La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
La Green Week, la settimana verde che ogni anno viene istituita dall’Unione europea, si è tenuta dall’1 al 4 giugno con un focus, com’è facile intuire, sulla biodiversità. Un argomento che pare lontano dalla gente, ma che in realtà è molto vicino: la biodiversità è l’insieme delle piante e degli animali che popolano il pianeta.
La Green Week, la settimana verde che ogni anno viene istituita
dall’Unione europea, si è tenuta dall’1 al 4 giugno con un
focus, com’è facile intuire, sulla biodiversità. Un
argomento che pare lontano dalla gente, ma che in realtà
è molto vicino: la biodiversità è l’insieme
delle piante e degli animali che popolano il pianeta. Quindi il
discorso riguarda anche gli alimenti che mangiamo, le medicine con
cui ci curiamo, gli abiti che indossiamo.
Una ventina di conferenze, un centinaio di relatori, circa
3000 partecipanti e tante proposte, tante idee. I punti più
salienti della quattro giorni di Bruxelles possiamo riassumerli
così:
1. Gli imprenditori verdi sono
importantissimi!
Senza tutelare la biodiversità non può esserci
ripresa economica. Secondo dati della Deutsche Bank, il costo
annuale mondiale dovuto alla perdita di biodiversità ammonta
fino a 4,5 trilioni di dollari, più del doppio del costo del
cambiamento climatico (1,7 trilioni l’anno).
“La biodiversità deve essere considerata soprattutto
una risorsa di cui l’uomo non può fare a meno.” Sono le
parole di Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione
e presente alla sessione di chiusura dei lavori solo in
videoconferenza.
Ecco perché l’imprenditoria che rispetta l’ambiente
è stata citata più volte in senso positivo durante i
lavori. In particolare, secondo il professor Tim Jackson, membro
della commissione per lo sviluppo sostenibile dell Regno Unito, le
imprese ecologiche e attente al sociale sono le uniche in grado di
sollevare l’economia e al tempo stesso di tutelare gli
ecosistemi.
Emblematica, a questo proposito, la presenza in chiusura delle
quattro giornate di una insolita relatrice, Mrs Bee, la Signorina
Ape. L’habitat delle api, come molti sanno, è a rischio.
Quello che forse si ignora è che l’operato delle api,
dall’impollinazione dei fiori, alla produzione ad esempio di miele
e di propoli, frutta all’Europa circa 22 milioni di euro
l’anno!
2. La tutela della biodiversità deve
coinvolgere soprattutto le persone.
Durante la conferenza sono stati distribuiti simpatici e
pratici libricini da titolo “Proteggi la natura e conserva la
biodiversità – 14 consigli per aiutarti a fare la tua
parte”, in cui si suggerisce ad esempio di preferire pesce pescato
in modo sostenibile, di preservare le sementi antiche, ma
soprattutto di sensibilizzare al tema un amico. Altri consigli dati
durante le sessioni riguardano la riduzione del consumo di carne
(responsabile oggi della perdita del 30 per cento di
biodiversità mondiale) e di alimenti provenienti da
coltivazioni intensive (che oltre a ridurre la biodiversità
emettono quasi il 10 per cento circa delle emissioni di
CO2 globali in atmosfera ogni anno), e orientarsi verso
le tecnologie amiche dell’ambiente, come ad esempio Ecosia, il
motore di ricerca che preserva le foreste.
3. Tutto è collegato.
“Non si può tutelare la biodiversità mondiale
senza preoccuparsi del cambiamento climatico e senza ridurre le
emissioni di gas serra. Viceversa, non si può ridurre la
CO2 in atmosfera senza tutelare prima la
biodiversità. Sono due realtà interdipendenti.” E’ il
pensiero di Connie Hedegaard, Commissario europeo per il clima, che
propone un approccio integrato, un insieme di mitigazione e
adattamento al cambiamento climatico, per tutelare la
biodiversità e salvare l’economia.
Di tutti questi intenti si discuterà ancora durante il
City Biodiversity Summit nella città giapponese di Nagoya,
dal 18 al 29 ottobre, dove saranno anche fissati i nuovi obiettivi
da raggiungere stavolta entro il 2020 e stabilite le azioni da
intraprendere in ogni paese.
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