“Un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino è un vero toccasana”. Ad affermarlo è stato Umberto Veronesi, medico luminare della prevenzione. A confermarlo oggi diversi studi, tra cui la recente ricerca presentata dall’American Heart Association che nel novembre 2020 ha esaminato 4.729 studi contenenti tutti i dati sanitari e dietetici di oltre 570mila persone residenti negli Stati
“Un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino è un vero toccasana”. Ad affermarlo è stato Umberto Veronesi, medico luminare della prevenzione. A confermarlo oggi diversi studi, tra cui la recente ricerca presentata dall’American Heart Association che nel novembre 2020 ha esaminato 4.729 studi contenenti tutti i dati sanitari e dietetici di oltre 570mila persone residenti negli Stati Uniti, in Italia, Cina e Iran.
Da questa analisi è risultato che i mangiatori di peperoncino, rispetto alle persone che non lo mangiano mai o lo fanno di rado, sono risultati avere il 26 per cento di probabilità in meno di morire per malattie cardiovascolari, del 23 per cento in meno di morire per tumore e del 25 per cento in meno per altre cause.
Peperoncino, tanti i benefici scoperti dalla scienza
Non è il primo studio che sottolinea quanto il peperoncino possa avere effetti positivi sulla salute. Grazie alla presenza di capsaicina, la molecola responsabile della piccantezza, e al mix di sostanze antiossidanti di cui è composto, come vitamina C, carotenoidi, polifenoli, questo frutto è considerato un valido antinfiammatorio, un ottimo anti-tumorale e anche un buon regolatore di glucosio nel sangue.
Secondo Bo Xu, cardiologo del Cleveland clinic’s heart, vascular & thoracic institute, autore dello studio, i risultati della ricerca dimostrano – e confermano – che la dieta in generale influisce sullo stato di salute e che però, sugli effetti positivi del peperoncino c’è bisogno di proseguire con altri test. “Per confermare questi risultati preliminari ci vogliono più prove da ottenere con da studi controllati randomizzati”, afferma Xu che aggiunge anche che ulteriori analisi serviranno a capire quali sono gli altri composti di questa bacca, oltre alla capsaicina, responsabili degli effetti positivi sulla salute.
Antibatterico, vasodilatatore e acceleratore del metabolismo
Diversi studi già pubblicati dimostrano come il peperoncino svolga un’azione antibatterica e vasodilatrice. Ma non solo. Questo frutto contribuirebbe anche a tenere sotto controllo i valori del colesterolo e della pressione sanguigna. E, in aggiunta, sembra essere un ottimo alleato delle diete dimagranti: secondo uno studio del 2017 pubblicato sull’International journal of food sciences and nutrition, il peperoncino è risultato avere un effetto positivo sul metabolismo.
Il piccante fa bene, ma con moderazione
Come qualsiasi altra spezia, anche con il peperoncino bisogna fare attenzione e non abusarne a tavola. Seppur, come abbiamo visto, i benefici sono tanti, ci sono alcuni casi in cui è meglio evitarlo del tutto. Per esempio, tutte le persone che soffrono di reflusso gastroesofageo, sindrome del colon irritabile, sindrome emorroidale, ulcera gastrica e malattie infiammatorie dell’intestino dovrebbero omettere il peperoncino dalla loro dieta. Oltre a queste patologie, ovviamente anche gli allergici e i bambini, in generale. Questi ultimi perché hanno ancora un apparato digerente delicato. Infine, sconsigliato il consumo alle donne in gravidanza.
La specie originaria è la capsicum, coltivata poi in tantissime varietà. I peperoni sono classificati in base alla forma (tondi, quadrati, allungati) e alla piccantezza (dolci o piccanti). Sono fonte di vitamina C e betacarotene. A crudo nelle insalate, alla griglia, ripieni o fritti, i peperoni sono senza dubbio i più aperitivi, rinfrescanti e accattivanti