Questo periodo storico è l’opportunità per una ripartenza più sostenibile. Troviamo il coraggio di abbandonare i sistemi produttivi obsoleti in favore di una nuova economia.
È cominciata la settimana di ribellione internazionale di Extinction Rebellion
Dal 7 al 13 ottobre, in oltre 60 paesi, gli attivisti di Extinction Rebellion danno vita a manifestazioni e azioni di disobbedienza civile per spingere i governi ad agire contro la crisi cilimatica: è la ribellione internazionale.
Oggi la nostra specie deve fronteggiare la più grande minaccia che abbia mai affrontato, i cambiamenti climatici. La crisi ecologica e climatica in corso non può più essere affrontata in maniera moderata, come se non rappresentasse a tutti gli effetti un’emergenza. Richiede interventi radicali che, tuttavia, la maggior parte dei governi non sembra disposto a intraprendere. Non possiamo più accettare supinamente decisioni che potrebbero privare del futuro i nostri figli e condannare la biosfera, è ora di ribellarsi e un modo efficace per farlo è compiere atti di disobbedienza civile. Nel corso della storia la disobbedienza civile, quella forza propulsiva che ha spinto numerose persone ad opporsi con coraggio e in maniera non violenta all’ingiustizia, ha portato a straordinarie conquiste.
Una settimana di ribellione
La resistenza non violenta è uno dei pilastri della strategia di Extinction Rebellion (XR), il movimento ecologista nato nel Regno Unito quasi un anno fa, che ha organizzato la settimana della ribellione internazionale. “A partire dal 7 ottobre lanceremo una ribellione internazionale – si legge sul portale del movimento – bloccheremo le città e così facendo bloccheremo le routine quotidiane che stanno distruggendo il nostro futuro”. L’obiettivo della protesta, che coinvolgerà oltre 60 paesi in tutti i continenti e decine di migliaia di persone, è portare il maggior numero di persone nelle strade, occupare pacificamente i centri di potere ed esercitare pressioni sui governi affinché riconoscano lo stato di crisi e agiscano di conseguenza.
#EverybodyNow #ExtinctionRebellion #ActNow #OctoberRebellion #InternationalRebellion #ClimateCrisis pic.twitter.com/oZruCXSlg9 — Extinction Rebellion Reading (@xrReading) 5 ottobre 2019
Ora tocca a te
XR ha evidenziato, ancora una volta, la necessità di una grande partecipazione pubblica, perché il tempo per agire, considerata l’inazione di istituzioni e aziende, è quasi scaduto. “Se non tu, chi? Se non ora quando?”, hanno esortato gli organizzatori della protesta. Tutte le iniziative intraprese fino ad oggi per prevenire lo sfacelo ambientale hanno fallito, la vita sulla Terra si trova di fronte a una crisi globale senza precedenti e l’apartheid climatico è già cominciato per milioni di persone. “La storia però ci insegna che esiste una modalità efficace e democratica per far progredire il cambiamento sociale – precisa il sito di XR – la disobbedienza civile nonviolenta”.
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L’occupazione pacifica di Londra
A Londra, dove il movimento fondato da Roger Hallam e Gail Bradbrook ha mosso i primi passi e ottenuto i primi importanti traguardi, la ribellione si protrarrà per quasi due settimane, fino al 19 ottobre, durante le quali gli attivisti occuperanno pacificamente Westminster, il cuore della capitale inglese. “Chiuderemo pacificamente tutte le strade verso Westminster fino a quando il governo britannico non intraprenderà azioni significative e decisive sul clima e sull’emergenza ecologica – hanno spiegato gli organizzatori –. Altre azioni non violente saranno indirizzate a società, ministeri e infrastrutture che mantengono il nostro sistema tossico”.
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In vista delle proteste saranno inviate a Londra squadre di polizia appositamente formate per gestire i manifestanti che cercheranno di bloccare edifici e mezzi pubblici. Saranno impiegati oltre 80mila agenti, neppure in occasione dell’attentato terroristico al London Bridge del 2017 ci fu un tale dispiegamento di forze. “Facciamo appello all’umanità del governo e delle autorità per ricordare che siamo manifestanti non violenti – ha dichiarato un portavoce di XR –. Facciamo appello alla loro umanità per ricordare che stiamo affrontando un’emergenza globale senza precedenti. Molti stanno già perdendo la vita e, in quanto esseri umani, siamo chiamati ad agire ora”.
L’Italia “ribelle”
Anche in Italia, dove il movimento ha cominciato ad attecchire all’inizio di quest’anno, sono previste numerose manifestazioni dal 7 al 13 ottobre. Gli attivisti, provenienti da diverse città, come Milano, Bologna e Mestre, si riverseranno nelle strade di Roma per spingere il governo italiano ad accogliere le richieste di XR e a dichiarare l’emergenza climatica ed ecologica.
“Non ci sarà un’occupazione permanente, un blocco stradale: non siamo ancora abbastanza numerosi – ha spiegato a Internazionale Marco Bertaglia, il primo attivista italiano di Extinction Rebellion –. Stiamo immaginando delle azioni che possano cambiare a seconda di quanti saremo. Nelle capitali ci sono i politici che decidono: lì si fanno le leggi, lì è il centro della violenza poliziesca e militare. E lì andremo a portare il nostro messaggio non violento”. Il 12 ottobre, tra le altre iniziative, si svolgerà la pedalata di massa Rebel Ride. “Insieme raggiungeremo i palazzi del potere e con tutte le nostre energie porteremo le tre richieste di XR”, recita la pagina Facebook dell’evento.
Love the arts and regenerative culture with #ExtinctionRebellion ! pic.twitter.com/rECMwhT6v5
— Extinction Rebellion NYC ? (@XR_NYC) 22 settembre 2019
Digiunare per il clima
L’8 ottobre inizierà anche il Global climate hunger strike, organizzato dall’omonimo gruppo affiliato a XR, uno sciopero della fame mondiale collettivo di una settimana per dare una dimostrazione simbolica del reale rischio causato dalla crisi climatica ed ecologica: carestie, insufficienza delle risorse e, di conseguenza, fame. “Lo sciopero della fame è un atto estremo, perché estrema è l’emergenza ecologica e climatica in cui si trova l’intero genere umano, insieme a tutte le altre specie, ed assolutamente inadeguate e insufficienti sono le risposte adottate fino ad ora”, riporta il sito di Extinction Rebellion Italia. Anche a Roma ci sarà un gruppo di attivisti che prenderà parte allo sciopero della fame, che si svolgerà in piazza Montecitorio.
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“Lo sciopero della fame non mira solo a influenzare la politica del governo – hanno detto gli organizzatori –. Intende provocare un dibattito su dove stia andando la società e cosa significhi prendersi cura del mondo, delle sue specie e dei nostri bambini”. Questa tattica dall’indubbia potenza ha già dato i suoi frutti in Italia. Filippo Guerrini, attivista della sezione bolognese di XR, dopo sette giorni di sciopero della fame ha ottenuto l’attenzione dell’assessore all’Ambiente del comune di Bologna, che ha invitato ufficialmente una delegazione di XR a presentarsi nel suo ufficio per discutere insieme dei punti compresi nella proposta del movimento.
XR e Fridays for future: un solo obiettivo
La protesta internazionale di XR segue, a distanza di pochi giorni, il terzo sciopero globale per il clima, svoltosi dal 20 al 27 settembre. In quell’occasione circa 7,6 milioni di persone di ogni età hanno dato vita alla più grande dimostrazione ambientale mai organizzata e lanciato un messaggio inequivocabile che i governi non possono più ignorare. Alla Climate action week organizzata da Fridays for future hanno preso parte, naturalmente, anche gli attivisti di XR. “Fridays for future ed Extinction Rebellion sono accomunati dal desiderio di giustizia climatica e sociale, di verità, di rottura del velo di silenzio e negazionismo dei media e dei governi”, si legge in un comunicato di XR.
Rispettare l’esistenza o aspettarsi resistenza
In meno di un anno il simbolo di XR, in cui il cerchio rappresenta il pianeta, mentre la clessidra al suo interno ci ricorda che il tempo sta per scadere rapidamente per molte specie, è diventato un simbolo di speranza per migliaia di persone. In nome di questa speranza molte persone, dagli adolescenti ai pensionati, sono disposte perfino ad essere arrestate pur di attirare l’attenzione sulla disgregazione climatica in atto e per difendere la vita stessa, perché, come recita uno degli slogan di XR, “rispettare l’esistenza o aspettarsi resistenza”.
“Business as usual… is not going to get us out of this… mess. We need system change… that requires… non-violent civil disobedience… and that’s why on October 7th I’m joining… #ExtinctionRebellion”, @GeorgeMonbiot.
We need #EverybodyNow: https://t.co/TTeW7PdVrS pic.twitter.com/59g7qYgpkx
— Extinction Rebellion ⌛️ (@ExtinctionR) 30 settembre 2019
“Alla fine dobbiamo renderci conto che saremo tutti soli sul nostro letto di morte e chiederci se abbiamo condotto una vita degna di essere vissuta – ha dichiarato Roger Hallam, uno dei due fondatori di XR –. Per questa generazione la crisi climatica è la sfida esistenziale prevalente. Non ci sono garanzie, ma non fare nulla, non provare, non è un’opzione”.
“Non lo faccio per proteggere la mia vita o il futuro dei miei figli – ha spiegato Gail Bradbrook, studiosa di biofisica molecolare, che ha fondato con Hallam il movimento –. Avverto il bisogno profondo di sapere di essere stato un buon antenato per le generazioni future, sapere che ho fatto del mio meglio quando la grande sfida è arrivata”. L’odierna società ha, per troppo tempo, favorito l’individualismo e la competizione, finendo per disgregare il tessuto sociale e l’idea di interessi comuni. Extinction Rebellion, al contrario, ritiene che per risolvere problemi collettivi occorra l’impegno di tutti e riconosce nella cooperazione tra gli esseri umani l’unica modalità per percorrere una strada diversa.
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