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Anche l’Asia meridionale è in ginocchio a causa dei forti monsoni
Almeno 1.200 morti e 45 milioni di persone coinvolte a causa di uno dei monsoni peggiori degli ultimi anni in Asia meridionale. India, Nepal e Bangladesh i più colpiti.
È un bollettino impietoso quello che arriva dall’Asia meridionale, molto più di quello registrato in Texas, negli Stati Uniti, dopo il passaggio dell’uragano Harvey. Tra India, Nepal e Bangladesh le eccezionali piogge monsoniche hanno causato 1.288 morti e colpito 45 milioni di persone.
Da settimane piogge torrenziali stanno colpendo questa area, posta tra la catena montuosa dell’Himalaya e l’oceano Indiano, causando alluvioni, distruggendo case e infrastrutture e lasciando isolati decine di villaggi. Secondo quanto riporta l’Unicef sono quasi 16 milioni i bambini colpiti dal disastro, insieme alle loro famiglie.
Scuola a rischio per i bambini a causa delle alluvioni
“I bambini hanno perso le loro case, le scuole, gli amici e i propri familiari. E c’è il rischio che il peggio debba ancora arrivare, se le piogge continueranno e le acque alluvionali si sposteranno a sud”, afferma Jean Gough, direttore Unicef per l’Asia meridionale. Si calcola che quasi due milioni di bambini non potranno andare a scuola e seguire le normali lezioni per settimane, se non mesi. “È fondamentale garantire l’educazione per 1,8 milioni di bambini per proteggerli dal rischio di lavoro minorile, tratta e matrimoni precoci”, scrive Save the Children.
“Non vedevamo questo tipo di inondazioni da anni, e questo sta mettendo a rischio l’educazione per un enorme numero di bambini”, ha dichiarato Rafay Hussain, direttore generale di Save the Children nello Stato di Bihar.
Bangladesh, Nepal e India i più colpiti dalle alluvioni
Solo in Bangladesh sono oltre 8 milioni gli abitanti colpiti dalle inondazioni: tra loro circa 3 milioni sono bambini. “700mila le abitazioni e 2.292 le scuole danneggiate o distrutte dall’acqua. E sono già stati registrati più di 13.000 casi di malattie veicolate dall’acqua inquinata”, scrive l’Unicef.
Mumbai Rialway Station. #MumbaiRains pic.twitter.com/jsLMbYcPF4
— Riteish Deshmukh (@Riteishd) 30 agosto 2017
Mumbai in India, solo per citare un esempio, è invasa dall’acqua, come si vede anche in numerosi video postati in rete. Qui circa il 60 per cento delle persone vive nelle slums. E qui moltissimi hanno perso tutto. “Non possiamo cucinare, non c’è acqua potabile. L’acqua era salita fino alla nostra vita. Non c’è una sola cosa asciutta. I ricchi sono ok, ma qui non abbiamo più niente”, ha raccontato Rajput al Guardian. I monsoni avrebbero colpito almeno 31 milioni di persone in tutto il Paese.
https://www.youtube.com/watch?v=vkkN8drWjLQ
“Circa 805.183 case e 15.455 scuole sono rimaste parzialmente o completamente danneggiate: quasi un milione di bambini al momento non hanno la possibilità di andare a scuola”, conferma sempre l’Unicef. Mentre in Nepal 1,7 milioni di persone, tra cui 680.000 bambini, sono state coinvolte dalle inondazioni e 352.738 sono gli sfollati. Oltre 185.126 abitazioni e 1.958 scuole sono state danneggiate o distrutte, mettendo a rischio l’istruzione per 253.605 bambini.
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