Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Clima, i fondi per salvare la Terra ancora non ci sono. Oxfam: ecco le cifre
Un rapporto della ong Oxfam denuncia: siamo ancora lontanissimi dai 100 miliardi di dollari all’anno promessi per il clima.
Le delegazioni dei 195 Paesi che nel dicembre del 2015 raggiunsero l’Accordo di Parigi, al termine della Cop 21, sono riunte in questi giorni a Bonn, in Germania. Obiettivo: tentare di avanzare sul tema dell’implementazione concreta degli impegni assunti due anni e mezzo fa. Come? Principalmente in due modi: in primo luogo, rivedendo gli Indc (Intended Nationally Determined Contributions), ovvero le promesse avanzate da ciascun governo prima della Conferenza di Parigi.
[RAPPORT] Oxfam révèle la vérité sur les financements #climat. Trop de prêts aux pays à revenu intermédiaire, pas assez de dons aux pays les plus pauvres…les tendances sont inquiétantes pour celles et ceux qui ont en le plus besoin : https://t.co/BxZ0KsMczq #Bonn pic.twitter.com/hriv6Tr8MN
— Oxfam France (@oxfamfrance) May 3, 2018
A Bonn il “Dialogo di Talanoa” per rivedere le promesse di tagli alle emissioni di CO2
All’epoca, infatti, le Nazioni Unite chiesero agli stati di depositare dei documenti nei quali fossero illustrate le loro strategie di diminuzione delle emissioni di gas ad effetto serra. Il problema è che la somma di tali impegni non basterà a raggiungere l’obiettivo fissato dall’Accordo, ovvero limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di due gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali. Secondo numerose stime, gli Indc attuali portano la traiettoria ad almeno tre gradi. È per questo che nel corso della Cop 23 di Bonn, organizzata nello scorso mese di novembre sotto la presidenza delle Isole Fiji, si è deciso di lanciare il “Dialogo di Talanoa”, con l’obiettivo di rivedere gli impegni. Dialogo che in questi giorni si svolge nella stessa città tedesca.
Il secondo asse dei negoziati verte poi sulla questione finanziaria. Come noto, i governi di tutto il mondo sin dal 2009 hanno promesso di stanziare 100 miliardi di dollari all’anno per lottare contro i cambiamenti climatici, aiutando in particolare i paesi del Sud del mondo ad adattarsi ad essi. Ebbene, proprio mentre le delegazioni sono riunite in Germania, la divisione francese dell’associazione Oxfam ha pubblicato un rapporto che pone spalle al muro le nazioni ricche.
Stanziata finora meno della metà dei fondi promessi per il clima
Secondo i calcoli dell’organizzazione non governativa, infatti, il Nord del mondo è ancora molto lontano dall’obiettivo dei 100 miliardi. Lo studio, intitolato “2018: le vere cifre del finanziamento climatico”, si è concentrato sul biennio 2015-2106. Giungendo alla conclusione che, finora, i fondi stanziati non superano i 48 miliardi di dollari all’anno. E che, di questi, soltanto 16-21 miliardi finiscono realmente ai paesi più poveri. Secondo Oxfam, infatti, in molti casi il denaro viene stanziato per progetti il cui interesse climatico è solo parziale. Inoltre, soltanto il 20 per cento dei fondi pubblici è destinato alle opere di adattamento, ovvero a consentire alle nazioni più vulnerabili di dotarsi delle infrastrutture e dei programmi necessari per far fronte agli stravolgimenti del clima.
Climat : les pays du Nord loin de leur promesse de mobiliser 100 milliards pour le Sud https://t.co/1g7eCIzect
— Le Monde Planète (@lemonde_planete) May 4, 2018
È per questo che i negoziati di Bonn sono particolarmente importanti, al fine di evitare che la prossima Cop 24 di Katowice, in Polonia, si riveli un fallimento. Il mondo dovrà presentarsi all’appuntamento con un piano chiaro sulla questione dei finanziamenti e, soprattutto, sulla loro “prevedibilità”. Occorre, in altre parole, non solo aumentare gli stanziamenti ma introdurre un sistema che consenta agli stati meno ricchi di poter pianificare le loro azioni, sulla base di impegni certi da parte dei governi.
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