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Angaangaq Angakkorsuaq. Il significato spirituale dei cambiamenti climatici spiegato dallo sciamano eschimese
Angaangaq Angakkorsuaq, uno sciamano eschimese della Groenlandia, ci parla del significato spirituale dei cambiamenti climatici. “Ognuno di noi possiede uno spirito meraviglioso per cui vale la pena fare qualcosa”.
Quando si tratta di spostamenti, gli eschimesi, noti anche come inuit, hanno una buona comprensione del significato di distanza. Basti pensare che le loro terre si estendono per tredici fusi orari diversi. Secondo i loro anziani, però, la distanza più grande nell’esistenza di una persona è quella che va dalla sua mente al suo cuore.
“È vero”, afferma Angaangaq Angakkorsuaq, sciamano indigeno eschimese-kalaallit, guaritore e cantastorie della Groenlandia. “Finché non superiamo quella distanza, non impareremo mai ad alzarci in volo come un’aquila e a renderci conto dell’immensità che abbiamo dentro”.
“Quasi nessuno sa chi è davvero prima di percorrere quella distanza”, spiega lo sciamano. “Per fare colpo sugli altri diciamo di essere grandi scrittori o dottori, senza renderci conto di chi siamo veramente. Ed è proprio questa la distanza più grande da percorrere, dalla nostra mente al nostro cuore, che è il nostro spirito”.
“Quando ci alziamo in volo come un’aquila iniziamo a capire la nostra immensità e il significato che abbiamo all’interno di questo mondo, e anche gli altri lo vedranno”. Un’aquila, perché non può spiccare il volo senza ali equamente forti. Così, le ali rappresentano l’innalzamento spirituale.
Angaangaq, la sintonia è dentro di noi
“Là fuori nel mondo della natura ci sono tantissime cose da imparare che a scuola non ci vengono insegnate”, continua Agaangaq. “Posso sentire la tua energia perché ti ho stretta per un momento e ho sentito il tuo odore. Quindi so inquadrarti a livello emozionale”.
Con la convinzione del fatto che dentro di noi racchiudiamo un’incredibile capacità, Angaangaq condivide una visione potente: “Quando siamo in sintonia con noi stessi, iniziamo a capire che il mondo in cui viviamo è incredibilmente stupendo”.
Lo sciamano crede che il mondo esterno sia già bello di per sé, ma quello dentro di noi lo è ancora di più. E per capire questo concetto dobbiamo prima essere in sintonia con noi stessi. “Ho lavorato tanto per individuare quell’immensità che porto con me e essere in sintonia me stesso per capire la bellezza. Questo non vuol dire che non passo brutti momenti o non divento triste. Tutti ci passiamo nel corso della vita. Ma l’importante è riconoscere quella capacità dentro di noi”.
Angaangaq accompagna i suoi studenti alla ricerca delle risposte alle domande più importanti come “cosa posso fare in questo mondo con le capacità che ho?”. In quanto sciamano, vuole guidare le persone nella scoperta dell’incredibile bellezza che c’è nel mondo e di come imparare a usarla.
Il significato spirituale dei cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici sono ormai sulla bocca di tutti, ma nessuno parla del loro significato spirituale. “Secondo gli anziani, un terzo della popolazione della Terra sparirà”, spiega Angaangaq. “Dicono che molta gente morirà, alcuni sopravviveranno a malapena, e pochi avranno una vita vera”.
Il suo messaggio è molto potente perché non riguarda solo Madre Natura, che è in continuo cambiamento, ma anche le vite umane, considerando che non siamo mai stati così numerosi.
“Il ghiaccio è un essere vivente e lo si può vedere nel villaggio di mia nonna. Durante l’estate i ghiacci si rompono ed esplodono, e quando l’acqua sgorga si sente solo quello. A volte durante una tempesta le onde sono così forti che possono portare pezzi di ghiaccio a chilometri di distanza. Ghiaccio che pesa una tonnellata”.
La differenza, ora, non sta solo nei nostri numeri, ma anche in ciò che abbiamo fatto al Pianeta: “Abbiamo violentato Madre Natura, abbiamo preso tutte le sue risorse. E continuiamo a farlo senza considerare l’impatto che questo può avere sulla nostra vita personale”.
Secondo Angaangaq, inoltre, parliamo spesso degli animali come creature inferiori ma in realtà non capiamo che hanno una capacità di adattamento maggiore rispetto a noi. Ad esempio, noi siamo in grado di vivere in un raggio di temperatura di 100 gradi, mentre gli orsi polari raggiungono un lasso di 200 gradi. “Noi non possiamo adattarci a un clima caldo, loro sì. Tutto questo non è estremamente interessante?” si chiede Angaangaq.
Guardiano e custode di Madre Natura
“Come nativo, è mia responsabilità non uccidere senza aver parlato prima all’animale, senza aver ottenuto il permesso”. Angaangaq ci racconta un aneddoto: “Durante la primavera prendiamo il largo nell’oceano per pescare i delfini. Una volta abbiamo bussato sulla barca, loro hanno sentito il movimento e sono arrivati verso di noi. Mio zio gli ha parlato, così come stiamo parliamo adesso, dicendo che era arrivato il momento di un rito e ha chiesto se uno di loro fosse pronto per dare la forza vitale. Così, i delfini si sono guardati, hanno iniziato ad andare avanti e indietro, comunicando tra loro. Alla fine se ne sono andati, tranne uno. Ed era colui che avevano scelto. Mio zio ha aperto la bocca del delfino, ha versato un po’ d’acqua e l’ha ringraziato per il suo spirito”.
La speranza siamo noi
“I cambiamenti sono così negativi che non possiamo più salvare il mondo, né fermare lo scioglimento dei ghiacci”, ci confida Angaangaq. “L’unica cosa a cui riesco a pensare ora è di trovare in qualche modo la forza e la capacità di diventare io stesso la speranza. Non perché sono meglio degli altri, ma perché come nonno spero che i miei nipoti abbiano una vita degna di essere vissuta, piena di bellezza. Una vita in cui se uccidiamo un animale non ci dimentichiamo di dire grazie, in cui coltiviamo quello che mangiamo. E voglio trovare altre persone disposte a cambiare le proprie vite per diventare quella speranza. I governi, ma anche gli attivisti, non parlano di questo. Siamo solo un nome in mezzo a milioni di altri nomi ma, davvero, ognuno di noi ha uno spirito meraviglioso che vale la pena conoscere e per cui vale la pena fare qualcosa! Che la terra sta affondando è un dato di fatto. Ma cosa faranno quando arriverà l’oceano? Come diceva mio padre, sappiamo tante cose ma poche vengono comprese”.
Ciò di cui abbiamo bisogno oggi è un modo diverso di pensare e di essere. Ed è importante sia per il nostro benessere che per la nostra sopravvivenza come genere umano. La cosa più importante che possiamo imparare dagli eschimesi, dai kalaallit e dagli inuit è rimanere connessi con la nostra persona e trovare la sintonia nel nostro cuore.
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