Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
La nave Aquarius ha attraccato a Valencia. I cittadini ai migranti: “Benvenuti a casa”
All’alba di domenica, la nave Aquarius di Sos Méditerranée e Medici senza frontiere e la Dattilo della Guardia Costiera italiana, sono arrivate a Valencia.
La nave Aquarius di Sos Méditerranée e Medici senza frontiere è arrivata domenica mattina a Valencia. Ad accoglierla, sulle rive della città spagnola duemila cittadini che hanno voluto dimostrare la loro solidarietà nei confronti dei 629 migranti, costretti ad un lungo periplo in mare. Provocato dal braccio di ferro diplomatico tra Italia, Malta e il resto d’Europa, e reso ancor più complicato dalle condizioni difficili del mare.
Per la Aquarius un viaggio di più di una settimana, lungo 1.500 chilometri
Il personale delle due ong, le donne, gli uomini e i bambini salvati di fronte alle coste libiche hanno dovuto aspettare più di una settimana e percorrere oltre 1.500 chilometri prima di poter attraccare in un porto europeo. “Non è usuale restare per così tanto tempo a bordo di una nave come la Aquarius, pensata per operazioni di ricerca e soccorso in mare. Nei giorni di maltempo abbiamo chiesto alle persone di mettersi all’interno, ricordo bene l’immagine di una donna che cercava di allattare suo figlio mentre vomitava”, ha raccontato Aloys Vimard, coordinatore di Msf a bordo della nave.
“Benvenuti a casa”, recitava uno striscione, tradotto in molte lingue, esposto allo scalo spagnolo all’alba di domenica (ma erano presenti anche alcune decine di manifestanti anti-migranti che sventolavano bandiere spagnole). Prima di poter toccare terra, tuttavia, i migranti hanno dovuto pazientare per ore. Le lunghe operazioni di identificazione previste dalle regole europee sono cominciate alle 6:30 sulla nave Dattilo della Guardia Costiera italiana, sulla quale era stata trasferita una parte delle 629 persone salvate e che ha viaggiato a fianco della Aquarius fino a Valencia. Impronte digitali, interviste individuali, schedature.
Msf: “Spedirci a Valencia scelta inutile e disumana”
“Arrivare a Valencia – ha commentato Claudia Lodesani, presidente di Medici senza frontiere Italia – è stato inutile e disumano. Finché ci sarà un bisogno umanitario nel Mediterraneo, noi continueremo ad operare sotto il coordinamento della Guardia Costiera italiana, come abbiamo sempre fatto. Al tempo stesso ci auguriamo che in Europa finisca il tempo delle ipocrisie”.
La ong ha anche ricordato che, soltanto dall’inizio del 2018, sono già morte più di 500 persone nel tratto di mare tra il Vecchio Continente e l’Africa settentrionale. “Dal 2015 ad oggi – ha aggiunto l’associazione – quando per supplire al vuoto lasciato dall’Europa dopo la chiusura dell’operazione italiana Mare Nostrum, abbiamo avviato le operazioni in mare, abbiamo aiutato a salvare oltre 75.000 persone”.
Nella foto di apertura, il personale di Medici senza frontiere al lavoro sulla nave Aquarius nel corso della traversata dalle acque di fronte alla Libia fino a Valencia, in Spagna © Kenny Karpov/Sos Méditerranée
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