Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Rifugiati, Donald Trump dimezza gli ingressi: “Prima i nostri interessi”
Gli Stati Uniti accoglieranno soltanto 18mila rifugiati nel 2020, contro gli 85mila del 2016: “Il nostro sistema migratorio è sotto pressione”.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato una nuova “stretta” sui migranti. L’amministrazione americana ridurrà infatti in modo significativo il numero di rifugiati accolti sul proprio territorio. Nel corso dell’anno fiscale 2020 (che comincia il 1 ottobre), il programma riguarderà infatti soltanto 18mila persone, contro le 30mila di quest’anno e le 85mila del 2016.
Breaking News: President Trump slashed the American refugee program by almost half. Only 18,000 people will be accepted during the next 12 months.https://t.co/sdDYJjMBem
— The New York Times (@nytimes) September 26, 2019
“Priorità ai nostri interessi rispetto a quelli dei rifugiati”
Ora la norma dovrà essere discussa dal Congresso, prima di essere promulgata dallo stesso Trump. Secondo il governo americano “sul sistema migratorio degli Stati Uniti il peso è attualmente insostenibile e deve pertanto essere alleggerito prima che possa nuovamente accogliere un numero più alto di rifugiati”.
BREAKING: Trump admin sets refugee cap of 18,000 for next fiscal year. It’s the lowest in the refugee program’s 40+ year history, although previous years have had fewer admissions. pic.twitter.com/F0sCAPA8jv
— Conor Finnegan (@cjf39) September 26, 2019
Giova ricordare che non parliamo di migranti economici, ovvero di persone che cercano di spostarsi per ottenere condizioni migliori dal punto di vista lavorativo, finanziario e di tenore di vita. La misura decisa dall’amministrazione di Washington riguarda persone che sono state “selezionate” dalle Nazioni Unite. Ovvero donne, uomini e bambini che hanno abbandonato le loro terre a causa di guerre, catastrofi o persecuzioni politiche. Parte di tali persone hanno quindi chiesto asilo e assunto, appunto, lo status di rifugiati.
L’agenzia Afp, inoltre, ricorda che le autorità dell’Onu normalmente danno precedenza a coloro che sono considerati più vulnerabili: principalmente anziani, vedove, bambini soli, portatori di handicap. Ciò nonostante, Donald Trump ha voluto mostrare la propria inflessibilità: “La quota di rifugiati ammessi deve tenere presenti anche i nostri interessi in termini di sicurezza nazionale e di politica estera”, ha specificato la diplomazia statunitense. Aggiungendo che “in questi anni, le forze dell’ordine hanno individuato presunti terroristi passati per il nostro programma di accoglienza dei rifugiati”.
Refugee resettlement is an essential lifeline that the U.S. provides for the most vulnerable refugees. As the Trump administration slashes the number of refugees allowed to enter the U.S. in the next fiscal year.
RT if you stand for welcome. RT if you #StandWithRefugees. pic.twitter.com/ZhyzbmvfRf— IRC – International Rescue Committee (@RESCUEorg) September 26, 2019
Le ong: giorno triste per l’America. Decisione priva di fondamento
Washington sottolinea inoltre che quest’ultimo è parallelo rispetto alle domande d’asilo classiche consegnate alla frontiera americana. E afferma di prevederne 350mila nel corso del 2020. Va detto però che solamente una minima parte di esse verrà accolta. Per questo, il presidente dell’organizzazione non governativa International Rescue Committee, David Miliband, ha parlato di “giorno triste per l’America. Si tratta di una decisione priva di fondamento, non necessaria e che nuove agli interessi degli Stati Uniti e ai suoi valori”.
Allo stesso modo, Eric Schwartz, presidente di Refugees International, ha espresso all’agenzia Afp il proprio dispiacere: “Mi trovo attualmente in Colombia. Qui 5mila venezuelani cercano rifugio ogni giorno. Ciò significa che ciò che il presidente Trump pensa sia difficile fare in un anno, ovvero accogliere 18mila persone, qui viene fatto ogni quattro giorni.
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