Scatta il 3 luglio 2024 una delle misure della direttiva europea sulla plastica monouso: i tappi devono restare attaccati per un lembo alle bottiglie.
Stop alle microplastiche in Europa, lo chiede il Parlamento di Strasburgo
Stop a plastiche ossidegradabili e microplastiche nei cosmetici. L’Ue sollecita la creazione di un mercato unico delle plastiche riciclate.
Incentivi per la raccolta dei rifiuti in mare, nuove norme a livello europeo in materia di biodegradabilità e compostabilità e divieto totale di utilizzo della plastica ossidegradabile, che non è biodegradabile né compostabile e influisce negativamente sul riciclaggio della plastica convenzionale, entro il 2020. Sono alcune delle proposte contenute nella risoluzione non vincolante approvata a metà settembre dal Parlamento Europeo con 597 voti favorevoli, 15 contrari e 25 astensioni. I deputati propongono, inoltre, un divieto delle microplastiche nei cosmetici e nei prodotti per la pulizia entro il 2020.
Standard di qualità per un mercato unico della plastica
Un mercato interno per le materie prime secondarie è necessario per garantire la transizione verso un’economia circolare. Per questo motivo Strasburgo chiede a Bruxelles di definire degli standard sulla qualità per rafforzare il mercato della plastica secondaria, tenendo conto dei diversi gradi di riciclaggio compatibili con i diversi usi, garantendone la sicurezza soprattutto nel caso di plastica riciclata destinata ad uso alimentare.
Per incentivare l’utilizzo della plastica riciclata il Parlamento Ue propone di ridurre l’iva sui prodotti contenenti materiali riciclati.
“La mia relazione non è un appello contro la plastica, ma un appello per un’economia circolare della plastica, in cui trattiamo la plastica in modo sostenibile e responsabile, in modo da poter fermare gli effetti dannosi e preservare il valore della catena di produzione. Per avere successo, dobbiamo utilizzare la strategia come leva per modelli circolari di produzione e consumo. Dobbiamo fornire soluzioni su misura, poiché non esistono soluzioni facili. E dobbiamo lavorare insieme lungo l’intera catena”, ha detto Mark Demesmaeker, relatore al Parlamento Ue.
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Il Parlamento sottolinea che esistono diversi modi per raggiungere tassi elevati di raccolta differenziata e riciclaggio, tra cui gli Stati membri possono scegliere: un sistema di responsabilità estesa del produttore, meccanismi di deposito-rimborso e una maggiore sensibilizzazione dei cittadini.
Inoltre Strasburgo evidenzia il ruolo che i pescatori potrebbero svolgere nella lotta contro la plastica nei mari, raccogliendo i rifiuti durante le loro attività di pesca e riportandoli in porto; e perché questo avvenga la Commissione e i Paesi dell’Ue dovrebbero incentivare questo tipo di attività.
Europei sommersi da plastica e microplastiche
Ogni anno gli europei generano 26 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica ma meno del 30 per cento viene raccolto per essere riciclato, mentre solo il 6 per cento della plastica immessa sul mercato è costituita da materiali riciclati. Una parte viene esportata per essere smaltita da paesi terzi mentre il resto va in discarica, viene incenerito oppure, nel peggiore dei casi, non viene raccolto e finisce per disperdersi nell’ambiente, inquinando soprattutto foreste, spiagge, fiumi e mari. La plastica rappresenta l’85 per cento dei rifiuti delle spiagge e oltre l’80 per cento dei rifiuti marini.
Nel tentativo di contrastare l’inquinamento da plastica, la Commissione europea ha adottato a gennaio una strategia che propone di rendere tutti gli imballaggi di plastica riutilizzabili o riciclabili entro il 2030 e di ridurre il consumo di materie plastiche monouso e dimicroplastiche.
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