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Perché l’auto del futuro vive un conflitto fra efficienza, spazio ed esperienza di guida
Torniamo a parlare di auto del futuro, di che forma, funzione, caratteristiche avrà. Elettrica, circolare, dedicata alla famiglia, Volvo la immagina così.
Come sarà l’auto del futuro? Solo elettrica, come d’altro canto tutte le auto a partire dal 2035; uno stop ai carburanti fossili che per Volvo scatterà già nel 2030. Essenziale nelle forme, un inno al design scandinavo, ha sottolineato chi l’ha disegnata. Spaziosa (questo lo abbiamo verificato personalmente), più delle auto che usiamo oggi; merito soprattutto di un pavimento piatto che lascia spazio per muoversi e rilassarsi, anche durante il viaggio. Con quelle porte che si aprono a libro, che quasi certamente però non si tradurranno mai in realtà (questione di sicurezza). Luminosa. Pensata per la famiglia del prossimo decennio, dicono in Volvo. E circolare: inserti in legno certificato Fsc, pannelli delle portiere in poliuretano a base d’acqua, tappetini in filo di poliammide riciclato. Eccola, per la prima volta “dal vivo” in Italia, la Concept Recharge, esposta al Volvo Studio di Milano fino al 5 febbraio. E poi sicura, molto sicura, come vedremo a breve.
Concept Recharge, l’auto del futuro secondo Volvo
“Con la Concept Recharge andiamo a esaminare il conflitto tra il bisogno di efficienza e il desiderio di mantenere la stessa spaziosità, comodità ed esperienza di guida degli attuali suv”, ha spiegato Owen Ready, Head of strategic & brand design Volvo. Certo, le dimensioni dell’auto del futuro immaginata da Volvo non sono quelle auspicabili nelle nostre città, che a tendere dovranno invece restituire più spazio alle persone, al verde. Ma l’intento è chiaro: mostrare i futuri del marchio svedese, anticiparne forme e contenuti. D’altro canto, la Concept Recharge si è già, almeno in parte, tradotta in realtà sulla nuova elettrica EX90, l’ultima elettrica del marchio e la prima di una nuova serie di modelli elettrificati. Racchiusi in quelle linee essenziali, gli interni. Ecco, è qui che questa concept offre i maggiori spunti di riflessione.
Guardate il grande schermo touch da 15 pollici, non una novità evidentemente, piuttosto la conferma di una tendenza che vede l’esperienza di uso dei nostri smartphone sempre più replicabile a bordo delle nostre auto. “Abbiamo ricreato l’atmosfera tipica di un soggiorno scandinavo”, aveva spiegato a suo tempo, Robin Page, responsabile del design del marchio. Non tutto resterà, evidentemente. Anzi. Ma considerare la Concept Recharge solo una vetrina del futuro sarebbe riduttivo. Sono molti gli elementi concreti, realizzabili. Pensate all’uso diffuso di materiali sostenibili per gli interni, agli pneumatici rigenerati. Pensate all’opportunità di produrre un’auto così ricorrendo solo a energia rinnovabile, a una catena di fornitura interamente decarbonizzata, dalla produzione all’utilizzo.
Il viaggio (simbolico) dell’auto del futuro è ancora lungo. Ma Volvo ci prova, annunciando in più occasioni di poter ridurre l’impatto di CO2 del ciclo di vita di un’auto dell’80 per cento rispetto a un modello di qualche anno fa (2018, mica il medioevo). Volvo ha fatto i conti, e se auto come la Concept Recharge diventassero realtà, “nel loro ciclo di vita, avrebbero un impatto complessivo di CO2 inferiore alle 10 tonnellate”, a patto che il futuro acquirente ricarichi la sua auto elettrica solo con energia rinnovabile, ma questo è ormai quasi scontato.
E’ la sostenibile leggerezza dell’auto che avanza
Parlare di un’auto elettrica senza citare l’autonomia di percorrenza, sembrerebbe strano. In questo caso però, trattandosi di un concept, possiamo derogare. Ma anche su questo Volvo ha un suo pensiero: aggiungere semplicemente più batterie (o batterie più grandi), significa aggiungere peso, e peggiorare i consumi. Come si ottiene efficienza mantenendo spaziosità, comodità ed esperienza di guida appaganti?
Semplice, alleggerendo. Ricordate quella sostenibile leggerezza dell’auto della quale vi abbiamo spesso parlato? Ecco, la risposta è tutta lì: servono materiali compositi leggeri, meglio se ricavati da fonti naturali. Volvo fa ricorso a materie naturali, come la lana naturale, trasformata senza l’uso di additivi, perfetta per sedili morbidi e confortevoli.
Altri obiettivi? Ridurre le risorse idriche ed energetiche necessarie per produrre un’auto. Ridurre i componenti in plastica, privilegiando biopolimeri o materiali come i composti di lino, robusti e leggeri, utilizzabili persino per realizzare parti esposte agli urti come i paraurti dell’auto (urti e incidenti destinati a ridursi grazie all’auto autonoma e connessa): si calcola che, rispetto alle normali parti in plastica, i compositi a base di fibre naturali sono fino al 50 per cento più leggeri, impiegano fino al 70 per cento in meno di plastica e generano fino al 62 per cento in meno di emissioni di CO2.
Il ruolo degli pneumatici in un’auto elettrica è cruciale, anche per i consumi. Così Volvo sceglie per la sua Concept Recharge pneumatici privi di olio minerale, realizzati con il 94 per cento di materiali privi di fossili, riciclati e rinnovabili come la gomma naturale, la silice biologica, il rayon e la bio-resina. E’ l’economia circolare che avanza. Poi serve efficienza, molta. Prendete l’aerodinamica: più un’auto scorre nell’aria, più aumenta l’autonomia di percorrenza, banale ma importante.
Volvo: questo modello è il simbolo di una nuova era
Ma in cosa si traducono esercizi come la Concept Recharge? Quanto queste “esercitazioni” hanno ricadute sui modelli reali? Un parallelo si può fare con la nuova Volvo EX90, l’elettrica che secondo Volvo segna l’inizio di una nuova era per il marchio. Ecco, le dimensioni extra large sono rimaste, per esempio… Però dentro ci sono sette posti. Figlia della globalizzazione, costruita negli Stati Uniti e in Cina, la EX90 è un’auto per famiglie allargate, il cui inizio della produzione è fissato per il quarto trimestre 2023. L’autonomia elettrica arriva fino a 600 chilometri. La ricarica è del tipo bidirezionale, una tecnologia che consente di utilizzare la batteria dell’auto come fonte energetica supplementare (quando le norme lo consentiranno anche in Italia), per alimentare la casa, le luci del giardino.
Ma è la sicurezza che colpisce, per chi sta a bordo dell’auto, ma anche per chi si muove nell’ambiente circostante (leggasi pedoni e ciclisti). In Volvo dicono che è come “uno scudo di sicurezza invisibile”, un esercito di sensori, telecamere, radar e lidar che scrutano a 360 gradi il mondo circostante, anticipando quel futuro zero accident.
Sempre meno auto, sempre più computer su ruote
Un’auto che è capace di misurare la concentrazione di chi guida analizzandone lo sguardo. Distratti, assonnati disattenti? La EX90 se ne accorge, prima vi avvisa, poi nel caso si ferma e chiama i soccorsi. Sempre meno auto, sempre più computer, auto come la EX90 sono sempre connesse, altro aspetto imprescindibile per i futuri scenari di guida autonoma, quest’ultima una rivoluzione ben più ampia della “semplicità” dell’auto elettrica, in fondo scoperta un secolo fa. Della Concept Recharge di cui si parlava prima, è rimasta l’idea di economia circolare: il 15 per cento dell’acciaio necessario alla costruzione di una EX90 è riciclato, come il 25 di alluminio e i 48 chilogrammi di plastica e di biomateriali. Capito a cosa servono le “concept”?
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