Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Cile, alluvioni e frane lasciano milioni di persone senza acqua potabile
Dopo gli incendi che hanno mandato in fumi migliaia di ettari di foreste, ora è la pioggia e le violente precipitazioni ad aver messo in ginocchio il Cile, che si trova a affrontare l’ennesima calamità naturale. È di queste ore infatti la notizia che le forti piogge torrenziali e l’acqua che di conseguenza scende dalle
Dopo gli incendi che hanno mandato in fumi migliaia di ettari di foreste, ora è la pioggia e le violente precipitazioni ad aver messo in ginocchio il Cile, che si trova a affrontare l’ennesima calamità naturale.
È di queste ore infatti la notizia che le forti piogge torrenziali e l’acqua che di conseguenza scende dalle Ande ha causato in tutta la regione alluvioni, frane e colate di fango. La situazione è particolarmente grave a Santiago, la capitale, dove la scorsa domenica almeno 1,5 milioni di persone si sono trovate con i rubinetti chiusi.
Intere città senz’acqua
Ad essere più colpita infatti è stata la zona che ospita la capitale e anche due grandi città: Valparaiso e Conception. Secondo le fonti locali sarebbero milioni le persone rimaste senz’acqua potabile, in quanto le forti piogge hanno causato danni alla rete idrica e la contaminazione della stessa. “Abbiamo una situazione complessa per quanto riguarda la rete di acqua potabile almeno in 33 distretti di Santiago, che conta approssimativamente 6 milioni di persone”, ha detto Mariano Fernandez, ministro dell’Interno cileno.
Equipos a cargo de la emergencia trabajan en terreno para conectar personas aisladas y restablecer el suministro de agua apenas sea posible.
— Michelle Bachelet (@mbachelet) 26 febbraio 2017
La società che gestisce la distribuzione di acqua nella capitale, Aguas Andinas, riferisce che le piogge stanno rallentando la riparazione degli impianti e non si sa ancora quando si tornerà alla normalità, mentre la Presidente Michelle Bachelet ha scritto in un tweet che: “Le squadre di emergenza stanno lavorando sul campo per recuperare le persone isolate e ristabilire la fornitura di acqua il prima possibile”. La situazione ha spinto gli abitanti a fare scorta nei supermercati o nelle fontane pubbliche, messe a disposizione dalle autorità locali.
Il bilancio dell’alluvione in Cile
Finora, oltre ai milioni di persone con i rubinetti a secco, si contano almeno 3 morti e 19 dispersi. Mentre sono 3387 le persone isolate, solo nella capitale. Già lo scorso aprile una forte tempesta aveva colpito il paese, accanendosi in particolare sulla capitale, causando ingenti danni e dispersi. Il paese sudamericano negli ultimi anni sta affrontando svariati eventi meteorologici estremi, come ondate anomale di calore o piogge torrenziali. Le prime hanno causato, lo scorso gennaio, devastanti incendi fino alle porte delle maggiori città. Le seconde hanno messo in ginocchio la rete idrica, evidentemente non in grado di gestire acque meteoriche di tale portata.
La preoccupazione di Papa Francesco
Anche il pontefice, intervenuto durante il convegno “Diritto umano all’acqua” organizzato in questi giorni nella Casina Pio IV del Vaticano si è pronunciato sul diritto all’acqua potabile e sicura. “È necessario attribuire all’acqua la centralità che merita nell’ambito delle politiche pubbliche. Il nostro diritto all’acqua è anche un dovere con l’acqua“, ha detto Papa Francesco. “È doloroso vedere quando la legislazione di un paese o di un gruppo di paesi non considerano l’acqua come un diritto umano, quando addirittura si nega questo diritto umano“.
Gli ultimi eventi infatti stanno mettendo a dura prova tutto l’apparato politico cileno, che pare essere impreparato a eventi di questa portata. I ricercatori cileni stanno studiando già da anni gli impatti che avranno i cambiamenti climatici sul paese. Le proiezioni rivelano che il bacino di Maipo, quella che ospita la città metropolitana di Santiago, subirà un calo delle precipitazioni del 10 per cento entro il 2040 e fino al 30 per cento entro fine secolo, con un aumento di temperature sopra un grado in 25 anni e tra 2,5 e 3,5 entro il 2100.
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