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La maggior parte della popolazione maschile non si sente rappresentata da chi violenta, picchia e uccide le donne. Nel suo editoriale Simona Roveda, direttore editoriale di LifeGate, lancia un appello agli uomini affinché siano proprio loro a farsi portavoce di una nuova visione morale, sentimentale e sessuale del rapporto tra generi.
Io faccio lunghi viaggi a piedi, da sola. Non ho paura, non voglio avere paura. Mi hanno detto: “Sei brava a camminare da sola perché tu sei una donna!”. Io non sono brava, sono libera, libera di vivere come mi piace, libera dalle paure. E ho fiducia nelle donne che non si fanno spaventare e in quegli uomini che non si sentono rappresentati dalla ferocia di altri maschi, uomini che possono aiutare altri a cambiare gli stereotipi, i pregiudizi e la concezione della relazione tra generi. Uomini che avranno la capacità di affermare la cultura della non violenza, del rispetto e della libertà delle donne.
Nelle civiltà arcaiche la figura della donna era amata e onorata, associata alla Madre Terra, generatrice di vita e potente forza della natura. Eppure nel mondo le donne da sempre hanno subito violenze da parte degli uomini nelle forme più barbare: dallo stupro, alle percosse, fino all’omicidio. Donne vittime di gravi brutalità, deturpate nella bellezza e nella dignità. Nel nostro Paese i dati sono molto allarmanti. Secondo l’ultimo rapporto Istat del 2016 il 31,5 per cento delle donne ha subito maltrattamenti fisici o abusi sessuali. Ed è probabile che i numeri siano più alti perché molti reati non vengono denunciati.
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Quanto al femminicidio, dal 2006 al 2016 sono stati registrati 1.740 casi. Solo negli ultimi giorni un minorenne ha ucciso la sua ragazza della stessa età e una turista è stata stuprata e legata nuda a un palo. Orrori che si ripetono ogni giorno. Ma cosa sta succedendo? La società basata sulla supremazia maschile con la rivoluzione femminile si è trasformata e ha cambiato la relazione tra i generi. Le donne hanno affermato la propria femminilità conquistando la libertà. Questa nuova qualità del rapporto spesso ha trovato resistenza in alcuni uomini che ancora oggi reagiscono con la violenza. Forse il genere maschile ha paura di perdere qualcosa.
Le azioni sono specchio dei pensieri: dietro ai gesti violenti non c’è amore, né rispetto. Quando cammino a volte è solo una linea sottile a farmi scegliere un percorso piuttosto che un altro. E così l’amore è la strada che permette di guardare oltre i limiti delle parole, dei pregiudizi, degli stereotipi. L’amore è il percorso che crea rispetto per tutte le cose e non ha bisogno di prendere e pretendere.
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