Approvato il testo sulla finanza climatica. Al sud del mondo la promessa di 300 miliardi di dollari all’anno: molto meno del necessario.
Come le balene possono aiutarci nella lotta ai cambiamenti climatici
Le balene sono in grado di determinare l’assorbimento di enormi quantità di CO2, contrastando l’aumento delle temperature globali.
Proteggere le ultime grandi balene non è “solo” indispensabile per evitare la scomparsa di queste carismatiche creature marine dal peculiare percorso evolutivo, la cui esistenza arricchisce indubbiamente le nostre vite, è anche fondamentale nella disperata lotta ai cambiamenti climatici. Questi cetacei fornirebbero infatti un servizio ecosistemico inestimabile (che può valere milioni di dollari per balena, se proprio vogliamo essere venali): sono in grado di sequestrare grandi quantità di carbonio dall’atmosfera, contribuendo a contrastare il riscaldamento globale.
Aumentare le balene per ridurre la CO2
Uno studio del Fondo monetario internazionale evidenzia che, mentre ci arrovelliamo per sviluppare tecnologie complesse e costose, e attualmente inefficaci, per catturare il carbonio direttamente dall’aria e seppellirlo in profondità nella terra, questo servizio può essere svolto dalle balene, come hanno recentemente dimostrato diversi studi scientifici.
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Più efficaci delle foreste
Un tempo, quando gli oceani ribollivano di leviatani, le balene potrebbero aver provocato il sequestro di enormi quantità di CO2, forse decine di milioni di tonnellate ogni anno. Dobbiamo pertanto adoperarci per favorire l’aumento delle popolazioni di balene. “Il tentativo di incrementare il numero di balene potrebbe essere visto come una forma benigna di geo-ingegneria”, ha scritto George Monbiot, scrittore e giornalista britannico, autore dello splendido saggio dedicato al rewilding, Selvaggi. Una grande balena assorbe in media 33 tonnellate di CO2, mentre un albero, ad esempio, ne immagazzina annualmente meno di cinquanta chili. Quando il cetaceo muore si inabissa trascinando tutta questa anidride carbonica in fondo all’oceano, dove rimarrà per secoli.
Come le balene cambiano il clima
Il segreto del ruolo delle balene nella composizione dell’atmosfera e nella regolazione del clima risiede però, soprattutto, nella loro cacca. Questi mammiferi marini si alimentano spesso in profondità e defecano in superficie e i pennacchi fecali che rilasciano, ricchi di ferro e azoto, sono in grado di fertilizzare il fitoplancton, ovvero il plancton vegetale, nelle zone eufotiche, favorendone la crescita. Proprio il fitoplancton gioca un ruolo cruciale nella regolazione del clima poiché assorbe l’anidride carbonica e, al termine del suo ciclo vitale, sprofonda negli abissi, trascinandosi dietro il carbonio. Questi microscopici organismi catturano ogni anno circa 37 miliardi di tonnellate di CO2, circa il 40 per cento di tutta quella prodotta.
Se diminuisce la produzione di plancton sempre meno carbonio verrà “stoccato” nell’oceano profondo. Il volume del fitoplancton nel corso del Ventesimo secolo ha subito un drastico declino, a causa dell’aumento delle temperature globali, ancora più accentuato laddove le balene sono state cacciate più pesantemente. Le balene, secondo uno studio pubblicato su Nature, sarebbero inoltre in grado di fare in modo che il plancton resti in circolo nelle acque superficiali semplicemente immergendosi, tramite la forza di miscelazione causata dai loro movimenti, e migrando.
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Come quattro foreste amazzoniche
La stupefacente quantità di anidride carbonica sequestrata dal plancton, le cui sopravvivenza è legata a quella delle balene, è paragonabile, secondo gli autori dello studio del Fondo monetario internazionale, a quella di quattro foreste amazzoniche e settanta volte superiore a quella assorbita dalle colossali sequoie dei parchi statunitensi.
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Proteggere le balene per salvare noi stessi
Attualmente nei mari della Terra nuotano circa 1,3 milioni di balene, mentre il loro numero prima che venissero cacciate massicciamente si aggirava sui 4-5 milioni. Se si riuscisse a restaurare le popolazioni di cetacei a farle tornare agli antichi fasti, aumenterebbe significativamente il volume di fitoplancton negli oceani e, di conseguenza, la quantità di carbonio catturato ogni anno. Anche un aumento dell’1 per cento del fitoplancton grazie alle attività delle balene, sostengono gli autori dello studio, Ralph Chami, Thomas Cosimano, Connel Fullenkamp e Sena Oztosun, implicherebbe il sequestro di centinaia di milioni di tonnellate CO2 all’anno, equivalente alla comparsa improvvisa di due miliardi di alberi maturi.
Quanto valgono le balene
Poiché il ruolo delle balene è insostituibile nel mitigare i cambiamenti climatici, la loro sopravvivenza dovrebbe essere integrata negli obiettivi dei 190 paesi che nel 2015 hanno firmato l’Accordo di Parigi, sostengono i ricercatori del Fondo monetario internazionale. Dato che la protezione delle balene ha un costo, i ricercatori hanno cercato di stimare il valore delle balene, dimostrando che i benefici della loro protezione superano di gran lunga i costi. Per farlo hanno determinando il valore odierno del carbonio sequestrato da una balena nel corso della sua vita, aggiungendo altri contributi economici che possono essere legati a una balena, come l’ecoturismo. “Le nostre stime prudenti pongono il valore medio di una grande balena, in base alle sue varie attività, a oltre due milioni di dollari”, si legge nello studio.
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Gli autori della ricerca propongono di adottare un meccanismo analogo al programma REDD delle Nazioni Unite, che fornisce incentivi ai paesi per preservare le loro foreste. “Allo stesso modo – ha spiegato Ralph Chami – possiamo creare meccanismi finanziari per promuovere il ripristino delle popolazioni di balene nel mondo. Gli incentivi sotto forma di sussidi o altri compensi potrebbero aiutare coloro che sostengono costi significativi a seguito della protezione delle balene. Ad esempio, le compagnie di navigazione potrebbero essere compensate per il costo delle rotte di spedizione modificate per ridurre il rischio di collisioni”. In milioni di anni la natura ha perfezionato questa tecnica di assorbimento della CO2, frutto della correlazione tra grandi cetacei e fitoplancton, a noi non resta che proteggere le balene.
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