Il leader del Psoe Pedro Sánchez si è assicurato il suo terzo mandato con 179 voti favorevoli su 350 seggi totali.
Il leader del Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe) Pedro Sánchez, è stato rieletto capo del governo dal Parlamento spagnolo. Sánchez ha ottenuto la maggioranza assoluta, con 179 voti favorevoli su 350 seggi totali nel voto di fiducia davanti al Congresso dei Deputati spagnolo. Hanno votato a favore otto partiti: il Psoe, la coalizione di sinistra Sumar, i partiti indipendentisti catalani Erc e Junts, quelli baschi Bildu e Pnv, il partito galiziano Bng e quello delle Canarie CC. Contrari e critici nei confronti dell’accordo i popolari vincitori alle elezioni in estate, i deputati di estrema destra di Vox e il partito navarro.
L’elezione di Pedro Sánchez arriva ben quattro mesi dopo le elezioni di luglio, in cui a vincere era stata la destra trainata dal Partito Popolare di Alberto Núñez Feijóo, che però non era riuscita a trovare una maggioranza per governare. Le negoziazioni per formare un nuovo governo si erano dunque presto indirizzate sul Psoe. La maggioranza a favore di Sánchez, che era anche il presidente uscente e inizierà ora il suo terzo mandato, ha potuto contare sul sostegno dei parlamentari del Psoe e di Sumar, una coalizione formata dai rappresentanti di Podemos e altri partiti che rappresenta la sinistra radicale spagnola.
L’accordo più dibattuto a sostegno di Sánchez è quello con i deputati di Junts per Catalunya, il partito indipendentista catalano dell’ex presidente catalano Carles Puigdemont, che aveva posto come condizione insindacabile all’appoggio a Sánchez la concessione dell’amnistia per tutti i partecipanti all’organizzazione del referendum per l’indipendenza della Catalogna nel 2017, considerato illegale dallo stato spagnolo.
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