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Volare sta diventando sempre più facile ed economico, tanto che le persone lo fanno sempre più spesso. Per quanto sia positivo, per l’ambiente non lo è affatto. Non tutto, però, è perduto.
Nemmeno un vegetariano che va in bici al lavoro è un perfetto ambientalista. O almeno, non lo è se d’estate prende l’aereo: volare, infatti, è quanto di più inquinante una persona possa fare. “A livello individuale, non c’è altra attività umana che emetta così tante emissioni in un periodo di tempo limitato quanto l’aviazione”, spiega Stefan Gössling, autore del libro Climate change and aviation: issues, challenges and solutions. Lo conferma il Wwf, che ha messo a disposizione uno strumento con il quale ognuno di noi può calcolare il proprio impatto ambientale – provare per credere.
Nel 2017, 4,1 miliardi di persone hanno preso l’aereo – il 7,1 per cento in più rispetto al 2016, stando all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao). Se nel 2035 si prevede che questa cifra salirà a 7,2 miliardi, di certo siamo sulla buona strada: “Il 13 luglio 2018 è stato battuto il record di voli, ne sono stati registrati ben 205.468 dalle 00:00 alle 24:00. E secondo le previsioni, il numero è destinato ad essere nuovamente sorpassato a breve” – spiega Lorenzo Badellino di 3Bmeteo.com.
Another flight tracking record yesterday and our first time tracking over 205,000 flights. See the 205,468 flights we tracked on 13 July and when we expect traffic to peak for the year at https://t.co/sevtHsxfgb pic.twitter.com/odNJr8Y9U0
— Flightradar24 (@flightradar24) 14 luglio 2018
Se in una nazione piccola come l’Italia viaggiare in aereo non è sempre strettamente necessario, pensiamo agli Stati Uniti, dove le distanze sono decisamente maggiori e spesso bisogna affrontare lunghe traversate per passare il Natale con i propri genitori o per tornare a casa dal college durante le vacanze. Stando al New York Times, è sufficiente volare da New York a San Francisco per generare il 20 per cento dei gas serra emessi dalla propria automobile in un anno. Mediamente, un aereo produce poco più di 24 chili di CO2 per miglio (circa 1,6 chilometri). Oltre all’anidride carbonica, purtroppo, ci sono altri fattori che vanno ad incidere sul riscaldamento globale come l’emissione di ossidi di azoto, la scia di condensazione e l’alterazione della struttura delle nuvole.
Se ad Istanbul stanno costruendo uno scalo gigantesco che avrà la capacità di 3.500 decolli e atterraggi al giorno, la Svezia ha introdotto una tassa sui voli aerei per tagliare le emissioni e sempre più aeroporti si stanno impegnando per ridimensionare il loro impatto ambientale. Nel 2016, 191 paesi hanno firmato l’accordo delle Nazioni Unite volto a ridurre l’inquinamento generato dal settore. Non tutto è perduto, quindi.
Anche noi possiamo fare la nostra parte; il New York Times ha stilato una lista di consigli da seguire. Per esempio, è bene volare solo sulle grandi distanze: su quelle brevi è preferibile optare per l’auto, ancora meglio se elettrica. Sono da privilegiare i voli diretti, perché le fasi di decollo e di atterraggio non solo consumano carburante, ma sono altamente inquinanti. Un’altra buona idea è quella di acquistare carbon credit per compensare le emissioni prodotte durante il viaggio: in questo modo è possibile, per esempio, contribuire alla creazione o alla tutela di foreste.
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“La crescita del traffico aereo sta apportando un grosso contributo al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, offrendo l’opportunità di far uscire una generazione dalla povertà, metaforicamente e letteralmente”, ricorda il segretario generale dell’Icao, Fang Liu. Cerchiamo di non farci prendere dalla smania di prenotare biglietti aerei e diamo la preferenza a viaggi in treno, in bici, a piedi, a cavallo. Ma non dimentichiamoci che spostarsi è nella natura dell’uomo, che conoscere altre culture è indispensabile alla crescita, che vedere il mondo è un desiderio da soddisfare.
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