La società IQAir ha pubblicato il suo nuovo report annuale sull’inquinamento atmosferico.
I territori in cui i limiti di PM2,5 restano entro le soglie consentite rappresentano una ridotta minoranza.
Il territorio in cui si respira l’aria più pulita è l’isola di Guam, nell’oceano Pacifico.
I tre stati più inquinati sono Ciad, Iraq e Pakistan.
Australia, Estonia, Finlandia, Grenada, Islanda e Nuova Zelanda. Questi sei stati sono gli unici, in tutto il mondo, in cui nel 2022 i livelli di particolato fine (PM2,5) si sono mantenuti entro i limiti considerati sicuri. Insomma, in cui le persone hanno respirato aria pulita. È quanto emerge dalla quinta edizione del report annuale di IQAir, società svizzera che si occupa proprio di monitorare la qualità dell’aria.
Cos’è il PM2,5 e qual è il limite fissato dall’Oms
Lo studio aggrega i dati ricavati durante il 2022 da oltre 30mila centraline, collocate in 7,323 località in 131 stati, paesi, territori e regioni. In un’ottica di citizen science, più della metà dei dati è frutto delle rilevazioni condotte dalle persone comuni. “Abbiamo bisogno che i governi monitorino la qualità dell’aria, ma non possiamo stare ad aspettarli. Il monitoraggio da parte delle comunità crea trasparenza e urgenza”, spiega l’amministratore delegato di IQAir, Frank Hammes.
Esistono diverse sostanze inquinanti nell’aria, ma il report si focalizza sul particolato fine, meglio noto come PM2,5. Mentre il PM10 è più grossolano e quindi penetra nelle vie aeree superiori, il PM2,5 è talmente fine da penetrare nei polmoni e nei bronchi secondari, passando dunque alla circolazione sanguigna. L’Organizzazione mondiale della sanità nel 2021 ha imposto dei limiti più stringenti perché l’aria sia considerata salubre, abbassando la concentrazione massima consentita di PM2,5 da 10 a 5 microgrammi per metro cubo (5 µg/m3).
Quali sono i (pochi) territori in cui si respira aria pulita
Peccato, però, che i paesi che hanno rispettato questa soglia di sicurezza siano una sparuta minoranza: Australia, Estonia, Finlandia, Grenada, Islanda e Nuova Zelanda. A loro si aggiungono altri sette territori insulari che non hanno autonomia giuridica, tutti collocati nel bel mezzo dell’oceano: Nuova Caledonia, Porto Rico, Bonaire, Sint Eusatius e Saba, Bermuda, Isole vergini britanniche, Polinesia francese e Guam. Proprio nell’isola di Guam, nel Pacifico, si respira l’aria più pulita in assoluto, con una concentrazione media annua di PM2,5 di appena 1,3 µg/m3.
Quali sono gli stati più inquinati nel mondo
L’Italia è nella metà peggiore della classifica, con un livello medio di PM2,5 pari a 18,9 µg/m3, più del triplo rispetto alla soglia indicata dall’Oms. Un valore senza dubbio preoccupante che però impallidisce in confronto agli 89,7 µg/m3 del Ciad, lo stato più inquinato in assoluto. C’è da dire però che in tutto il paese c’è stata una sola centralina che nel 2022 ha monitorato quotidianamente la qualità dell’aria, nella capitale N’Djamena. La scarsità di rilevazioni pubbliche e affidabili è un problema molto comune in Africa. Sui 54 stati del continente, soltanto 19 sono stati quindi inclusi nel report: il quadro che ne viene dipinto dunque è molto parziale.
Each time @IQAir adds a new country that once lacked air quality data – as it did with Chad in 2021 – those countries inevitably wind up at the top of the most-polluted list.
Tenendo conto di queste limitazioni, la classifica degli stati in cui si respirano quantità allarmanti di smog prosegue con Iraq (80.1 µg/m3), Pakistan (70.9 µg/m3), Bahrain (66.6 µg/m3), Bangladesh (65.8 µg/m3). Guardando invece alle capitali, sul podio ci sono la già citata N’Djamena (Ciad), seguita da Nuova Delhi (India) e Baghdad (Iraq); Roma è al 75mo posto con un livello annuo di 12,6 µg/m3, pari a quello di Berlino.
Attraverso i dati ricevuti dai satelliti e dalle centraline posizionate nelle città, AirVisual Earth analizza in tempo reale i livelli di inquinamento dell’aria. È consultabile online e accessibile a tutti. Per sapere cosa stiamo respirando basta un semplice click.
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