La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
Cos’è l’Esg. Ambiente, società e governance, tre facce dell’etica
L’investimento è sostenibile e responsabile se prende in analisi non solo i fattori finanziari ma anche le istanze Esg: environmental, social e governance.
Cresce progressivamente l’attenzione verso un modo diverso, etico e sostenibile di intendere gli investimenti. Anche perché non si può negare che, soprattutto negli ultimi anni, nel mondo dell’economia e della finanza si siano verificati fatti a volte addirittura allarmanti per l’opinione pubblica. È sempre più necessaria una precisazione dei concetti collegati alla responsabilità sociale e alla sostenibilità degli investimenti.
Anche per questo il Forum italiano per la finanza sostenibile ha proposto una definizione sintetica di investimento sostenibile e responsabile: “Una strategia di investimento orientata al medio-lungo periodo che, nella valutazione di imprese e istituzioni, integra l’analisi finanziaria con quella ambientale, sociale e di buon governo, al fine di creare valore per l’investitore e per la società nel suo complesso”. In gergo si parla di istanze Esg – Environmental, Social and Governance (ambiente, società e governance). Esaminiamo questo acronimo nel dettaglio.
Ambiente, società e governance visti da vicino
A entrare nello specifico sono gli Un Pri (principi per gli investimenti responsabili dell’Onu). L’iniziativa nacque nel 2005, quando l’allora segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan chiese ai più grandi investitori del mondo di elaborare i principi per investire responsabilmente. Ad oggi, sono 1.500 gli investitori che hanno aderito all’iniziativa, impegnandosi volontariamente a seguire i suoi principi.
Il primo elemento della triade “ambiente, società e governance” è quello dell’ambiente. Si indaga innanzitutto se il soggetto economico in cui si vogliono investire i propri capitali è strutturalmente dipendente dai combustibili fossili, se ha un’impronta idrica elevata, se si è reso complice della deforestazione e se smaltisce correttamente i rifiuti.
La seconda dimensione è quella sociale: quali sono le condizioni di lavoro dei dipendenti? I fattori che incidono su questa valutazione sono gli eventuali conflitti con la comunità locale, l’attenzione alla sicurezza sul luogo di lavoro e alla salute, la tutela delle diversità e i corretti rapporti interpersonali tra i dipendenti.
Passando all’ultimo tassello, quello della governance, bisogna verificare se i dirigenti intascano maxi-bonus sproporzionati rispetto agli stipendi dei dipendenti; se l’impresa è mai stata coinvolta in scandali legati alla corruzione; se ha aperto filiali offshore allo scopo, più o meno dichiarato, di eludere il fisco.
Non “solo” etica: l’investimento responsabile guarda al futuro
Incorporare le istanze Esg nelle proprie decisioni d’investimento può tradursi nell’esclusione di settori come il tabacco, il gioco d’azzardo o le bombe a grappolo. Ma non solo. Significa evitare di rendersi complici, più o meno direttamente, di violazioni dei diritti dei lavoratori e di gravi danni all’ambiente e al territorio. Significa anche capire che, nel momento in cui si decide di investire in un altro soggetto, non ci si può limitare a valutare unicamente le sue performance finanziarie. Perché se le ha ottenute calpestando i diritti dei lavoratori, nuocendo all’ambiente o eludendo le tasse, nel medio-lungo periodo è destinato a pagarne il prezzo. Un prezzo che, molto spesso, è bello salato.
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