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5 specie che si possono ammirare (solo) in Italia
In occasione della Giornata mondiale della natura scopriamo alcune delle creature uniche che abitano nel nostro Paese.
L’Italia, anche per merito di una grande varietà di ecosistemi, ospita oltre un terzo della fauna presente in tutta Europa e la metà delle specie vegetali del continente. Nonostante la scarsità di animali di grossa taglia e lo sterminio perpetuato ai danni di varie specie, la penisola ospita ancora 500 specie di uccelli, 100 di mammiferi terrestri e 6.711 varietà di piante, senza considerare la ricchezza erpetologica.
Il nostro Paese può vantare un’elevata presenza di endemismi, ovvero di animali e piante che vivono esclusivamente entro i confini italiani. Di solito il momento migliore per osservare i selvatici coincide con il calar del sole, quando le ombre si allungano e gli animali si riappropriano degli spazi che durante il giorno devono cedere agli uomini.
Camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata)
È considerato dagli studiosi “il camoscio più bello del mondo” ed è una sottospecie endemica italiana. La sopravvivenza di questo mansueto signore delle rupi è stata legata ad un filo sottilissimo che ha rischiato di spezzarsi, all’inizio del Novecento infatti sopravvivevano poco più di trenta esemplari in un’area detta “la camosciara”, che poi sarebbe diventata il Parco Nazionale d’Abruzzo. Sarebbe bastato un inverno particolarmente rigido o un’epidemia per spazzare via per sempre questa specie e privare le nostre montagne di questi splendidi animali. Per fortuna così non è stato e grazie al progetto Life coornata sono state create nuove colonie. Oggi sono oltre duemila gli esemplari di camoscio appenninico, presenti nei parchi nazionali d’Abruzzo Lazio e Molise, Gran Sasso Monti e della Laga, Majella, Monti Sibillini e Sirente Velino, le cinque aree protette coinvolte nel progetto.
Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata)
Diffuso nell’Italia peninsulare, dalla Liguria alla Calabria, questo piccolo anfibio è caratterizzato da una macchia giallastra situata tra gli occhi, che ricorda un paio di occhiali. Data la sua rarità e il suo valore biologico l’Unione Zoologica Italiana l’ha scelta come simbolo. Non è facile avvistare la salamandrina, è attiva esclusivamente di notte o con tempo fresco e coperto, prediligendo le rive muschiose dei piccoli torrenti.
Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus)
Questo splendido mammifero, tanto grande quanto timido, è il simbolo del parco d’Abruzzo, ed è una sottospecie differenziata geneticamente dagli orsi delle Alpi. Si tratta di un endemismo esclusivo dell’Italia centrale e la popolazione stimata è di cinquanta esemplari. L’orso predilige le zone boschive e si nutre prevalentemente di vegetali. Qualora aveste la fortuna di incontrarne un esemplare è bene mantenere un atteggiamento di rispetto, evitando agitazione e schiamazzi. Sebbene l’orso marsicano sia una specie non aggressiva e, come tutti gli animali selvatici, timorosa dell’uomo, in nessun caso si deve correre incontro all’animale, evitando così di scatenare una reazione inconsulta.
Abete dei Nèbrodi (Abies nebrodensis)
Sono 1.371 le piante che crescono spontaneamente solo in Italia. Quasi il 19 per cento della flora nazionale è costituito da specie endemiche, tra queste troviamo l’abete dei Nèbrodi, specie che cresce solo nelle montagne della catena settentrionale della Sicilia. Creduto estinto nel secolo scorso l’albero è stato riscoperto nel 1957, nel Vallone Madonna degli Angeli sulle Madonie, dove sopravvivono circa trenta esemplari. Questo abete è classificato come specie in pericolo critico di estinzione dalla Lista Rossa della Iucn ed è stato inserita nella lista delle 50 specie botaniche più minacciate dell’area mediterranea.
Apollo di Sicilia (Parnassius apollo siciliae)
Gli insetti, con oltre 37mila specie, costituiscono circa il 65 per cento della fauna italiana. Le farfalle e falene endemiche dell’Italia comprendono quasi duecento specie, tra queste c’è l’Apollo di Sicilia, rara sottospecie della più comune farfalla Apollo che vive esclusivamente su alcune delle più alte vette delle Madonie, massiccio montuoso situato nella parte settentrionale della Sicilia. Secondo gli scienziati questa specie si sarebbe rifugiata sull’Appennino siciliano durante l’ultima glaciazione, differenziandosi dalle altre specie e dando vita a questo raro endemismo. La farfalla è caratterizzata da una livrea bianca con grandi ocelli rossi sulle ali posteriori.
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