Le zone ricoperte da vegetazione sulla Penisola Antartica – la regione più settentrionale dell’Antartide, che va da Capo Adams alle isole Eklund – sono oggi quattordici volte più estese rispetto al 1986. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, secondo il quale quelle che comunicano a crescere nella regione sono delle piante “pioniere” che probabilmente “preparano il terreno” all’arrivo di altra vegetazione. Con ogni probabilità, l’ennesima conseguenza degli stravolgimenti provocati dai cambiamenti climatici.
I dati provenienti dal programma Landsat di Nasa e Usgs
L’analisi si è basata su 35 anni di osservazioni satellitari, nell’ambito del programma di monitoraggio Landsat sviluppato dalla Nasa e dall’Istituto gli studi geologici americano (Usgs), che hanno portato a conclusioni allarmanti. Il totale delle “aree verdi” sulla Penisola Antartica è passato da non arrivare neppure a 0,9 chilometri quadrati a ricoprirne 12.
I calcoli sono stati effettuati dalle università di Exeter e dell’Hertfordshire, assieme al British antarctic survey. E a preoccupare è soprattutto il trend: la maggior parte della copertura verde è apparsa infatti negli ultimi cinque anni presi in considerazione dai ricercatori autori dello studio, ovvero tra il 2016 e il 2021. Nel quinquennio, infatti, il tasso di aumento è stato pari a 0,424 chilometri quadrati all’anno, contro gli 0,317 registrati a partire dal 1986.
Sulla Penisola Antartica apparsi muschi, probabili precursori di altre piante
Gli scienziati ritengono che la spiegazione più plausibile sia legata alla progressiva fusione dei ghiacci polari, provocata dal riscaldamento globale. Una dinamica che porta non soltanto ad aumentare il caldo nella regione, ma anche i tassi di umidità, creando così le condizioni per lo sviluppo della vegetazione.
D’altra parte, l’Antartide negli ultimi sessant’anni ha registrato significative crescite delle temperature, soprattutto nella porzione occidentale e settentrionale del continente. Con dati che superano la media globale. Così, la Penisola Antartica ha visto spuntare dal terreno ciuffi di briofite (muschi), che sono appunto considerati precursori di una “colonizzazione” da parte di altre specie. Tali piante sono infatti in grado di trasformare la roccia in suolo fertile.
La fusione della calotta in Antartide non è più evitabile, nemmeno nel migliore degli scenari, secondo un un studio pubblicato da Nature climate change.