Riducendo i limiti consentiti per i neonicotinoidi sugli alimenti importati, l’Unione europea vuole contribuire alla transizione ecologica a livello mondiale.
Api, pesticidi contaminano il miele di tutto il mondo
È il primo grande studio che mappa la presenza dei neonicotinoidi nel miele prodotto dalle api e proveniente dai cinque continenti, Antartide esclusa. Col risultato che nel 75 per cento dei 198 campioni raccolti si sono trovate tracce di almeno uno dei neonicotinoidi ritenuti pericolosi per la salute delle api. Leggi anche: Come stanno le
È il primo grande studio che mappa la presenza dei neonicotinoidi nel miele prodotto dalle api e proveniente dai cinque continenti, Antartide esclusa. Col risultato che nel 75 per cento dei 198 campioni raccolti si sono trovate tracce di almeno uno dei neonicotinoidi ritenuti pericolosi per la salute delle api.
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Api, il loro miele contaminato dai pesticidi
Lo studio, pubblicato su Science il 6 ottobre scorso, mostra come sia il Nord America ad avere la maggioranza dei campioni “contaminati” da almeno uno tra acetamiprid, clothianidin, imidacloprid, thiacloprid e thiamethoxam, con un 86 per cento di essi. Seguono l’Asia (80 per cento) e l’Europa (79 per cento). Secondo Amro Zayed, ricercatore alla York University di Toronto, l’estensione della contaminazione del miele proveniente anche da remote isole nell’oceano Pacifico o dalle coste dell’Africa occidentale, è sorprendente.
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La ricerca pare infatti dimostrare come le api siano esposte ai neonicotinoidi ovunque nel mondo, per molte generazioni. E questo è estremamente pericoloso, perché gli insetti dipendono dal miele come fonte di cibo. “Una cosa è andare al ristorante e mangiare male, un’altra è avere un intero frigorifero a casa contaminato dai pesticidi”, ha detto a Nature.
La preoccupazione dei ricercatori
I cinque pesticidi citati sono oggi considerati come parte attiva nel declino degli insetti impollinatori in tutto il globo, api comprese. Sono molti infatti gli studi scientifici che mettono in correlazione l’elevata esposizione ai neonicotinoidi e la moria diffusa delle api. “Queste prove sono allarmanti”, ha dichiarato Chris Connolly, neurobiologo all’Università del Dundee, a Phys.org. “I livelli rilevati sono sufficienti per influenzare le funzioni cerebrali delle api e possono ostacolare la loro capacità di nutrirsi e di impollinare i nostri raccolti e le nostre piante”.
“I livelli registrati (fino a 56 nanogrammi per grammo) si trovano all’interno della gamma bioattiva che ha dimostrato poter influenzare il comportamento delle api e la salute delle colonie”, ha invece detto Jonathan Storkey, ecologo vegetale. “Gli scienziati hanno mostrato all’inizio di quest’anno che livelli inferiori a 9 nanogrammi riducono le possibilità riproduttive delle api selvatiche. Sono pertanto d’accordo con gli autori quando affermano che l’accumulo di pesticidi nell’ambiente e le concentrazioni che si trovano nelle alveari desta grande preoccupazione per l’ambiente e contribuisce probabilmente alla diminuzione del numero degli impollinatori”.
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Nell’abstract della ricerca gli scienziati sono comunque cauti e spiegano che le concentrazioni rilevate non sarebbero pericolose per la salute umana, perché al di sotto dei limiti di legge previsti.
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