
Il ritratto di un bambino mutilato a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza ha vinto il World press photo 2025, il concorso fotografico che da 70 anni documenta le complessità del presente.
Sussultiamo d’orrore davanti alle immagini dei civili uccisi ma poi fingiamo di non sapere che chi è riuscito a scappare marcisce in campi profughi, alle porte d’Europa. Le parole della presidente di Legambiente.
Aleppo non è molto lontano, è tra noi e sepolta in fondo alle nostre coscienze. Sussultiamo d’orrore davanti alle immagini dei civili uccisi ma poi fingiamo di non sapere che i civili che da lì sono riusciti a scappare marciscono nei campi profughi alle porte dell’Europa. È carne da macello, l’oggetto di scambio tra la civile Europa e il regime del presidente turco Recep Tayyip Erdogan: soldi e impunità in cambio della risoluzione del problema siriano. Che i profughi rimangano lontani dalle nostre vite e dalla nostra quotidianità. Questo è l’importante. Sarebbe bello poter rivendicare, come cittadini europei, che non vogliamo essere complici, che non vogliamo essere carnefici. I siriani, quelli che riescono a scappare, li trovi nelle nostre stazioni, accampati temporaneamente per il viaggio che li porta in Europa settentrionale. Vorrebbero tornare nella loro terra i siriani se non fosse che da sei anni le loro case sono bersaglio di una guerra senza fine e senza pietà.
Stamattina Samuele, sei anni, con gli occhi pieni delle immagini del telegiornale mi ha detto: “Com’è bello mamma essere nato in un paese senza guerra”. Com’è bello e com’è ingiusto. Chiediamo all’Europa di non ripetere gli orrori del passato, quando non aiutò gli ebrei esuli dalla Germania di Hitler a mettersi in salvo. Oggi Aleppo è la nostra nuova Auschwitz ma questa volta non potremo dire “non sapevamo”. Chiediamo all’Europa di accogliere con umanità e dignità i profughi siriani, alla Russia di aprire un corridoio umanitario e chiediamo a tutti gli italiani di non guardare con sospetto il migrante incontrato per strada, di non dire “aiutiamoli a casa loro” visto che quella stessa casa è sotto le bombe.
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