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Esiste una tecnologia in grado di ottenere energia elettrica dai passi degli esseri umani. L’augurio è che possa provenire anche dal movimento delle auto.
Ricavare energia elettrica dal cammino delle persone. E fra qualche tempo, se possibile, dalla circolazione delle auto (più precisamente, la generazione di energia potrebbe avvenire quando i veicoli si fermano agli stop e ai semafori), come auspica il Gruppo Volkswagen, da sempre sensibile alle tematiche ambientali. A un primo sguardo potrebbe sembrare la classica invenzione tanto interessante quanto irrealizzabile: invece il pavimento che ricava energia dai passi delle persone è già realtà e ha dimostrato di funzionare. Si chiama Pavegen ed è frutto del genio di Laurence Kemball-Cook, un designer industriale sensibile alla tematica delle fonti rinnovabili per la produzione di energia che ha avuto un’intuizione davvero interessante. “L’eolico e il solare possono non funzionare nelle grandi città, dove c’è molta ombra e gli edifici bloccano il vento” spiega Kemball-Cook, che ha una laurea in design industriale, in un’intervista ripresa da MoDo, il portale di Volkswagen Group Italia che racconta la mobilità di domani. “Una stazione della metro all’ora di punta è come un alveare, pieno di attività ed energia. E se si potesse sfruttare quest’energia e trasformarla?”
Detto, fatto. Kemball-Cook e il suo team di tecnici si sono messi al lavoro per creare il pavimento capace di trasformare l’energia cinetica dei passi in elettricità. Ma il primo prototipo, pur incoraggiante, non fornisce risultati soddisfacenti. La svolta arriva nel 2016, quando la Pavegen mette a punto la seconda generazione del pavimento. Le “mattonelle” di cui è composto, a tre lati, presentano un volano per ogni angolo. Queste, e altre ottimizzazioni, consentono di generare fino a 200 volte più elettricità rispetto al prototipo iniziale. Le applicazioni più logiche per una pavimentazione di questo genere (garantita venti anni) sono quelle nei luoghi affollati: centri commerciali, aeroporti, zone pedonali.
L’obiettivo è che il medesimo meccanismo di recupero dell’energia si possa applicare – con gli opportuni adeguamenti – al manto stradale, per trasformare l’energia cinetica delle auto di passaggio (su pedane posizionate agli stop e ai semafori) in elettricità. Dato il peso delle auto – 1.500 kg circa, in media, contro 75, sempre a livello indicativo, di una persona – si potrebbe generare una quantità d’energia decisamente superiore. Va detto che Pavegen non ha ancora rilasciato informazioni ufficiali sullo stato di avanzamento lavori in merito a questo progetto.
Pavegen ha “steso” la sua pavimentazione in diversi luoghi del mondo. Fra questi: l’International Airport di Abu Dhabi, alcune sedi di Bnp Paribas e di Ellandi, Google e Siemens. Non solo: le mattonelle che trasformano energia cinetica in elettricità si trovano anche in Bird Street (che è anche la prima strada al mondo ad averle ricevute), a Londra, già dal 2017 e hanno permesso di alimentare l’illuminazione. Ancora, Pavegen è presente a Washington D.C., nei pressi della Casa Bianca. Senza contare le numerose applicazioni di tipo promozionale, in occasione per esempio di grandi eventi sportivi (del rugby e della Formula E).
Affinché un’invenzione possa rappresentare un passo avanti per l’umanità – e/o per l’ambiente – deve sussistere una condizione irrinunciabile: la sostenibilità economica della stessa. Diversamente, tale soluzione rischia di rimanere incompiuta, confinata nel cassetto delle buone idee, ma irrealizzabili. Bene: nel 2018, Kemball-Cook ha firmato un memorandum d’intesa con Siemens per espandere il volume d’affari dell’azienda. Vendendo – questo è l’obiettivo – il pavimento smart allo stesso prezzo di uno tradizionale.
La pavimentazione Pavegen dispone anche di una serie di trasmettitori Bluetooth a bassa potenza, i beacon. In questo modo si ha una rappresentazione precisa dei flussi di persone, dei picchi di traffico pedonale e delle abitudini delle persone. Elementi chiave per lo sviluppo delle smart cities . Non è tutto: la tecnologia Pavegen consente anche, tramite app, di decidere dove inviare l’energia generata; a un negozio o a un ente di beneficenza, solo per fare due esempi. Tutto ciò perché Laurence Kemball-Cook e la sua Pavegen non dimenticano uno dei principi fondanti della propria attività: la “gamification of life”. In poche parole, trovare modi divertenti per motivare le persone al cambiamento mediante feedback immediati. ”Nei prossimi mesi l’obiettivo è attivare un sistema che ‘premi’ le persone per i loro passi”, dice infine Kemball-Cook. Qualcosa che potrebbe stimolare anche i più pigri a fare attività fisica. Con il doppio vantaggio: quello individuale, salutistico, e quello collettivo, di creazione di energia pulita”.
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