Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Luca Parmitano ad Expo: “Non esistono parole per descrivere la bellezza del nostro pianeta”
L’astronauta italiano racconta i momenti della sua permanenza a gravità zero: “È questo il momento di pensare al nostro pianeta e a prenderci cura di esso”.
A poco meno di due anni (9 luglio 2013) dalla sua prima passeggiata nello spazio, Luca Parmitano, ospite del padiglione americano, racconta alcune delle sensazioni ed emozioni vissute a 400 chilometri d’altezza, a gravità zero.
Ad aprire l’incontro l’amministratore della Nasa, Charles F. Bolden Jr., che spiega ai partecipanti come l’agenzia spaziale americana monitori, grazie a circa 100 sistemi satellitari, lo stato di salute del pianeta nelle sue componenti principali: acqua, suolo, oceani e atmosfera. Parla anche del cambiamento climatico in atto, Bolden: “I dati ci dicono che il clima sta cambiando. E credo che noi stiamo peggiorando lo stato di Madre Natura. Per questo abbiamo bisogno di questi strumenti per capire quale sia il nostro impatto“.
Credits Nasa.
Tocca poi all’astronauta siciliano parlare della sua esperienza nella stazione spaziale internazionale. Per chi ama lo spazio e ancor di più il pianeta, non può che essere una storia coinvolgente. “Una delle cose più complesse delle operazioni extraveicolari è la coreografia: c’è talmente tanto da fare e così poco tempo, che ogni azione è calcolata minuto per minuto”, esordisce Parmitano.
“Durante uno di queste attività ho avuto un privilegio straodinario. Mentre ero agganciato ad uno dei bracci della stazione, ho avuto per quasi 7 minuti del tempo libero. C’ero io, con le braccia libere e la mia macchina fotografica. Tutt’a un tratto ho visto per la prima volta un’alba orbitale“.
Dal nulla in un attimo, tutti i colori della Terra.
E la visione è quasi “biblica”, spiega Parmitano. “In orbita ci muoviamo a circa 38 mila chilometri l’ora e in direzione contraria alla rotazione terrestre. C’è un momento, un attimo, che l’alba esplode in orbita. Dal buio assoluto, tutt’a un tratto esplodono i colori: immaginatevi prima il colore del mare, l’azzurro in milioni di tinte, il bianco delle onde, l’ocra della terra, il verde delle foreste. Dal nulla, in un attimo, tutti i colori della Terra”.
Credits Luca Parmitano/Facebook.
È in quel momento che si percepiscono l’unicità e la bellezza del nostro pianeta, che esplodono in tutta la loro magnificenza. “La Terra è l’unico pianeta che abbiamo, l’unico che ospita la vita come la conosciamo. E non ci appartiene. È come il futuro: è nelle nostre mani, ma non è nostro. È questo il momento di pensare al nostro pianeta e a come prenderci cura di esso”.
Credits Luca Parmitano/Facebook.
Ma questa non è l’unica delle esperienze maggiormente impresse nella memoria del pilota. L’astronauta si sofferma nel raccontare gli ultimi momenti prima della partenza. Il silenzio poco prima del lancio, il rombo e le vibrazioni del razzo che attraversa tutta la struttura fino a penetrare nel petto, e poi l’eccezionale accelerazione che arriva da zero a 28 mila chilometri l’ora in 8 minuti e 48 secondi. “E poi in un attimo il silenzio e gli oggetti che tenevo in mano cominciano a fluttuare”, mentre i colleghi lo guardano sorridendo.
“Un giorno – conclude Parmitano – noi andremo su un altro pianeta. E quando accadrà che un astronauta, nato magari su Marte, tornerà sulla Terra, credo che una volta arrivato in orbita, guardando la Terra, dirà: ‘Sono tornato casa'”.
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