I dati emersi dall’ultimo rapporto Ismea, l’ente pubblico che analizza il mercato agro-alimentare, ci obbligano a riflettere sul costo del cibo e su come buona parte del prezzo pagato non arrivi agli agricoltori.
Pastificio Futuro, un lavoro e una speranza per i detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo
All’interno del carcere minorile di Casal del Marmo a Roma, il Pastificio Futuro offre una concreta prospettiva di riscatto ai ragazzi reclusi.
- Il Pastificio Futuro, sorto nel carcere minorile di Casal del Marmo, è attivo nella produzione, nel confezionamento e nella vendita di pasta.
- Attualmente impiega tre ragazzi maggiorenni detenuti affiancati da alcuni operatori, ma l’obiettivo è assumere venti persone tra interni ed esterni.
- L’iniziativa offre ai giovani reclusi un percorso professionale, ma anche educativo e formativo.
Nel suo nome è racchiusa la sua missione: il Pastificio Futuro, sorto all’interno del carcere minorile di Casal del Marmo a Roma, vuole dare una prospettiva concreta ai giovani detenuti. In uno stabilimento di 500 mq, con accesso indipendente rispetto all’istituto di pena, i ragazzi reclusi lavorano alla produzione, al confezionamento e alla vendita di pasta.
Un pastificio nel carcere per far lavorare i giovani detenuti
Il pastificio è stato inaugurato ufficialmente qualche giorno fa, ma il progetto, come racconta Elio Grossi, volontario da 35 anni nel penitenziario e consigliere della Cooperativa Gustolibero che gestisce la produzione, risale al 2013: “In seguito alla visita all’istituto di Papa Francesco che esortò i ragazzi a “non lasciarsi rubare la speranza”, il cappellano di allora, Padre Gaetano Greco, ebbe l’idea di creare un pastificio all’interno di alcuni edifici abbandonati del carcere in cui far lavorare i giovani reclusi. Per realizzare il progetto per prima cosa chiedemmo la concessione al ministero della Giustizia per gestire in comodato d’uso questi spazi, quindi costituimmo la cooperativa. Caritas e Cei ci promisero un corposo finanziamento a fondo perduto per coprire alcune delle spese se avessimo trovato altre risorse per raggiungere la copertura completa, risorse che abbiamo ottenuto poi attraverso la partecipazione a un bando del ministero dello Sviluppo Economico. Nel 2022 sono partiti i lavori per la costruzione del pastificio e a maggio 2023 abbiamo assunto le prime tre persone, una ragazza e due ragazzi maggiorenni che hanno compiuto reati quando erano minori e che sono detenuti nell’istituto”.
Un percorso professionale e formativo
Come prevede l’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, i detenuti possono uscire dal carcere per svolgere attività lavorative: “I ragazzi sono assunti con regolare contratto e lavorano quattro ore al giorno per cinque giorni la settimana affiancati da operatori tecnici che insegnano loro le varie mansioni e da educatori che li seguono nel percorso formativo. Non si tratta solo di consentire loro di apprendere un mestiere, ma anche di farli crescere dal punto di vista personale e sociale imparando a mantenere la concentrazione durante il lavoro, a rispettare gli orari e le consegne, a relazionarsi con gli altri e a lavorare in squadra”.
I ragazzi ricevono uno stipendio, mentre i proventi della vendita di pasta sostengono le spese del pastificio, dalla materia prima alle bollette. Come spiegato dagli ideatori dell’iniziativa, ciò che differenzia questa proposta da quanto sperimentato negli anni all’interno dell’istituto come corsi professionali e laboratori è la convinzione che non si debba dare “qualcosa da fare” ai ragazzi detenuti, ma fornire loro una effettiva prospettiva di riscatto dopo il periodo di detenzione. Secondo i dati diffusi dal Cnel, in Italia, la percentuale di chi torna a delinquere una volta uscito dal carcere si aggira intorno al 70 per cento, mentre per chi ha svolto un’attività lavorativa continuativa e formativa durante il periodo di detenzione la cifra scende al 2 per cento.
Una pasta di qualità (e dove acquistarla)
Attualmente nel carcere minorile di Casal del Marmo sono detenuti una cinquantina di giovani dai 14 ai 25 anni, tra cui sette ragazze e una percentuale maggiore di stranieri. L’obiettivo dell’iniziativa imprenditoriale è quello di arrivare a produrre fino a 500 tonnellate annue di pasta così da poter assumere progressivamente circa 20 persone fra esterne e interne in rapporto 1:3.
“Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo fare un prodotto di qualità. Per questo utilizziamo una semola del Lazio, facciamo la trafilatura al bronzo e l’essiccazione lenta. Ciò che però dà il maggior valore alla pasta è il messaggio che contiene, un messaggio di speranza, ma non solo. Lavorando qui i ragazzi sentono per la prima volta nella loro vita che qualcuno ha fiducia in loro, che non è vero che non valgono niente, e questo dà loro la carica per andare avanti. Noi offriamo un’opportunità, sta ai ragazzi coglierla e metterci tanta forza di volontà. I contratti vengono rinnovati di volta in volta secondo quello che decide il giudice, ma anche secondo la libera scelta dei ragazzi che possono continuare questo percorso o cercare un’altra strada”.
I prodotti del Pastificio Futuro si possono acquistare online e presso il punto vendita del pastificio e il prossimo obiettivo è quello di raggiungere anche la grande distribuzione.
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