra i promotori del testo unico insieme ai Verdi. Anche Rui Rio, leader dell’opposizione di centro-destra, ha votato a favore della legalizzazione dell’eutanasia, nonostante la maggioranza degli altri membri del suo partito abbia votato contro.
In base a un sondaggio dell’anno scorso, il 60 per cento dei portoghesi è favorevole all’eutanasia; la Chiesa voleva un referendum che è stato bocciato dal parlamento. Se il presidente non si opporrà al voto dell’assemblea, si tratterà di un cambiamento storico per il Portogallo, paese tradizionalmente cattolico che ha introdotto il diritto all’aborto soltanto nel 2007 e che si unirà così alla lista dei paesi dove l’eutanasia è legale: Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Canada e Uruguay. In Colombia non esiste una legge al riguardo, ma la pratica è permessa in base a una sentenza della Corte costituzionale.
In Svizzera e in alcuni stati americani è ammesso il suicidio assistito, che differisce dall’eutanasia per il fatto che l’atto finale di togliersi la vita, somministrandosi le sostanze necessarie in modo autonomo e volontario, è compiuto interamente dal soggetto stesso e non da soggetti terzi. La Nuova Zelanda ha approvato la legalizzazione dell’eutanasia con un referendum a ottobre, e il provvedimento entrerà in vigore a novembre di quest’anno. In Spagna si attende l’approvazione da parte del Senato, dopo il parere favorevole della Camera.
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L’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva (Unfpa) e il gruppo Prada hanno lanciato un programma di formazione per le donne africane.
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