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Cane da pastore tedesco, il principe delle razze canine
Il pastore tedesco è una delle razze più famose e apprezzate. Nato in Germania, si è rapidamente diffuso per le sue abilità di difensore e guardiano
- È considerato il principe dei cani per il suo aspetto maestoso e la sua grande abilità come guardiano e difensore.
- La sua popolarità ha portato però a un indebolimento della razza.
- Attualmente solo una selezione attenta e consapevole può far ritornare il pastore tedesco agli antichi fasti.
Chi non conosce il pastore tedesco? Questo magnifico cane da guardia e da difesa è il protagonista dei nostri sogni e dei desideri di ogni appassionato cinofilo. Dal baldo Rin Tin Tin all’ispettore Rex, passando per fumetti e cartoni animati, il mitico esponente della razza nata in Germania è stato, ed è ancora, il beniamino di generazioni di bambini e adolescenti cresciuti nel culto del cane difensore di casa, famiglia e territorio. Ma, negli anni, il pastore tedesco come molte, troppe razze create dall’uomo, ha conosciuto un declino fatto di patologie ereditarie, problemi comportamentali, fragilità emotive che ne hanno minato la tempra da guerriero e la longevità. Rimane però intatto il suo potenziale di cane forte e determinato, e una attenta selezione può essere alla base delle sua ripresa a livello di allevamento. Ma cerchiamo ci conoscerlo meglio prima di addentrarci nelle problematiche attuali di quello che è tuttora il referente emotivo di ogni amante dei cani.
Il pastore tedesco, qualche cenno storico
Il primo esemplare del cane da pastore tedesco – questa la definizione completa della razza – è storicamente riconosciuto nell’ormai lontano 1899, quando un soggetto di questo tipo venne iscritto nel libro dell’allevamento dell’Associazione per il cane da pastore tedesco (S.V.) con la sigla S.Z. 001 (Schäferhund Zuchtbuch 001). Il nome che comparve sul registro dell’allevamento è quello di Horand von Grafrath, rifacendosi all’affisso cinofilo del suo proprietario. L’associazione di razza prese vita in occasione della prima riunione dei soci fondatori svoltasi ad Augusta il 23/24 aprile 1899 con il benestare della V.D.H. (Verband für das Deutsche Hundewesen).
In Horand confluivano le doti caratteriali e i pregi morfologici idealizzati dai pionieri dell’associazione canina. Tutte qualità ricercate tra le varietà delle razze da pastore già presenti nei vari distretti zonali germanici e che andavano a costituire il prototipo del cane da guardia e da difesa per eccellenza. In sintesi si può parlare di una grande attitudine per la difesa e la guardia di cose e persone, unite a un aspetto imponente e a una struttura solida. Un pastore tedesco deve soprattutto incutere timore e rispetto, ma deve sapersi trasformare in un compagno affidabile e paziente per i bambini e le persone più deboli del nucleo famigliare.
Fu nel 1921, a opera di Otto Kämpfedel, responsabile del registro per l’allevamento della razza (Zuchtbuchführer), che venne introdotto il Körschein, un documento che attestava l’effettiva idoneità caratteriale e morfologica dei soggetti iscritti destinato a fini riproduttivi. L’esigenza di introdurre un’ulteriore normativa si rese necessaria a seguito della crescente produzione di esemplari, che molto spesso disattendeva le più ovvie cautele previste dalle direttive societarie in materia di allevamento. In questo particolare contesto si inserirono purtroppo dei “commercianti di cani” senza scrupoli, che con il loro comportamento poco ortodosso e fuorviante contribuirono significativamente a inflazionare la selezione del pastore tedesco, sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo.
Il parere dell’esperto sul pastore tedesco
Per meglio comprendere la genesi di questa grande razza canina siamo ricorsi all’aiuto di un esperto: il dottor Francesco Micoli, medico veterinario e direttore sanitario di ReproVet Genetics Italia. Ecco cosa ci ha detto.
- Gruppo: cani da pastore e bovari (esclusi bovari svizzeri)
- Sezione: cani da pastore
- Varietà: a pelo corto; a pelo lungo
“Il pastore tedesco è un cane sportivo e con una spiccata attitudine alle diverse discipline cinofile sportive e al lavoro in genere. Si tratta di una sua caratteristica unica che lo rende particolarmente utilizzato in vari ambiti. I soggetti di questa razza esprimono nel movimento un’efficienza dinamica del 100%, o almeno così dovrebbe essere in un cane ben selezionato. Ed è proprio l’energia muscolare impiegata a trasformarsi in un movimento fluido, senza perdite di efficienza o spreco di energia. Il tutto si esprime, poi, in un trotto allungato prodotto da una poderosa spinta del treno posteriore in equilibrio con l’angolatura del treno anteriore. Si tratta di una caratteristica in grado di sostenere grande forza e imprimere un movimento energico ed elegante con l’impiego della minor energia necessaria. Ciò consente a al pastore tedesco di sostenere sessioni di lavoro prolungate e performanti. E di essere il cane perfetto per la guardia e la difesa.
Purtroppo nel pastore tedesco, come in ogni altra razza canina, si notano alcune patologie che ne inficiano il benessere e la longevità. E’ il caso della displasia dell’anca e del gomito e, in genere, di diversi disturbi osteorticolari su base genetica, che affliggono alcune razze di grossa e media taglia. Spesso si è portati ad identificare il pastore tedesco come affetto frequentemente da queste malattie, e ciò gli ha fatto meritare erroneamente l’appellativo di “razza a rischio”. In realtà il rischio di contrarre la patologia non è superiore a quella di altre razze e spesso è anche inferiore. Lo studio della displasia attraverso gli “screening” radiografici, infatti, finalizzato all’utilizzo in riproduzione di soggetti affetti, inizia proprio in Germania patria della razza fin dal 1966, e pur rappresentando oggi, un sistema antiquato perché ancora basato sul dato fenotipico, ha consentito di controllare nel tempo la sua incidenza.
Nel pastore tedesco, perciò, la displasia deve essere considerata come una patologia osteorticolare su base genetica che colpisce diverse altre razze canine, così come la presenza di problematiche di questo tipo in generale. Oltre a questo si segnalano nella razza forme neoplastiche, la mielopatia degenerativa (altra malattia invalidante), alcune dermatiti specifiche, le patologie cardiache e certe forme di epilessia idiopatica. Si possono riscontrare, inoltre, forme leucemiche, alterazione della coagulazione sanguigna, malformazioni alla nascita, ecc. La ricerca del cosiddetto ipertipo, accentuando le qualità morfologiche a scapito della salute e del benessere, ha favorito certamente la comparsa di patologie a sfondo genetico. Ciò ha costituito un grosso problema, soprattutto in Italia, in quanto non è mai stata posta alcuna vigilanza in relazione alle pratiche di selezione, determinando una percentuale di consanguineità medio/alta distribuita nella popolazione di razza”.
Il carattere del pastore tedesco
Per evitare un comportamento eccessivamente aggressivo e protettivo, il pastore tedesco deve essere ben socializzato e addestrato all’obbedienza sin da cucciolo. Deve vivere insieme alla famiglia ed essere sempre controllato quando intorno sono presenti altre persone o animali domestici. La sua esuberanza potrebbe sfociare, infatti, in aggressività. Si tratta di un cane che non deve essere confinato in box o in un giardino, né da solo né con altri cani. La vicinanza del nucleo famigliare, infatti, è per lui imprescindibile. Il pastore tedesco è un cane attivo che ama essere impegnato in qualche attività, condizione basilare per un suo corretto sviluppo. La muta, considerevole, avviene 2 volte all’anno, ma negli altri periodi si assiste a una perdita quasi costante di una quantità minore di pelo. Per controllarla e tenere il mantello in buone condizioni, il cane va spazzolato più volte alla settimana.
Spiega la dottoressa Chiara Dissegna, medico veterinario: “Una crescita troppo rapida e carenze nutrizionali nel periodo dello sviluppo sono fattori che possono peggiorare significativamente le condizioni dell’animale. Anche il movimento eccessivo, come iniziare a praticare uno sport a livello agonistico in giovanissima età, influenza lo sviluppo di problematiche ortopediche. E’, infatti, importante che il cucciolo cresca lentamente e svolga un’attività fisica commisurata alle sue reali possibilità. La miglior prevenzione si fa partendo da un’alimentazione bilanciata, che favorisca uno sviluppo armonico e graduale con le giuste integrazioni funzionali, come omega3, vitamina C, vitamina E e beta carotene”.
Per il pastore tedesco, così come per altre razze di grande taglia, i consigli del medico veterinario e le visite periodiche sono il modo migliore per ottenere un cane sano e longevo che possa restare al nostro fianco il più a lungo possibile.
FAQs
- Quanto vive un pastore tedesco? La vita media di un pastore tedesco è di circa 9-13 anni. Questa durata può variare a seconda della salute generale, della cura e delle condizioni di vita del cane.
- Quanto pesa un pastore tedesco? Un pastore tedesco adulto può pesare tra i 22 e i 40 kg. I maschi tendono a essere più pesanti e robusti rispetto alle femmine.
- Quanto mangia un pastore tedesco adulto? Un pastore tedesco adulto generalmente consuma tra i 500 e i 600 grammi di cibo secco al giorno, divisi in due pasti. La quantità esatta può variare a seconda dell’età, del livello di attività fisica e dello stato di salute del cane.
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