Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
Parte la petizione per salvare Denmark Street a Londra
Se siete musicisti e siete stati almeno una volta a Londra, probabilmente avete visitato Denmark Street. Situata nel cuore della città, nel quartiere di Candem, Denmark Street è una breve strada stretta che collega Charing Cross Road con St. Giles High street, molto importante per le sue connessioni con la musica britannica tanto da essere conosciuta come
Se siete musicisti e siete stati almeno una volta a Londra, probabilmente avete visitato Denmark Street. Situata nel cuore della città, nel quartiere di Candem, Denmark Street è una breve strada stretta che collega Charing Cross Road con St. Giles High street, molto importante per le sue connessioni con la musica britannica tanto da essere conosciuta come “via della musica di Londra”. Tutti i locali e i negozi di strumenti musicali che si trovano in questa strada, infatti, hanno un forte legame con la storia della musica inglese, a partire dal jazz, passando per il rhythm and blues fino alla musica punk dei suoi ambasciatori inglesi – i Sex Pistols.
La maggior parte degli edifici risale al 1800, quando la zona era considerata molto popolare per la sua vicinanza ai teatri e ai pub di Soho. Gli affitti a buon mercato attiravano artisti, compositori e musicisti e per questo, a partire dalla fine dell’‘800, gli editori musicali incominciarono a fondare qui le proprie imprese. Nel 1930 la strada era rinomata per le edizioni musicali, tanto da guadagnarsi il nome di Tin Pan Alley di Londra. Negli anni Cinquanta e Sessanta, autori ed editori si trovavano nei locali di Denmark Street mentre, più avanti negli anni, i Rolling Stones registrarono il loro primo album al numero 4, sede dei Regent Sounds Studios, così come fece anche Jimi Hendrix. Elton John scrisse il suo classico Your Song trovando l’ispirazione sui tetti degli edifici situati qui e qualche anno più tardi, i Sex Pistols vissero al numero 6, dove registrarono anche la loro prima demo. Nel 1970 i Kinks dedicarono alla via anche una canzone, Denmark Street per l’appunto, traccia del loro album Lola Versus Powerman and the Moneygoround, Part One.
Ancora oggi la strada è sede di un certo numero di negozi di strumenti musicali e club di musica dal vivo che hanno visto suonare sul proprio palco artisti del calibro di Jeff Buckley. Ma, negli ultimi anni, molti importanti punti di riferimento musicali situati nelle vicinanze hanno chiuso o addirittura sono stati demoliti come l’Astoria che, pur essendo il più grande club di musica dal vivo di Londra, nel 2009 ha dovuto chiudere per far posto allo sviluppo dei lavori di ampliamento della metropolitana.
Così, per preservare il grandissimo valore storico che Denmark Street racchiude e per evitare la chiusura di altri negozi e locali musicali (come il 12 Bar Club che riesce ancora a ospitare musica dal vivo sette giorni su sette), è stata attivata una petizione per chiedere che all’area venga concesso lo stesso stato di conservazione speciale dei vicini Hatton Garden e Savile Row, la strada dove sorgono gli storici laboratori sartoriali di Londra.
Come si legge nella petizione, infatti: “Troppi luoghi storici di Londra sono stati persi per agevolare lo sviluppo di grandi imprese, noi imploriamo di non lasciare che luoghi come il 12 Bar Club siano i prossimi di questa vergognosa lista”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I Massive Attack hanno chiuso l’edizione 2024 del Todays festival con uno show unico, dove la musica si è mescolata alla mobilitazione politico-sociale.
Dopo quasi quindici anni, il sogno dei fan si realizza: i fratelli Gallagher hanno fatto pace, gli Oasis tornano a suonare insieme.
Long Story Short è il nuovo Ep dell’artista italopalestinese Laila Al Habash. L’abbiamo incontrata per parlare di musica, attivismo e del genocidio nella Striscia di Gaza.
Hard art è il collettivo interdisciplinare fondato da Brian Eno per combattere i cambiamenti climatici e le crisi globali del nostro tempo.
Il progetto Sounds right consente agli artisti di accreditare la natura come co-autrice quando utilizzano i suoi suoni nelle loro composizioni.
La techno diventa voce di protesta contro i cambiamenti climatici nelle strade di Parigi grazie al collettivo Alternatiba Paris.
“Sulle ali del cavallo bianco” è il nuovo album di Cosmo, a tre anni dall’ultimo. Un periodo in cui il musicista di Ivrea è cambiato molto, tranne su un punto. La voglia di lottare per i diritti civili.
La commissione nazionale tedesca per l’Unesco ha dichiarato la scena techno di Berlino patrimonio culturale della Germania, riconoscendo il ruolo di musica, club e rave nei processi di trasformazione sociale.