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Perché gli studenti di Hong Kong non vanno a lezione
Migliaia di studenti di Hong Kong, in Cina, hanno deciso di non andare a lezione per una settimana, a partire dal 22 settembre, per chiedere più democrazia nella ex colonia britannica tornata sotto la sovranità di Pechino dal 1997. La protesta, sostenuta anche da una parte degli insegnanti e dei ricercatori, arriva dopo la
Migliaia di studenti di Hong Kong, in Cina, hanno deciso di non andare a lezione per una settimana, a partire dal 22 settembre, per chiedere più democrazia nella ex colonia britannica tornata sotto la sovranità di Pechino dal 1997.
La protesta, sostenuta anche da una parte degli insegnanti e dei ricercatori, arriva dopo la decisione del governo centrale cinese di non concedere lo svolgimento di elezioni libere e democratiche nella metropoli, dopo che queste erano state promesse entro il 2017 per la scelta dello chief executive, il governatore. Questa autorità, finora imposta da Pechino, dovrebbe essere votata a partire dal 2017, ma i candidati continueranno a essere approvati da una commissione minando così la partecipazione e, quindi, la libertà.
Gli studenti che hanno aderito allo sciopero sono iscritti a più di venti tra atenei universitari e istituti superiori e da questa mattina hanno invaso le strade intorno all’Università cinese di Hong Kong con cortei e sit-in. Quasi tutti indossavano magliette bianche, sinonimo del lutto in Cina, e nastri gialli, il colore scelto dal comitato Occupy Central che si batte per la democrazia a Hong Kong.
Secondo quanto riportato da Al Jazeera, tra le scritte più frequenti che si possono leggere sui cartelli c’è “Il boicottaggio è necessario. Disobbedisci e afferra il tuo futuro”. L’Università cinese di Hong Kong ha realizzato un sondaggio secondo il quale un quinto degli abitanti starebbe valutando di lasciare la metropoli, preoccupati dal futuro politico.
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