Abbiamo chiesto a Patrizia Dondio, psicologa, di parlarci di pedofilia. Come deve comportarsi la famiglia? Come riconoscere dei possibili segnali dai nostri bambini?
Abbiamo chiesto a Patrizia Dondio, psicologa, dei consigli sul tema pedofilia.
Patrizia Dondio, quali consigli darebbe ad una giovane famiglia per fronteggiare la pedofilia?
Un tempo si diceva di raccomandare ai bambini di “non accettare le caramelle dagli sconosciuti”, in realtà ciò che davvero può aiutare i nostri figli è un dialogo aperto e autentico. I bambini devono poter sentire di contare sui genitori in ogni momento e di potersi confidare con loro senza paura. Il “buon genitore” è colui che non si pone né come amico né come despota ma è colui/colei che è la figura vicina affettivamente, di cui potersi fidare e con cui potersi confidare, è insomma una guida, un sostegno, colui che è sempre pronto all’ascolto del proprio bambino. Di solito un bambino “oggetto di attenzioni particolari” si sente in colpa, prova vergogna e spesso si sente responsabile di quanto accaduto. Sapere di poter parlare liberamente con mamma e/o papà significa trovare aiuto.
Ci sono dei segnali che possono aiutarci a capire se nostro figlio è in pericolo?
Non esistono indicatori precisi. Tuttavia i genitori che si trovano di fronte ad un comportamento insolito dovrebbero domandarsi il perché. Gli incubi notturni, ansia, nervosismo, silenzi immotivati, calo del rendimento scolastico… possono essere sintomi di diverse tipologie di disturbi. E’ compito dei genitori e di tutte le persone che devono prendersi cura dei piccoli capire se e che cosa sta accadendo. Un segnale peculiare, ma non necessariamente correlato all’abuso, è anche l'”erotizzazione” del bambino. Se nostro figlio mostra conoscenze sessuali improprie per l’età, informazioni che non gli sono state date all’interno della famiglia, è importante capire dove le ha acquisite. Queste conoscenze possono essere delle esperienze traumatiche. Ad esempio, un bambino piccolo che assiste a delle scene sessuali, non è in grado di capirne il significato, e potrebbero sembrargli atti violenti e inspiegabili.
Come comportarsi di fronte a questi segnali?
Sapere che nostro figlio è vittima di un pedofilo può essere sconvolgente, è importante allora fare molta attenzione alle proprie reazioni perché il nostro comportamento può peggiorare la situazione; si dovrebbe cercare di mantenere la calma per non agitare e mettere in ansia il bambino. Cercare di voler sapere a tutti i costi cosa gli è successo potrebbe spaventarlo e angosciarlo ulteriormente; il bambino in questo momento ha bisogno, ancor più che in altri momenti, di sentirci capaci di ascoltarlo e di proteggerlo. E’ fondamentale apparire ai suoi occhi come capaci di aiutarlo e comprenderlo. Se si tratta di un caso di pedofilia non bisogna dimenticare che spesso, se si giunge all’atto sessuale, questo avviene come fosse un gioco tra il bimbo e il “nuovo amico”. Molti bambini non sanno che si tratta di qualcosa che potrebbe fargli male e quindi può risultare estremamente difficile capire cosa è successo. Rivolgersi alle Forze dell’Ordine e ad un esperto in materia (psicologi, assistenti sociali, etc., specializzati in temi di maltrattamento e/o abusi), è comunque la strategia migliore non solo per aiutare il nostro bambino, ma anche per riuscire a far fronte ad una situazione che, come genitori, non può che gettarci nel panico.
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