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Patagonia investe nel trattamento naturale dei tessuti
La società californiana ha annunciato la collaborazione con un’azienda svizzera specializzata nel trattamento dei tessuti dei capi tecnici a basso impatto ambientale.
Patagonia, la nota azienda di abbigliamento e attrezzatura outdoor, ha annunciato di aver investito in una società specializzata nel trattamento a base di materie prime naturali dei tessuti ad alte prestazioni.
Beyond Surface Technologies è una società svizzera fondata sul presupposto che è possibile effettuare trattamenti tessili a base di materie prime naturali senza sacrificare le prestazioni o ridurre la durata della vita di un prodotto. L’investimento è stato realizzato attraverso “$20 Million & Change”, il fondo creato da Patagonia nel 2013 per sostenere le imprese più innovative impegnate nella ricerca di soluzioni alla crisi ambientale e nella promozione di un cambiamento positivo attraverso il business.
Secondo Patagonia per realizzare abbigliamento tecnico che sia performante in condizioni climatiche particolarmente avverse, come piogge torrenziali, freddo e vento, alcune sostanze chimiche sono una componente necessaria. Queste sostanze possono tuttavia essere tossiche ed avere un notevole impatto ambientale.
Proprio per questo l’azienda californiana fondata da Yvon Chouinard è alla ricerca di soluzioni meno impattanti. Grazie a questo accordo Beyond Surface Technologies condividerà con Patagonia ogni scoperta orientata alla produzione di abbigliamento outdoor sostenibile.
“L’investimento di Patagonia ci dà l’opportunità di accelerare i test e di ridurre il tempo di realizzazione dei nostri prodotti – ha dichiarato Matthias Foessel, amministratore delegato di Beyond Surface Technologies. – Patagonia ci consente di crescere ancora più velocemente e di migliorare le prestazioni a vantaggio dell’ambiente, pur rimanendo completamente autonomi e indipendenti”.
Patagonia si conferma così tra le società più attive nella difesa dell’ambiente e la sua filosofia si può riassumere nella frase di Yvon Chouinard: “non si può fare business in un pianeta morto”.
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