Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Australia, la Grande barriera corallina è sempre più bianca
Nuove foto scattate vicino a Palm Island documentano il fenomeno dello sbiancamento dei coralli che minaccia la sopravvivenza di questo straordinario ecosistema.
Le barriere coralline sono costruzioni magnifiche e bizzarre, vere e proprie cattedrali viventi erette da minuscole creature gelatinose, i polipi. L’esempio più grandioso di queste opere d’arte naturali è la Grande barriera corallina australiana che si estende per oltre 2.400 chilometri e in certi punti raggiunge uno spessore di centocinquanta metri. Tra poco più di trenta anni la Grande barriera corallina australiana, ecosistema che ospita migliaia di specie differenti, sarà probabilmente composta da banchi di detriti in rapida erosione.
L’estinzione dei coralli
Secondo i ricercatori le barriere coralline, evolutesi attraverso varie ere geologiche, non sopravvivranno all’uomo e saranno i primi ecosistemi a raggiungere l’estinzione ecologica nell’era moderna. Negli ultimi decenni la presenza di coralli nei Caraibi è diminuita di oltre l’80 per cento.
I coralli si stanno scolorendo
Una delle principali cause del progressivo declino delle barriere coralline è noto come “sbiancamento dei coralli”. I primi importanti casi di sbiancamento sono stati registrati alla fine degli anni Novanta e si stima che la frequenza e l’intensità di questo fenomeno sia destinata ad acuirsi in relazione all’aumento delle temperature globali.
Cos’è lo sbiancamento dei coralli
Quando la temperatura dell’acqua supera un certo limite il legame simbiotico tra i coralli e i loro inquilini, microscopiche piante chiamate zooxantelle, si interrompe. A causa di un’anomala reazione chimica i coralli scacciano le zooxantelle (che conferiscono loro il colore caratteristico) e così facendo diventano bianchi, smettono di crescere e, solitamente, muoiono.
Nuovo caso di sbiancamento
Una nuova grave ondata di sbiancamento di coralli è stata registrata la scorsa settimana nei pressi di Palm Island, ed è stata documentata da alcuni sub dell’Australian Marine Conservation Society, che hanno poi inviato le fotografie al quotidiano britannico Guardian. Secondo l’agenzia federale statunitense Noaa (National oceanic and atmospheric administration), gran parte della Grande barriera corallina sarebbe a rischio sbiancamento entro il prossimo mese, perché sono state registrate temperature dell’acqua insolitamente calde al largo dell’Australia orientale. Secondo la Great Barrier Reef Marine Park Authority la temperatura dell’acqua, da Cape Tribulation a Townsville, è stata di due gradi maggiore rispetto alla media di questo periodo.
Ridurre le emissioni per salvare la barriera corallina
In base alle previsioni del Noaa la barriera corallina dovrà affrontare nelle prossime quattro settimane un elevato rischio di mortalità. Imogen Zethoven, manager della Great Barrier Reef Compaign, ritiene insufficiente il fondo di un miliardo di dollari stanziato lo scorso anno dal governo australiano per proteggere la barriera corallina, inferiore ai finanziamenti concessi alle attività di estrazione dei combustibili fossili, una delle cause primarie del degrado della barriera. “È immorale che quelli di noi che stanno dedicando la propria vita per cercare di proteggere l’ambiente debbano pagare tasse che sovvenzionano infrastrutture che causano i cambiamenti climatici – ha affermato Zethoven. – Se non invertiamo questa tendenza la nostra industria del turismo sarà condannata”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le alluvioni in India e Bangladesh hanno colpito una delle aree più popolate al mondo. Le piogge torrenziali hanno fatto esondare i tanti fiumi di grande portata della zona. Si parla già di 3 milioni si persone colpite.
Vaste aree della barriera sono state vittima di uno sbiancamento di massa, simile a quelli che tra il 2016 e il 2017 ne distrussero quasi metà.
L’urgano Beryl è il più veloce ad aver raggiunto categoria 4 nella storia delle rilevazioni. Ha già colpito duramente molte isole caraibiche.
Con la decisione di proteggere 400mila ettari del Grand Canyon dalle compagnie minerarie, il presidente degli Stati Uniti inizia un’opera di rammendo di una politica ambientale finora contraddittoria.
Prima di essere declassato a tempesta tropicale, l’uragano Idalia ha causato inondazioni anche lungo le coste atlantiche, colpendo con venti oltre i 150 chilometri orari.
Da quando Elon Musk ha acquisito la piattaforma il numero di esperti di clima che la utilizzavano per arricchire il dibattito scientifico è crollato.
Una giudice del Montana ha dato ragione ai 16 ragazzi tra i 5 e i 22 che avevano fatto causa allo stato per il sostegno dato ai combustibili fossili.
Un team di metereologi e divulgatori italiani ha affrontato una spedizione in Groenlandia per toccare con mano gli effetti dei cambiamenti climatici in una delle regioni cruciali per il futuro del nostro Pianeta.