La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Secondo un nuovo studio i cebi barbuti del Brasile tramandano di generazione in generazione le proprie conoscenze.
Nonostante gli enormi passi avanti compiuti negli ultimi anni nel campo della cognizione animale, nella percezione comune gli altri animali sono ancora ritenuti creature poco razionali, mosse perlopiù da istinti utili alla loro sopravvivenza. Naturalmente non è così, e siamo molto meno unici di quanto ci piace pensare. Le scimmie antropomorfe, ad esempio, costruiscono e utilizzano una grande varietà di utensili (gli scimpanzé ne usano tra i 15 e i 25 diversi per comunità), perfino le formiche sono in grado di scegliere gli utensili più idonei e di imparare a usare nuovi strumenti, mentre un recente studio ha dimostrato che i polli sono dotati di spiccate capacità logiche e sono capaci di calcolo ed empatia. L’ultima conferma del fatto che per troppo tempo abbiamo sottovalutato il resto del regno animale arriva dal Brasile, dove si è scoperto che anche i cebi barbuti, una specie di scimmia, hanno tradizioni.
I cebi barbuti (Cebus libidinosus) che popolano le foreste di Fazenda Boa Vista, in Brasile, tramandano di generazione in generazione comportamenti utili, ad esempio l’uso di strumenti per rompere le noci di palma, come vere e proprie tradizioni culturali. Lo ha raccontato un nuovo studio intitolato “Synchronized practice helps bearded capuchin monkeys learn to extend attention while learning a tradition”, che ha ottenuto la copertina della rivista scientifica Proceeding of the national academy of science (Pnas).
Lo studio, condotto su una popolazione di cebi barbuti da un gruppo di ricercatori, fra cui l’italiana Elisabetta Visalberghi dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Istc-Cnr), ha rilevato che questi animali imparano da giovani l’uso degli strumenti necessari per aprire la frutta a guscio e che la tecnica viene trasmessa di generazione in generazione.
“Se un cebo esperto usa strumenti, l’attenzione di quelli inesperti viene catturata, facendo aumentare significativamente la frequenza con cui questi individui eseguono comportamenti rilevanti per l’apprendimento dell’uso di strumenti, come battere una noce su un’incudine o un sasso sulla noce – ha spiegato Elisabetta Visalberghi. – Anche dopo che il cebo esperto ha rotto la sua noce, quelli inesperti continuano a svolgere queste attività per parecchi minuti”.
Proprio come avviene per le tradizioni culturali umane, perpetuate attraverso meccanismi quali l’imitazione e l’insegnamento, anche le giovani scimmie apprendono osservando gli esemplari più anziani ed esperti. “L’attenzione e le attività degli individui inesperti sono innescate dall’uso di strumenti di chi ne sa di più e queste influenze sono di lunga durata – ha affermato la ricercatrice dell’Istc-Cnr. – Ne consegue che la reiterata pratica delle azioni necessarie per usare correttamente uno strumento aumenta sensibilmente la probabilità che i giovani inesperti affinino le loro capacità e raggiungano il risultato voluto”.
La capacità di aprire la frutta a guscio, estremamente importante per la dieta di queste scimmie, non è dunque innata ma è frutto di un lungo “studio” e di anni di esercizio. Solo intorno ai 3-4 anni di età i giovani cebi iniziano ad aprire con successo qualche noce, ma alcuni esemplari incontrano difficoltà anche a sette anni, dimostrando così l’importanza del contesto sociale che promuove l’acquisizione di tale abilità grazie all’esempio degli esemplari esperti.
“La trasmissione di comportamenti tradizionali non è dunque una prerogativa umana, per quanto l’uomo sia la specie più tecnologicamente avanzata e con le differenze culturali più evidenti – ha concluso Elisabetta Visalberghi. – Tramite la metodologia che abbiamo sviluppato per capire come i giovani cebi imparano ad usare strumenti, si potrebbe scoprire che anche in altre specie animali le influenze sociali sono così potenti”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Il 21 ottobre è iniziata in Colombia la Cop16, la conferenza delle Nazioni Unite per tutelare la biodiversità del nostro Pianeta.
L’Australia amplia la riserva marina delle isole Heard e McDonald, superando i suoi stessi obiettivi di tutela degli oceani.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.
Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.